Santopadre, coach di Berrettini: “Matteo, sono fiero di te”

Le parole del suo allenatore: "Gli infortuni? Io ringrazio madre natura per il talento che gli ha dato: in pochi come lui"
Santopadre, coach di Berrettini: “Matteo, sono fiero di te”© ANSA
Luca Fiorino
5 min

«Sono stato informato che non potrò competere a Vienna questa settimana. Farò il possibile per provare a rimettermi per Parigi Bercy». Non c’è pace per Matteo Berrettini. All’indomani della finale giocata a Napoli, l’azzurro ha annunciato il forfait dal torneo austriaco mettendo in dubbio la propria partecipazione anche per l’ultimo Masters 1000 in programma quest’anno.

Atp Vienna, forfait Berrettini: "Infortunio al piede sinistro"

Dopo i problemi ai muscoli addominali, la lesione alla bandelletta del mignolo della mano destra e il Covid contratto poco prima di Wimbledon, si aggiunge alla lista un nuovo infortunio. «I medici ci hanno rassicurato sul fatto che non sia nulla di grave - ci racconta Vincenzo Santopadre, coach del romano - Non si tratta di vesciche bensì di un fastidio al piede sinistro. Seguirà sin da subito delle terapie per cercare di farsi trovare pronto in vista degli ultimi impegni».

Resistere

L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona. L’idea di alzare bandiera bianca si stava già materializzando in semifinale contro Mackenzie McDonald. Malgrado il dolore fosse sempre più persistente, Berrettini ha stretto i denti lottando come un leone. «Sono stanco di ritirarmi. Mi sono domandato più volte in questi mesi se sono fatto per fare sport. Mi sono detto che devo reagire» ha dichiarato a fine torneo dopo il derby perso con Lorenzo Musetti.  
Malgrado i vari problemi di natura fisica di questi anni, Matteo si è sempre risollevato con perseveranza e determinazione. «È importante che ogni tanto si interroghi, soprattutto nei periodi più bui - spiega Vincenzo - Matteo è un ragazzo profondo e questo tipo di esternazione fa parte del suo modo di essere. Questa caratteristica lo ha portato quotidianamente a reagire e a ricercare la miglior versione di se stesso. Nonostante la drammaticità sportiva del momento, l’ha presa con la giusta filosofia». Un altro campanello d’allarme risuona all’interno di un’annata che volge oramai al termine. Fortuna, sfortuna o cos’altro? «Non possiamo certamente lamentarci con madre natura, anzi dovremmo ringraziarla - rivela coach Santopadre - Diversamente non sarebbe arrivato dov’è adesso. Pochi ragazzi hanno la sua dedizione al lavoro e questa spiccata capacità d’analisi e di autocritica. Dev’essere orgoglioso di com’è riuscito a superare i propri limiti sin dai primi risultati ottenuti. Ha fatto passi da gigante e sono fiero di lui».

Numeri

Con appena tredici tornei complessivi giocati che assegnano punti, il romano è attualmente numero 14 ATP e numero 13 nella Race to Torino. Quest’anno ha vinto due titoli (Stoccarda, Queen’s), raggiunto due finali (Gstaad e Napoli) più una semifinale (Australian Open) e un quarto di finale Slam (Us Open). «I numeri difficilmente mentono, anche se si possono interpretare - ha commentato Santopadre - Il grande giocatore è quello che pur non essendo al top riesce a mantenere una grande costanza di rendimento. Se andiamo a vedere la media punti e il rapporto tra tornei giocati e classifica, Matteo è sicuramente fra i migliori al mondo. È innegabile, a noi tutti piacerebbe vederlo giocare in maniera continua per vedere fino a dove potrebbe spingersi. Con questi stop and go frequenti che avrebbero messo al tappeto chiunque, per tanti versi è stata una stagione positiva se l’analizziamo nella complessità del suo insieme».

Programmi

All’orizzonte restano ancora due appuntamenti di notevole rilevanza: Parigi Bercy e la Final Eight di Coppa Davis. L’obiettivo entro breve termine sarà recuperare pienamente dall’infortunio e indossare la maglia azzurra a Malaga nella sfida contro gli Stati Uniti in programma il 24 novembre. «Purtroppo prima di Bologna non se l’era potuta godere mai appieno quest’esperienza. Questa è una competizione a cui tiene tantissimo per diverse ragioni. A Matteo piace mettersi in gioco e prendersi le proprie responsabilità. Inoltre credo che sia un valore aggiunto far parte di un team in cui sai di avere un ruolo importante e con cui condividi tempo e sudore»


© RIPRODUZIONE RISERVATA