Bagnaia: "È Sinner il mio vero punto di riferimento"

Il campione della Ducati: «Ammiro il suo modo di agire nelle varie situazioni. Mi piacerebbe avere qualcosa di lui»

Un anno dopo, la statuetta da Oscar dei Caschi d’Oro di Motosprint rappresenta lo spartiacque tra passato e futuro. Pecco Bagnaia celebra il bis in MotoGP con la Ducati, ma è già indirizzato nella ricerca del tris. Perché vincere aiuta a vincere: anzi, vincere impone di vincere ancora. Una dolce condanna per il secondo italiano capace di imporsi nella classe regina a quattro tempi dopo il mentore Valentino Rossi. «Voglio continuare a vincere il più possibile e scrivere il mio nome nei libri di storia: due titoli non bastano» è l’ambizione del ventisettenne torinese, pronto a imbarcarsi sull’aereo per la Malesia per i test invernali. Non prima, però, di essere premiato dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini sul palco del BPER Monzani Forum, dove Pecco è arrivato in extremis assieme a Marco Bezzecchi, complice il traffico che ha complicato il viaggio. Ma non ha impedito a Bagnaia di rispondere all’invito di Motosprint.

Bagnaia, cosa resta del 2023?
«La vittoria con il numero 1, da favorito, semplicemente bellissima. Ma sarà bello anche il 2024, vedrete».

Determinato, misurato, non troppo “social”: sembra l’identikit di un altro fenomeno dello sport italiano come Jannik Sinner...
«Effettivamente Jannik è un grandissimo riferimento, mi piacciono molto la sua attitudine e il suo modo di agire nelle varie situazioni. Mi piacerebbe avere qualcosa di lui, lo considero un punto di riferimento».

Lo stesso Bagnaia è un orgoglio italiano: simbolo del movimento motociclistico nonché pronto a diventare la bandiera ducatista, legandosi oltre il 2024.
«Il contratto è una conseguenza del nostro rapporto e dei risultati, stiamo parlando di dettagli, non possiamo negare né nascondere la volontà mia e della Ducati sul continuare assieme, lo vogliamo allo stesso modo, penso sia un discorso ancora di pochi giorni».


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La Ducati è diventata la più desiderata, anche da Marc Marquez. Per certi versi, lo ha imitato Lewis Hamilton scegliendo la Ferrari. Che ne pensa?
«Marc è Marc, Lewis è un discorso differente, per quanto abbiano vinto tantissimo entrambi. Certo, anche Hamilton scenderà dal mezzo con cui ha fatto la storia. È ovviamente differente dal mio punto di vista: io sono fan di Hamilton e della Ferrari, quindi sono contento di questo sviluppo».

Marquez è uno dei numerosi sfidanti di questa stagione della MotoGP che sta per aprirsi: com’è vivere con gli occhi di tutti addosso?
«Sono contento di vivere questo momento con la Ducati, una moto fantastica, frutto del lavoro mio e degli ingegneri, siamo progrediti negli ultimi anni, e non ci siamo mai fermati. Sono orgoglioso di essere la pedina centrale del gruppo ma, credetemi, il lavoro è condiviso: per ogni grande vittoria, c’è il contributo di una famiglia fantastica rappresentata da un team e una Casa formidabili, mi sento estremamente fortunato a far parte della Ducati».

Con il bis in MotoGP è salito a una quota esplorata soltanto da Valentino Rossi e Marc Marquez: cosa significherebbe il tris?
«Posso soltanto dire che è il mio obiettivo. L’appetito vien mangiando, sono orgoglioso per quanto ho ottenuto ma sono ancora molto giovane. E affamato. Quando vinci senti che non basta mai, l’appetito è tale che un secondo posto non soddisfa più, è una sensazione particolare, ma a suo modo fantastica, anche perché è condivisa con il team».

È più impegnativo preparare il matrimonio con Domizia (il 20 luglio), oppure il tris nella MotoGP?
«Onestamente direi il tris (sorride, ndr). Però la moto 2024 è nata bene, a Valencia lo abbiamo visto: non vedo l’ora di essere a Sepang sulla mia Ducati».


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Un anno dopo, la statuetta da Oscar dei Caschi d’Oro di Motosprint rappresenta lo spartiacque tra passato e futuro. Pecco Bagnaia celebra il bis in MotoGP con la Ducati, ma è già indirizzato nella ricerca del tris. Perché vincere aiuta a vincere: anzi, vincere impone di vincere ancora. Una dolce condanna per il secondo italiano capace di imporsi nella classe regina a quattro tempi dopo il mentore Valentino Rossi. «Voglio continuare a vincere il più possibile e scrivere il mio nome nei libri di storia: due titoli non bastano» è l’ambizione del ventisettenne torinese, pronto a imbarcarsi sull’aereo per la Malesia per i test invernali. Non prima, però, di essere premiato dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini sul palco del BPER Monzani Forum, dove Pecco è arrivato in extremis assieme a Marco Bezzecchi, complice il traffico che ha complicato il viaggio. Ma non ha impedito a Bagnaia di rispondere all’invito di Motosprint.

Bagnaia, cosa resta del 2023?
«La vittoria con il numero 1, da favorito, semplicemente bellissima. Ma sarà bello anche il 2024, vedrete».

Determinato, misurato, non troppo “social”: sembra l’identikit di un altro fenomeno dello sport italiano come Jannik Sinner...
«Effettivamente Jannik è un grandissimo riferimento, mi piacciono molto la sua attitudine e il suo modo di agire nelle varie situazioni. Mi piacerebbe avere qualcosa di lui, lo considero un punto di riferimento».

Lo stesso Bagnaia è un orgoglio italiano: simbolo del movimento motociclistico nonché pronto a diventare la bandiera ducatista, legandosi oltre il 2024.
«Il contratto è una conseguenza del nostro rapporto e dei risultati, stiamo parlando di dettagli, non possiamo negare né nascondere la volontà mia e della Ducati sul continuare assieme, lo vogliamo allo stesso modo, penso sia un discorso ancora di pochi giorni».


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