La Ferrari aspetta "l'anno che verrà"

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La Ferrari aspetta "l'anno che verrà"© EPA
Mauro Coppini
3 min
Sarà anche vero che la Formula 1 è un sistema di tale complessità da risentire in meglio o in peggio di ogni sia pur minima variazione, ma sembra davvero difficile pensare che l’ennesima vittoria di Max Verstappen possa essere effetto di quello sforamento dell’1,6% del budget cap al quale la concorrenza attribuisce effetti miracolistici. A cominciare da una Mercedes alla quale bisogna però riconoscere il merito di affiancare alle proteste la capacità di recuperare una monoposto in affanno. Con il secondo posto di Hamilton e il quarto di Russell. All’opposto di una Ferrari sempre più stanca, con Sainz e Leclerc giù da podio. E Binotto che ancora una volta preferisce Maranello alla pista. In attesa dell’ennesimo anno che verrà nel quale, secondo Lucio Dalla: «Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno».

Rimane a continua emergenza di un Mondiale in stato confusionale. Perché se il pesce puzza dalla testa, la Formula 1 tradisce dalla coda il suo fragile stato di conservazione. La coda è quella, interminabile, delle polemiche seguite alla penalizzazione di una Red Bull rea di aver sforato il famigerato budget cap. Che in combinazione con una FIA maldestra, incapace di far fronte a improvvide fughe di notizie, ha tolto il sigillo ai malumori che da tempo si gonfiano sotto la superficie. Con il risultato di condannare ai box le monoposto per mettere in pista i regolamenti e sostituire gli ingegneri con i commercialisti. Per rendere discutibile ogni risultato fino a svalutare il coraggio e il talento con cui i piloti affrontano il pericolo. Insostituibile motore di passione che le telecronache si ostinano ad annacquare a forza di battute di spirito. Una mancanza di rispetto che finisce per spianare la strada a un processo di demolizione volto a trasformare la F.1 degli eroi, cervelli indisciplinati per loro natura, in un innocuo e ubbidiente videogioco. 


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