Eurovolley, Italia: la carica dei 10.000 a Roma

Una marea azzurra è pronta a spingere la Nazionale di De Giorgi che oggi al PalaEur (ore 21,15) chiede alla Francia il visto per la finale
Eurovolley, Italia: la carica dei 10.000 a Roma© LAPRESSE
Giorgio Burreddu
4 min

La semifinale è cominciata molte ore fa. È successo quando Jean Patry, vecchia conoscenza del volley italiano, ha dichiarato all’Equipe che i due lunghi trasferimenti della Francia nel corso della manifestazione - 2.300 chilometri tra Tel Aviv e Varna e poi 2.100 dalla località bulgara a Roma - sono stati opera dell’Italia. Trucchetti.  

«Abbiamo aspettato sull’asfalto a causa di un problema tecnico. Va bene che ci fosse un po’ di spazio sull’aereo, ma abbiamo aspettato a lungo. È possibile che sia stata una mossa degli italiani, penso che ne siano capaci». Italiani brava gente. Un po’ si scherza, un po’ no. Vale tutto prima di una partita così. Ma col tifo sfegatato nelle mani l’Italvolley avrà una marcia in più, altro non serve.  Per la semifinale di questo Europeo made in Italy, Roma e il suo palazzo oggi alle 21.15 ospiteranno quasi 10.000 spettatori (9.600) per vedere Italia-Francia. Una gigantesca marea azzurra, che sommergerà la notte e i sogni di gloria dei francesi. Non c’è spazio per altro. La squadra di Fefé De Giorgi è pronta a giocarsi l’accesso alla finale. E proprio contro quella Francia che gli azzurri misero al tappeto al Mondiale. Quella volta, però, erano i quarti di finale.

Italia, la carica di Giannelli

Non c’è un attimo di tregua per l’Italvolley. Ieri i ragazzi di De Giorgi, quelli che lottano come guerrieri, come ha detto lui dopo la vittoria contro l’Olanda, sono arrivati nella Capitale, si sono sistemati e adesso attendono solo lo scorrere delle ore per affrontare il gruppo di Giani. Poche ore di sonno. Ma il tempo per recuperare c’è, e nessuno dentro lo spogliatoio azzurro vuole parlare di pressione. Nemmeno Simone Giannelli, il capitano di questa generazione di (neo) fenomeni. «Se le cose si fanno bene la pressione non si sente - dice il capitano azzurro -, non abbiamo questa foga o frenesia di difendere il titolo. Ci interessa onorare la maglia con tutto noi stessi». La maglia, il cuore, l’onore. Giannelli, poi, è uno che ha imparato la sicurezza. Ora lo fissi e vedi un guerriero. Ha detto che «l’azzurro è sacro» e che il gruppo si sente «sempre più forte». Lucchetta, senti senti, lo ha incoronato addirittura suo erede.

Italia, il viaggio per gli Europei

Ma dietro il viaggio mentale e fisico di questo gruppo c’è anche l’organizzazione. Quella degli Europei a casa nostra è stata una grande operazione mediatica e di marketing. Roberto Ghiretti, docente MasterSport, ha calcolato che «la ricaduta economica è misurabile e quella sociale emerge nel tempo. Il totale dell’indotto economico atteso dai due tornei continentali potrà essere superiore ai 160 milioni di euro». Un gruzzolo non da poco nell’ambito delle due manifestazioni messe in piedi con attenzione ai particolari. E certo i risultati aiutano a far girare l’entusiasmo, mica solo l’economia. Bologna, Bari, adesso Roma. Al PalaEur non ci entrerà nemmeno uno spillo. Per chi non entra ci sono le dirette Tv di Rai e Sky. E per la finalissima sono già attesi 11.000 spettatori. Non si guarda alla finale. E figuriamoci se ci si volta indietro. No, step by step. Lo sa anche Giannelli. «Tornare da campioni in carica è sicuramente fantastico, ma le vittorie sono il passato, ora dobbiamo solo pensare al presente e rimanere concentrati». 


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