L’osteopata Innocenti: "Sinner ha fatto bene a fermarsi a Madrid"

Il professionista: "Sono sicuro che con il suo team stia facendo una ricerca per arrivare a monte del problema"
L’osteopata Innocenti: "Sinner ha fatto bene a fermarsi a Madrid"  © Getty Images
Lorenzo Ercoli 
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«La premessa fondamentale è che parlo per frutto della mia esperienza, ma come i miei colleghi non sono a conoscenza dei dettagli sul caso. Se gli obiettivi di Sinner sono Roma e Roland Garros, dal mio punto di vista posso dire che ha fatto bene a fermarsi prima dei quarti di finale a Madrid. D’altro canto se come ha raccontato il fastidio all’anca si presenta ciclicamente potrebbe non bastare e bisognerebbe scavare più a fondo per far sì che il dolore non si ripresenti con un nuovo sovraccarico. Conoscendo i ritmi del tennis e il calendario non è facile coniugare le due cose».  Mattia Innocenti, osteopata diplomato con un passato agonista nel tennis, prova a guidarci in un percorso di comprensione del problema che ha costretto Jannik Sinner ad alzare bandiera bianca al Masters 1000 di Madrid. All’indomani del sorgere del dolore all’anca destra contro Pavel Kotov, l’azzurro era tornato in campo battendo Karen Khachanov, ma alla vigilia del quarto di finale contro Felix Auger-Aliassime ha deciso di non mettere a rischio il prosieguo del suo swing sul rosso.  

Sinner e il problema all'anca

«Ci sono tanti approcci terapeutici a questa problematica. Nel post match con Kotov credo si sia provato anche con un “semplice” stretching. Con l’allungamento e l’accorciamento i muscoli scaricano i metaboliti e questo porta subito benefici - la spiegazione di ciò che plausibilmente è stato fatto in una prima fase -. Adesso a questo si aggiunge il riposo fisico che permette di scaricare ulteriormente. Poi entrano in gioco altre terapie e approcci che non lavorano solo sul muscolo, ma riguardano anche alimentazione, integrazione e altri fattori. Comunque vedendo come è fatto Sinner, per maniacalità sui livelli di Djokovic, sono sicuro che con il suo team stia facendo una ricerca per arrivare a monte del problema». Negli ultimi giorni in tanti hanno provato a risalire alla causa di questo infortunio e tra le teorie ha preso piede anche quella sul movimento del dritto, dove è aumentato il lavoro del bacino, fondamentale per i recenti miglioramenti: «Nel tennis quando si fa un momento, tutto il corpo collabora per portare il colpo a compimento. Variare un’inclinazione o una rotazione condiziona tutto l’assetto muscolo scheletrico. Da ciò non può nascere un infortunio all’anca, ma può eventualmente influire. L’anca d’altronde è un’articolazione molto legata ai tendini trocanteri e a dei muscoli, come quello della coscia. Quando il problema è cronico, da vedere se è il caso di Sinner, oltre a soffrire un sovraccarico, evidentemente l’articolazione non lavora in piena fisiologia e di conseguenza le strutture muscolo-tendinee si infiammano. Le risposte possono essere diverse, ma bisognerà scavare a fondo per trovarle». 


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