Mercato auto, nell'Europa in crisi manca un "gigante" come Marchionne

Il mercato europeo dell'auto, indirizzato verso la completa elettrificazione entro il 2035, perde 900mila vetture nel primo semestre
Mercato auto, nell'Europa in crisi manca un "gigante" come Marchionne
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Il mercato dell’auto in Europa è in profonda crisi di volumi. Se continua così, varrà meno del 10% del mercato mondiale. Meno della metà della quota di una decina di anni addietro. Chi comanda i giochi sembra essere il mercato cinese con le sue strategie, tra record di inquinamento e la ricetta curativa del pianeta con la conversione all’auto elettrica. Gli americani un po’ di elettrico lo stanno promuovendo e la GM si erge come paladina a zero emissioni dal 2035, in funzione anti-Tesla. Più realistici e pragmatici i giapponesi di Toyota e anche i coreani. Il grande capo di Nagoya ha più volte ribadito che il 100% elettrico non può essere un dogma assoluto per ogni continente e per ogni consumatore. Più probabile un ventaglio di offerte che va dall’ibrido benemerito, fino all’idrogeno, passando per l’elettrico.

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In questo quadro articolato l’Europa a guida franco/tedesca sposa come noto il 100% elettrico dal 2035. La mancanza di un Gigante innovatore pragmatico come Sergio Marchionne si avverte, eccome. Marchionne che ha strappato con i denti la Fiat e la Chrysler da un irrevocabile declino avrebbe dato un contributo strategico e antropologico, fondamentale, per orientare sia l’Europa che gli USA nelle scelte produttive. Marchionne sarebbe stato in grado, con la sua vasta cultura industriale, finanziaria e di mercato, di illuminare Bruxelles e la Casa Bianca nelle decisioni in questo periodo di pandemia e guerra, come quando riuscì ad aumentare la produzione delle fabbriche italiane dopo decenni di declino.

Oggi, la conversione alle elettriche in Europa va a rilento: al di là delle Alpi superiamo di poco il 10% di elettriche, mentre Italia e Spagna stagnano al 5%. Nel frattempo, il mercato europeo perde circa 900.000 vetture nei primi sei mesi. Senza una strategia per il rinnovo del parco anche in Europa, di certo non si ridurranno quanto serve le emissioni di CO2.

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