Tra polemiche, ballottaggi ed obblighi, l’Italia arriva incerta alla sfida contro il Cile. La squadra di capitan Volandri si gioca una grande fetta del proprio destino in quella che già alla vigilia era considerata la sfida più ostica del girone. Qualche giorno fa Il periodo no di Garin ed il doppio Bolelli/Vavassori sembravano fondamenta solide sulle quali basare il confronto con i sudamericani, alla situazione attuale favoriti. Dopo una giornata di silenzio assoluto da parte dei protagonisti azzurri, staff compreso, le scelte non sono ancora ufficiali, anche se la strada sembra tracciata.
Italia, si prepara Arnaldi
In singolare i tempi dovrebbero essere maturi per l'esordio di Matteo Arnaldi che, dopo aver assaggiato in doppio il teatro dell’Unipol Arena, è chiamato a caricarsi responsabilità più importanti. Il recente ottavo di finale newyorchese lo rende l’azzurro del momento: dagli esordi Challenger il sanremese ha compiuto un’escalation caratterizzata da un grande fattore, quello di saper gestire la tensione per esaltarsi sui grandi palcoscenici.
L'Italia sfida il Cile
Proprio questo servirebbe all’Italia, anche per provare ad accendere il pubblico di Bologna in vista del singolare contro il numero 22 del mondo Nicolas Jarry. Nipote di quel Jaime Fillol (nonno materno) protagonista della finale persa dal Cile nel 1976 contro l’Italia capitanata da Pietrangeli, il tennista classe 1995 sta vivendo la miglior stagione della sua carriera e sta toccando picchi inesplorati anche prima dello stop per doping. Ancora più di Diallo, il tennis di Jarry sulla carta è kryptonite per Musetti. Quest'anno sulla terra di Rio il numero 2 d’Italia ha ceduto per 6-4 6-1 al tennista di Santiago, che con la potenza di servizio e colpi di inizio scambio gli ha tolto tempo e soluzioni. Nella sconfitta contro il Canada, tra difficoltà in risposta ed incapacità di adattare il piano partita in corsa, Lorenzo non è stato in grado di farsi valere.
Italia, cosa non convince
L’atteggiamento non ha convinto, il leitmotiv del campo è stato imperterrito dal primo quindici alla stretta di mano, e l’orgoglio non ha mai indotto a tentativi disperati o invenzioni last minute. Il ballottaggio potrebbe dunque premiare a sorpresa Sonego, lontano dalla sua migliore condizione ma per caratteristiche più indicato. La soluzione perfetta non esiste, sicuramente escludere il numero 1 della squadra richiederebbe coraggio, ma nel caso sarebbe una scelta di accoppiamenti che non ribalterebbe equilibri. Nel team ci sarebbe chi Jarry lo ha battuto, addirittura due volte in stagione, ma Andrea Vavassori - naturalmente non sarebbe stato un’opzione - è ancora ai box per i problemi alla schiena e lascia un punto di domanda su chi affiancherà Bolelli in doppio, la decisione sarà collegata alle scelte di formazioni e ai risultati dei singolari. Gli assenti? Usarli come capro espiatorio sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di chi ha giocato e perso sul campo senza attenuanti. I canadesi hanno giocato da top 20? Per noi adesso è il momento di giocare da top 50, almeno.