Sinner, quattro elementi per la perfezione: ecco i suoi segreti

Jannik ai raggi X: come è migliorato nel corso degli ultimi mesi il talento azzurro, che sfiderà Djokoivic in semifinale agli Australian Open

Tutto è connesso. Nel tennis e nello sport. Per un colpo perfetto bisogna arrivare in tempo vicino alla palla (fisico), avere la giusta consapevolezza (mente), scegliere la soluzione ideale per quella determinata situazione (tattica) e saper eseguire il movimento in maniera idonea (tecnica). Quattro aspetti legati indissolubilmente. Se ne manca anche uno soltanto, il rischio di errore è elevato. Jannik Sinner, agli Australian Open 2024, sta giocando su una nuvola. La forza psicologica è all’ennesima potenza e il corpo segue pedissequamente ogni indicazione; tecnica e tattica sono a un livello tale che ogni colpo sembra automatizzato, così come qualsiasi situazione di gioco (sapere cosa fare, quando e come).
Il match contro Rublev ha testimoniato tutto ciò, nonostante qualche naturale momento di difficoltà. In un match 3 set su 5, lo ha spiegato lo stesso Sinner, è impensabile evitare alcuni piccoli cali.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

La mente

Tutto parte da qui, dalla forza mentale, dalla gestione dei punti importanti, dal timore reverenziale dall’altra parte della rete. Gli ultimi mesi di (quasi) onnipotenza tennistica, il lavoro con Formula Medicine e le qualità innate di lotta e rifiuto della sconfitta, rappresentano la base di fiducia e consapevolezza che Sinner sta attraversando. Aver vinto 15 set su 15 è un dato eccezionale, soprattutto considerando la qualità di Botic Van da Zandschulp, Karen Khachanov (semifinalista a Melbourne nel 2023) e Andrey Rublev. La maniera in cui ha saputo reagire al punteggio di 1-5 nel tiebreak contro il russo è la testimonianza diretta di un giocatore che, in questo momento, sa di avere forza e lucidità sopra la media nei momenti decisivi. E, ovviamente, ne sono consci anche gli avversari, che anche nettamente avanti nel punteggio temono la rimonta (che puntualmente arriva).


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il corpo

Tra una battuta e l’altra (sta diventando molto brillante anche fuori dal campo), Sinner ha lasciato intuire che un gran lavoro è stato svolto sulla parte atletica. Durante la preparazione fisica, in off-season, Jannik ha messo su massa e reso ancor più resistente il proprio corpo. La maniera con cui arriva sempre in maniera perfetta, con le gambe, sulla palla, è una prova schiacciante. Una maggiore consistenza fisica si rispecchia nell’esplosività al servizio, nella fase difensiva e soprattutto nella resistenza: Sinner mantiene un livello molto alto per un maggior numero di ore consecutive e ha ridotto drasticamente i passaggi a vuoto. Aver risparmiato energie (fisiche ma anche nervose) nei primi turni è stato determinante. In uno Slam, anche se la preparazione è stata ottima, la cura del corpo è al primo posto. Umberto Ferrara (preparatore) e Giacomo Naldi (fisioterapista) ne sono consapevoli.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

La tecnica

Il trionfale ingresso nel circuito di Jannik Sinner (da numero 549 a 96 in 12 mesi nel 2019) aveva mostrato un giocatore molto forte, potente ma 'monocorde'. Poche (ottime) soluzioni, accelerazioni straordinarie ma anche errori (soprattutto di dritto), un servizio con tanti difetti e variazioni quasi inesistenti. Negli ultimi due anni il lavoro dei coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill ha portato Sinner a una completezza tecnica invidiabile: dal ‘serve and volley’ allo slice di rovescio sino al gioco di rete e a tanti piccoli accorgimenti che hanno consentito a Jannik di costruire un nuovo servizio (potente, vario e preciso). Negli ultimi 24 mesi Sinner ha modellato la propria tecnica rendendola oggi sempre più automatizzata: Jannik non deve più pensare, ma semplicemente eseguire. È ciò che a Melbourne abbiamo visto accadere con il dritto, ricco di top spin e sempre più solido.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

La tattica

Quel dritto alto, preciso e pronto a saltare dopo il rimbalzo (quanto sofferenza per Rublev sul proprio rovescio) nasce quasi due anni fa. È stato il primo vero accorgimento portato da Vagnozzi nell’aprile 2022 (Cahill sarebbe entrato nel team qualche mese dopo) a Montecarlo. Il dritto carico in top spin fu protagonista di un match proprio contro… Rublev. Fu un terzo turno terminato 5-7 6-1 6-3 per Sinner, che dal secondo set in poi fece letteralmente impazzire il russo. Oggi chi affronta Sinner, di fatto, non sa cosa aspettarsi: Sinner può tirare fortissimo o rallentare (relativamente), attaccare o difendere, rimanere a fondo o buttarsi a rete. La scelta del colpo giusto nel momento ideale è oggi un 'must' di Jannik. Tutti questi aspetti, messi insieme, hanno permesso a Sinner di annullare 26 palle break su 28 (93%) nel torneo, strappando la battuta agli avversari 24 volte su 56 occasioni (43%).


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutto è connesso. Nel tennis e nello sport. Per un colpo perfetto bisogna arrivare in tempo vicino alla palla (fisico), avere la giusta consapevolezza (mente), scegliere la soluzione ideale per quella determinata situazione (tattica) e saper eseguire il movimento in maniera idonea (tecnica). Quattro aspetti legati indissolubilmente. Se ne manca anche uno soltanto, il rischio di errore è elevato. Jannik Sinner, agli Australian Open 2024, sta giocando su una nuvola. La forza psicologica è all’ennesima potenza e il corpo segue pedissequamente ogni indicazione; tecnica e tattica sono a un livello tale che ogni colpo sembra automatizzato, così come qualsiasi situazione di gioco (sapere cosa fare, quando e come).
Il match contro Rublev ha testimoniato tutto ciò, nonostante qualche naturale momento di difficoltà. In un match 3 set su 5, lo ha spiegato lo stesso Sinner, è impensabile evitare alcuni piccoli cali.


© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
Sinner, quattro elementi per la perfezione: ecco i suoi segreti
2
La mente
3
Il corpo
4
La tecnica
5
La tattica