Nardi promette: "Se vinco a Napoli mi tingo i capelli di azzurro"

Luca ha superato Djokovic e adesso pensa in grande: "Voglio scalare il ranking, arrivare in Davis e un posto al Roland Garros"
Nardi promette: "Se vinco a Napoli mi tingo i capelli di azzurro"© Getty Images
Davide Palliggiano
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Tagsnardi

Dopo la vittoria su Novak Djokovic a Indian Wells la sua vita è cambiata. Luca Nardi è entrato nei top 100 del ranking Atp, ha guadagnato notorietà, follower su Instagram, le attenzioni del mondo intero. Ciò che ha fatto non rientra nella normalità, ma nella straordinarietà di un ragazzo di cui tutti, nell’ambiente tennistico, dicono un gran bene. Adesso sembra aver imboccato definitivamente la strada verso l’exploit, ma per arrivare ai piani alti bisogna ripartire dal basso, motivo per cui è a Napoli a giocare il Challenger 125. Quasi un ritorno a casa, perché nonostante Luca sia pesarese, il papà, nato a Salerno, è cresciuto a Posillipo, a due passi dal TC Napoli dove oggi esordirà contro lo slovacco Kovalik al primo turno. L’occasione buona per far vedere a tutti i suoi colpi, grazie ai quali gli è stato affibbiato il soprannome Giotto, impegnativo ma perfetto, almeno secondo il coach Marco De Rossi, che con lui è arrivato domenica pomeriggio. «Gli calza a pennello - ci racconta - Sappiamo tutti quello che Luca può fare con la racchetta. Ma c’è ancora tanto da lavorare».

Ha avuto tempo di leggere i messaggi che le sono arrivati dopo la vittoria su Djokovic?
«Sono stati tanti, non li ho ancora letti tutti. Il primo a cui ho risposto è stato quello dei miei genitori, poi li ho videochiamati e stavano piangendo».

Com'è nata l'impresa?
«La notte prima dell’incontro ho dormito pochissimo e il giorno stesso le gambe mi tremavano, ero in ansia, ma quando sono entrato in campo ho avuto una sensazione di tranquillità estrema, volevo godermi il momento. Per un po’ di tempo, dopo la vittoria, sono stato sulle nuvole e ho metabolizzato ciò che avevo fatto soltanto quando sono tornato a casa: ho trascorso due giorni senza toccare la racchetta, in famiglia».

Famiglia che la seguirà anche a Napoli, visto che qui è di casa. Quanto le piacerebbe vincere?
«Sarebbe bellissimo. Sono sempre venuto qui a Natale, per visitare i parenti, ma mai per il tennis. Giocare qui e vincere, in un periodo buono per me, sarebbe stupendo, ma intanto spero di fare un buon torneo».

Il primo, quest’anno, sulla terra rossa: come si è preparato?
«Non ho avuto molto tempo, sono tornato giovedì scorso, ho dovuto smaltire il fuso orario e non mi sono ancora preparato benissimo, però cercherò di fare del mio meglio».

È numero 2 del seed, chi la vedrà avrà grandi aspettative.
«In ogni torneo l’obiettivo è vincere, ma il livello del torneo è alto. C’è Fognini, con lui non si sa mai come gli gira, è capace di battere chiunque in una settimana, poi ci sono altri ottimi giocatori».

Qual è il suo obiettivo più a lungo termine?
«Vorrei scalare il ranking, entrare nel main draw del Roland Garros».

E a una convocazione in Davis, magari già per il girone di Bologna a settembre, ci pensa?
«Per Bologna non lo so, in futuro spero di poter far parte della Nazionale, sarebbe un sogno. Dipende anche dal capitano, Filippo Volandri: spero di essergli simpatico».

Intanto si gode l’ambiente napoletano e questa città.
«Sabato mi piacerebbe andare allo stadio a vedere la partita contro l’Atalanta. In famiglia tifiamo Napoli da morire. Abbiamo anche un club Napoli Pesaro, proprio sotto lo studio di mio padre: uno stanzone enorme tutto allestito con bandiere e sedie azzurre. Mi è dispiaciuto non essere qui per i festeggiamenti dello scudetto, ma ho visto le foto, è stato bellissimo, un macello. Se vinco il torneo, però, faccio una promessa: mi tingo i capelli d'azzurro».


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