Doping: «Troppa coca in Premier League»

La rivelazione choc è di Curtis Woodhouse, ex centrocampista dello Sheffield United ed ex pugile: «Gli atleti preferiscono la cocaina perchè sparisce in 48 ore»
Doping: «Troppa coca in Premier League»
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LONDRA (INGHILTERRA) - Il caso Sharapova ha sconvolto il mondo dello sport. La stella del tennis mondiale ha confessato di essere stata trovata positiva ai test antidoping a seguito dei controlli effettuati durante gli ultimi Australian Open, a causa dell'assunzione del Meldonium, un farmaco proibito dal gennaio di quest'anno, che la campionessa russa dice di aver assunto per 10 anni al fine di combattere una forma di diabete ereditario.

I TWEET - L'ex calciatore poi convertitosi al pugilato professionistico, Curtis Woodhouse, è entrato nella discussione aperta dal caso Sharapova, e attraverso twitter ha svelato alcuni retroscena particolarmente inquietanti, che gettano fango sul mondo del calcio. Secondo Woodhouse, che ora è dirigente dell'Hull United: «La droga preferita dagli atleti è la cocaina, perchè rimane nell'organismo solo 48 ore. Il lunedì mattina era una roulette russa per alcuni»

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L'ex centrocampista ha poi raccontato che quando giocava a calcio uno dei suoi manager era solito entrare negli spogliatoi dicendo: «Qualcuno ha usato droghe? Chi l'ha fatto andasse a casa».

La cosa più inquietante, dice Woodhouse, è che «alcuni miei compagni tornavano davvero a casa», lasciando intendere che il fenomeno droga fosse molto diffuso.

L'ex calciatore ha poi segnalato che mentre le sue rivelazioni venivano pubblicate su twitter, un suo ex compagno di squadra lo esortava a smettere, scrivendogli di «chiudere la c.... di bocca».
Rivelazioni queste, certamente inquietanti, ma che non trovano alcun riscontro in inchieste della magistratura inglese.

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