Il Bayern prepara 100 milioni per l’assalto a Osimhen

L'attaccante nigeriano del Napoli resta un grande obiettivo del club bavarese ma è fuori budget
Il Bayern prepara 100 milioni per l’assalto a Osimhen© FOTO GIANLUCA MOSCA
Antonio Giordano
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NAPOLICome disse qualcuno: tutto è relativo. E ci vorrebbe Einstein per aiutare a capire il calcio, mentre Herbert Hainer, il presidente del Bayern Monaco, confessa a Bild tv che «possiamo spendere anche cento milioni di euro ma deve essere la scelta giusta». Cento milioni, che verrebbe da ripensare a Così parlò Bellavista sono una fortuna, e certo che sì, ci si potrebbero fare talmente tante cose, tranne che comprare Victor Osimhen, che per quella cifra, gennaio 2022, venne tenuto dov’era e dove è rimasto, cioé al Napoli, lasciando che al Newcastle si interrogassero. Con i cento milioni che il Bayern Monaco ha messo sul mercato, Osimhen rimane inavvicinabile senza se e senza ma, forse pure per 120, perché ormai le quotazioni lievitano, il football sta impazzendo è uno che ha segnato trentuno gol senza averle neppure giocate tutte ha un suo appeal: centocinquanta, va. 

I bomber

Gli attaccanti costano, come si sa, sempre qualcosa in più degli altri, e certe volte le intuizioni pagano: circa un anno e mezzo fa, mese di febbraio, Cristiano Giuntoli decise di puntare su Giovannino Simeone, gli era sempre piaciuto e si stava confermando con il Verona, avrebbe fatto di tutto per prenderlo. Missione compiuta, contemporaneamente alla cessione di Andrea Petagna al Monza, in un’operazione praticamente parallela: uno è arrivato per due milioni e l’altro è partito per la stessa cifra; uno andrà riscattato, entro venerdì, con dodici milioni e l’altro il 30 di questo mese, lascerà che dalla Brianza, a salvezza ottenuta, venga girata identica cifra. Petagna «pagherà» dunque Simeone, che intanto però va riscattato e non ci sono (ovviamente) dubbi che ciò accada. 

Saluti

E comunque, c’è poi un calcio pure più «umano», che non insegue cifre astronomiche, si accontenta di essere accessibile, di consentire a Diego Demme di riappropriarsi di sé dopo una stagione piena di pause, di tornare in Germania, di avere spazi che ha un po’ perduto: l’Hertha Berlino deve ricostruirsi, si sta leccando le ferite per la retrocessione nella B tedesca, ha bisogno di uomini di spessore e l’ex regista e capitano del Lipsia, 32 anni a novembre, è una garanzia. Demme ha vissuto due Napoli, nella prima (all’inizio), è stato a lungo titolare, non c’era un 4-3-3 senza di lui, ventidue presenze nei primi sei mesi, 35 nella sua seconda stagione; poi, gli è esploso Lobotka davanti e il suo campo è diventato la panchina. Però, ha vinto uno scudetto anche lui e poi prima, sempre con Spalletti, ha conquistato la qualificazione in Champions, peraltro mai attraversata. In Germania dicono che voglia anche lui rimettersi in gioco, che abbia offerto la propria disponibilità e che per dire di sì sarebbe disposto a ridursi pure l’ingaggio, e che a questo punto sarebbe semplicemente un affare tra società che dovranno trovare il modo e il tempo. Non essendoci in ballo centinaia di milioni, è relativamente semplice. 


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