Pagina 3 | Joe Barone, la nuova camera ardente e dove si terranno i funerali

Non ce l’ha fatta nemmeno uno combattivo, tenace, risoluto, determinato come pochi altri nel raggiungere gli obiettivi. Non ce l’ha fatta Joe Barone a difendere la propria vita dall’attacco sferrato dalla parte crudele della vita stessa, quella che all’improvviso si rivolta contro per mettere di fronte all’appuntamento col destino. E ciò che si temeva dal pomeriggio di domenica, ieri purtroppo è diventata realtà cruda e lancinante: il direttore generale della Fiorentina è scomparso all’età di 57 anni. Oggi ne avrebbe compiuti 58. 

Joe Barone, il senso di appartenenza

A darne notizia è stato il club viola con un messaggio commovente, straziante ma anche dolce, rivolto con infinito affetto intanto all’uomo Giuseppe (il nome di battesimo), poi all’amico Joe e infine al dirigente Barone, che in cinque anni era diventato un muro portante della Fiorentina, con tutto il suo carico di personalità tracimante e trascinante, di passione verace e genuina, di carattere forte, a tratti spigoloso. Ma vero. L’appuntamento con il destino è stato in una stanza d’albergo a Cavenago di Brianza, drammaticamente lontano dalla moglie Camilla e dai quattro figli, ma lì dove c’era la Fiorentina, diventata per Joe Barone un’altra famiglia a cui dedicare tante idee, tanti sforzi, tante battaglie non sempre condivise, che però avevano il sapore dell'appartenenza. 


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Addio a Barone, la disperazione della Fiorentina 

E adesso la Fiorentina è disperata, perché tutto questo non ci sarà più, riconoscendo in lui, nell’uomo e amico Joe, l’anima di chi si è dedicato alla causa viola con uno slancio che non è facile trovare. Neppure richiesto a chi era nato a Pozzallo in Sicilia, catapultato bambino a New York (Brooklyn) nel 1974 e là nella Grande Mela diventato adulto con le prime esperienze lavorative nel settore bancario, prima d’incontrare Rocco Commisso e fare la conoscenza dell’imprenditore anch’egli italo-americano che ne avrebbe indirizzato per sempre il corso professionale inserendolo in Mediacom e poi, accomunati entrambi dalla sfrenata passione per il calcio giocato in gioventù, nei Cosmos e alla Fiorentina. Rocco Commisso che ora piange l’amico fraterno e oggi sarà a Firenze per rendergli omaggio nella camera ardente allestita al Viola Park (dalle 9 alle 21) e che venerdì l’accompagnerà a Pozzallo (la città che ha dato i natali a Giorgio La Pira, il sindaco più illuminato di Firenze e di questo Joe Barone andava molto fiero), dove sarà allestita una nuova camera ardente e sabato celebrata una messa, mentre le esequie si terranno la settimana prossima negli Stati Uniti.


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Joe Barone, l'eredità

Joe Barone lascia un vuoto dentro la Fiorentina che non sarà comunque semplice colmare pur ridisegnando linee guida e compiti, quel vuoto che esprimevano gli occhi smarriti di Italiano e dei calciatori viola (Biraghi e Milenkovic tra i più colpiti senza fare una inutile classifica del dolore, ripiombati in un incubo come sei anni fa per la tragica scomparsa di Davide Astori nel ritiro a Udine), che all’Ospedale San Raffaele sono rimasti aggrappati ad una speranza che via via si è sfilacciata sotto il peso dell'ineluttabile. Barone lascia un vuoto in chi l’ha conosciuto e l’ha apprezzato, e anche in chi ha avuto con lui contrasti decisi, contrapposizioni di pensiero che spesso mettevano in risalto l’interesse comune del contendere: la Fiorentina. Non sarà più possibile farlo per sottolineare le tante cose giuste fatte a favore della Fiorentina, oltre che per rimarcare gli errori da cui ripartire. Però, un modo l’aveva già trovato inconsapevolmente per colmare il vuoto che avrebbe lasciato e questo modo si chiama Viola Park. Il centro sportivo più grande d’Europa voluto da Rocco Commisso per regalarlo alla Fiorentina e a Firenze: lì dentro c’è e ci sarà sempre l’uomo, l’amico e il dirigente viola che è stato Joe Barone.


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Joe Barone, l'eredità

Joe Barone lascia un vuoto dentro la Fiorentina che non sarà comunque semplice colmare pur ridisegnando linee guida e compiti, quel vuoto che esprimevano gli occhi smarriti di Italiano e dei calciatori viola (Biraghi e Milenkovic tra i più colpiti senza fare una inutile classifica del dolore, ripiombati in un incubo come sei anni fa per la tragica scomparsa di Davide Astori nel ritiro a Udine), che all’Ospedale San Raffaele sono rimasti aggrappati ad una speranza che via via si è sfilacciata sotto il peso dell'ineluttabile. Barone lascia un vuoto in chi l’ha conosciuto e l’ha apprezzato, e anche in chi ha avuto con lui contrasti decisi, contrapposizioni di pensiero che spesso mettevano in risalto l’interesse comune del contendere: la Fiorentina. Non sarà più possibile farlo per sottolineare le tante cose giuste fatte a favore della Fiorentina, oltre che per rimarcare gli errori da cui ripartire. Però, un modo l’aveva già trovato inconsapevolmente per colmare il vuoto che avrebbe lasciato e questo modo si chiama Viola Park. Il centro sportivo più grande d’Europa voluto da Rocco Commisso per regalarlo alla Fiorentina e a Firenze: lì dentro c’è e ci sarà sempre l’uomo, l’amico e il dirigente viola che è stato Joe Barone.


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