Raducanu, racconto drammatico sullo stalker: "Faticavo a respirare, piangevo e non vedevo la palla"

La tennista statunitense torna sull'esperienza vissuta a Dubai: "Pensavo solo a una cosa, non sapevo come finire la partita"
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Era il 18 febbraio quando, durante il torneo Wta di Dubai, Emma Raducanu lasciava il campo durante il match contro Karolina Muchova. Al termine del secondo game, la giocatrice statunitense aveva riconosciuto lo stalker che da tempo la stava perseguitando. In suo aiuto erano immediatamente corse la giudice di sedia e la sua avversaria. Le immagini della sua reazione avevano fatto il giro del web e impressionato il mondo. L'uomo è stato successivamente arrestato, e per lui è arrivato il divieto assoluto di assistere a tutte le partite del circuito femminile.  A poche settimane dall'accaduto, Raducanu è tornata a parlare di quanto successo.

Raducanu e lo stalker: il racconto

"Ho visto l’uomo nel primo game del match e subito mi sono detta: ‘Non so come farò a terminare la partita’. Non riuscivo a vedere la pallina a causa delle lacrime - le sue parole durante una conferenza stampa al Wta di Indian Wells -. Riuscivo a malapena a respirare. Avevo bisogno di una pausa, è l’unica cosa che ho pensato. I primi quattro game mi sono scappati perché con la testa non ero presente". La tennista ha poi aggiunto: "Non si trattava del primo caso. Ce ne sono stati due. Il secondo mi ha fatta davvero spaventare, il primo pareva più simile a un fan che si avvicina. Penso sia stato un grande shock", ha concluso la statunitense, che nel torneo sul cemento della California farà il suo esordio contro 

 

 


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