Nella testa di Hamilton: perché solo la Ferrari può trasformarlo da mito a leggenda

Lewis è già nella storia della Formula 1 e dello sport mondiale. Ma per diventare, oltre che il più forte, anche il più amato ha bisogno di una cosa: il rosso del Cavallino
Chiara Zucchelli
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Essere il più forte. Il più vincente. Probabilmente il più ricco. Essere un Sir in pista e fuori. Essere, in sintesi, Lewis Hamilton. Non aveva - non ha - bisogno della Ferrari per tutto questo, l'infinito campione inglese. Ma per essere qualcos'altro sì. Per diventare leggenda, oltre che mito, Hamilton ha bisogno di salire sulla rossa più affascinante, su quel marchio che rappresenta non solo corsa, non solo velocità, non solo eleganza. Per fermare il tempo Hamilton ha bisogno di mettersi sulla spalle qualcosa senza tempo. Lo ha capito, lo sa. E non è un caso, al netto dello stipendio e del progetto, che lo abbia fatto adesso, alla soglia dei 40 anni. I grandi campioni, che come tutti gli eroi sono giovani e belli, sembrano avvertire l'età che passa come se fosse l'orologio di un lento, ma inesorabile, declino. C'è chi prova a rispondere all'usura cercando nuove sfide, chi si pone degli obiettivi a lungo e medio termine, chi cerca di vivacchiare e chi, invece, la vita decide di prendersela a morsi. Hamilton lo ha fatto, lo farà, e non perché sia un benefattore. E' un uomo, come tale fallibile e come tale egocentrico. Ha vinto tutto quello che poteva vincere, ha guadagnato - guadagna - così tanto che potrà sistemare le generazioni di piccoli Hamilton (se mai ci saranno) per decenni, ha raggiunto una fama planetaria. Ma non ha ancora il fascino della leggenda, non ha ancora indossato quel rosso che non sbiadisce mai.

Hamilton, Schumacher e il sogno degli otto mondiali

Lo ha fatto Schumacher, non a caso l'unico a vincere sette Mondiali. Come Lewis. Di tutti i titoli vinti da Schumi quelli con la Ferrari, con lui che dal podio dirigeva l'orchestra dei meccanici durante l'inno, erano e restano eterni. Indimenticabili. Quelli di Hamilton sono, restano e resteranno, meravigliosi, ma forse freddi. Per provare a superare Schumacher e consegnare se stesso alla Storia con la S maiuscola Hamilton aveva una sola strada. Ricoperta di rosso. Ha scelto di percorrerla pur sapendo che un ragazzino, bravissimo e fortissimo, con dieci anni di meno cercherà di fare meglio di lui. Una sfida nella sfida. Diceva Enzo Ferrari: "Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un'automobile. Sicuramente la farà rossa". Lewis Hamilton bambino non lo è più. Da un pezzo. Ma per superare il mito, cioè se stesso, e diventare leggenda, ha iniziato a prendere fogli e colori per disegnare la sua automobile. Di colore rosso. Non poteva fare diversamente.


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