Sinner, ora la terra rossa: i precedenti e cosa deve fare

Montecarlo, Madrid, Roma e gran finale al Roland Garros Da numero due, ma senza pressioni. Leggi i dettagli
Ronald Giammò

Sappiamo dove giocherà e ignoriamo quel che farà. Tuttavia, non è con curiosità che attendiamo che prenda il via la stagione sulla terra battuta di Jannik Sinner. Bensì con fiducia. Resa ancor più speciale questa volta da una rincorsa al numero uno del ranking tutt’altro che proibita. Appuntamento il 7 aprile, Montecarlo. Casa, campo base, e sede del Rolex Masters1000. Dal Principato, tappa a Madrid, Roma, e gran finale al Roland Garros. Pochi i punti da difendere (585), così come quelli che lo separano attualmente da Novak Djokovic. Lo scenario si direbbe ideale. Se non fosse che la fretta non si addice all’altoatesino, il ranking «è solo un numero», e l’imperativo rimane quello di sempre: continuare a lavorare e crescere. Più che un trampolino di lancio, la terra rossa si presenta quindi come un’intrigante sfida per l’attuale n.2 del mondo.

Sinner sulla terra rossa: ecco cosa deve fare

Superficie esigente priva di facili scorciatoie che gli è sin qui valsa un titolo in carriera (due anni fa a Umago contro Alcaraz), Sinner dovrà cercare di assimilarne in fretta gli umori cercando di accorciare quei tempi d’adattamento in cui inevitabilmente incapperanno molti suoi colleghi. L’anno scorso nel Principato la sua corsa si fermò in semifinale contro Holger Rune al termine di un match scandito da pioggia, vento e provocazioni. E resta, quello, il suo miglior piazzamento in carriera nel quartetto di appuntamenti previsti nel suo calendario: a Madrid non si è mai spinto oltre il terzo turno, e a Roma e Parigi lo scoglio sono stati quarti.


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Per gli addetti ai lavori sarà un successo anche sulla terra rossa

Ad ascoltar i pareri dei colleghi di oggi e di ieri, osservatori e addetti ai lavori, folgorati dal rendimento dell’azzurro negli ultimi sei mesi, pare non ci sia alcun dubbio che anche questa spedizione sarà un successo. Ma più che le impressioni, a infondere fiducia c’è l’atteggiamento con cui il clan Sinner si sta preparando alla sfida. Consapevole che più che al risultato immediato, i prossimi mesi saranno interpretati come un ulteriore tassello nella costruzione di un giocatore che ha già dimostrato di avere talento e sensibilità per trovare le soluzioni necessarie una volta posto di fronte al problema. Un esempio? L’erba. Superficie capricciosa su cui Sinner fino al 2021 non aveva giocato che cinque match sul circuito Atp, negli anni successivi la sua relazione con il verde è stata un crescendo culminata con la semifinale persa a Wimbledon contro Djokovic un anno fa. Nessuna paura, quindi. Nessuna pressione. Fiducia, pazienza. «Godersi il momento». Le risposte, con Sinner, non soffi ano nel vento. Ma si costruiscono con il lavoro. E non tarderanno ad arrivare.

 


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Sappiamo dove giocherà e ignoriamo quel che farà. Tuttavia, non è con curiosità che attendiamo che prenda il via la stagione sulla terra battuta di Jannik Sinner. Bensì con fiducia. Resa ancor più speciale questa volta da una rincorsa al numero uno del ranking tutt’altro che proibita. Appuntamento il 7 aprile, Montecarlo. Casa, campo base, e sede del Rolex Masters1000. Dal Principato, tappa a Madrid, Roma, e gran finale al Roland Garros. Pochi i punti da difendere (585), così come quelli che lo separano attualmente da Novak Djokovic. Lo scenario si direbbe ideale. Se non fosse che la fretta non si addice all’altoatesino, il ranking «è solo un numero», e l’imperativo rimane quello di sempre: continuare a lavorare e crescere. Più che un trampolino di lancio, la terra rossa si presenta quindi come un’intrigante sfida per l’attuale n.2 del mondo.

Sinner sulla terra rossa: ecco cosa deve fare

Superficie esigente priva di facili scorciatoie che gli è sin qui valsa un titolo in carriera (due anni fa a Umago contro Alcaraz), Sinner dovrà cercare di assimilarne in fretta gli umori cercando di accorciare quei tempi d’adattamento in cui inevitabilmente incapperanno molti suoi colleghi. L’anno scorso nel Principato la sua corsa si fermò in semifinale contro Holger Rune al termine di un match scandito da pioggia, vento e provocazioni. E resta, quello, il suo miglior piazzamento in carriera nel quartetto di appuntamenti previsti nel suo calendario: a Madrid non si è mai spinto oltre il terzo turno, e a Roma e Parigi lo scoglio sono stati quarti.


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