De Rossi e i suoi modelli: da Luis Enrique a Spalletti

Come giocherà l'ex capitano della Roma: un calcio propositivo e organizzato
De Rossi e i suoi modelli: da Luis Enrique a Spalletti© ANSA
Alberto Ghiacci
4 min

INVIATO A FERRARA - Il 4-3-3 e il 4-2-3-1 confinano. Lo dimostra il Napoli di Spalletti. Già, Spalletti. Uno dei tanti maestri a cui De Rossi ha «rubato con gli occhi». L’altro da cui fu stregato in carriera è Luis Enrique, erede del palleggio “barcelonista” impostato da Guardiola. E dove mettere allora il pragmatismo di Lippi? «Va ringraziato - racconta De Rossi - è merito suo se oggi 4 campioni del mondo allenano in B e innalzano il valore della categoria. Ma non possiamo cullarci sul fatto che siamo stati stati giocatori importanti, perché la gente dimentica in fretta di ciò che è stato. Servono i fatti per dimostrare altro». Ecco, se ci fosse allora da scommettere sulle scelte di De Rossi, punteremmo su un mix tra Luis Enrique e Spalletti. Indicazioni zero, perché il nuovo allenatore della Spal ha un vantaggio che tutti i suoi colleghi si sognano e se lo tiene stretto: «Non c’è un video, una mezza partita o qualcosa che possa dare suggerimenti su come giocheremo. Se permettete almeno fino al Cittadella (sabato ore 14, ndi) non scopro le carte»

Scelte

Che poi è una questione di modo d’essere. E De Rossi è così: «Non amo gli allenatori che hanno un solo modulo in testa, penso sia più giusto adattare le proprie idee al materiale umano che è a disposizione. Io non mi considero un luminare o un genio, ma nemmeno uno stupido. Da calciatore sono stato un combattente ma anche uno pensante, se riuscissi a trasmettere queste due cose nelle fasi di gioco sarei contento». Il perno della nuova Spal sarà il capitano, Salvatore Esposito, regista cresciuto col mito del suo attuale allenatore: «E io ho una speciale predilizione per chi gioca davanti alla difesa - racconta De Rossi -, l’ho conosciuto in Nazionale e mi ha stupito. Però attenzione, nelle scelte non contano né amicizia né conoscenza ma solo ciò che dice il campo». E il campo dirà che anche Meccariello, Dickman, Maistro, Moncini, La Mantia e Varnier (se sta bene) sono altre pedine su cui DDR punterà forte da subito.

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Attesa

Al di là del modulo, poi, De Rossi sa bene che più di ogni altra cosa bisognerà coinvolgere i tifosi, farli sentire orgogliosi del modo in cui si affrontano le partite: «L’unica promessa che possimo fare è che la squadra sarà testa e cuore, per i tifosi o per noi, daremo il massimo ogni giorno. E’ bello giocare per qualcuno che non ci dorme la notte, ci dà una motivazione in più. Il Mazza saprà darci la spinta giusta».

La maglietta

Primo avversario il Cittadella, dove il difensore Romano Perticone non vede l’ora che arrivi quel momento. La sua uscita su Twitter è degna di nota: «Ma la maglia all’allenatore si può chiedere?». Davvero divertente. Battuta figlia di una passione vera: «De Rossi è sempre stato un idolo per tutti - racconta Perticone - sono contento per lui, avevo 18 anni quando ha vinto il Mondiale, fa parte dei ricordi che non passano. Persona che capisce il mondo e leader nato, non avrà difficoltà nel diventare allenatore. Il mio era solo un saluto divertente, gli auguro il meglio»

 


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