Il Napoli è davanti alla Juve: cosa dicono i dati

I campioni d’Italia svettano in tutte le statistiche offensive ma raccolgono meno punti
Il Napoli è davanti alla Juve: cosa dicono i dati
Giorgio Marota
6 min

Se i dati non mentono - e non lo fanno quasi mai - Juve-Napoli di domani esalterà le qualità migliori delle due rose: da una parte la difesa di Allegri, che pare impastata nel cemento armato (già 8 partite senza gol presi, oltre 700 minuti d’imbattibilità, le distanze cortissime tra i reparti e tante altre intuizioni), dall’altra la creatività “scugnizza” mista alla classe cristallina degli azzurri, una sana e sacrosanta strafottenza che si fa beffe di un calcio ormai sempre più muscolare. A confermarlo è Opta, attraverso una lunga serie di numeri che inquadrano il rendimento complessivo dei singoli calciatori, valutandolo con un parametro da 1 a 100. Lo strumento analitico individuato dall’agenzia si chiama “Opta F60” e si tratta di un indice che tiene conto di molteplici fattori tecnici, fisici e tattici, andando ben oltre il numero di gol e assist e tutto ciò che appare già in superficie. E così, alla vigilia di un big match così indecifrabile, anche noi abbiamo provato a giocare a dati.

Politano spicca, c'è anche Danilo

Da questo studio emerge che, a dispetto dei nove punti di distacco tra le due squadre (Juve 2ª a quota 33, Napoli 5° a 24), a farsi preferire sono i calciatori di Mazzarri. Unendo e mescolando le due rose, infatti, nei primi dieci per qualità di prestazioni in campionato spiccano ben 7 campioni d’Italia: il più bravo fin qui è stato Politano; non a caso 19 partite su 19 disputate contando anche le altre competizioni, non ci rinunciava mai neppure l’incerto Garcia (neppure dopo il “vaffa” mimato con il braccio da Matteo in Napoli-Fiorentina). Segue l’altro folletto imprevedibile di nome Lobotka, 168 cm di tecnica e due piedi da favola che Mazzarri sta tirando finalmente a lucido. E poi Kvara (4°), Di Lorenzo (5°), Zielinski (6°), Anguissa (9°) e lo sfortunato Olivera (ginocchio ko), attualmente in posizione 10. Infilati come intrusi in questo tripudio partenopeo ecco tre volti della Signora: Bremer, che chiude il podio, il collega di reparto Danilo, che giusto domani tornerà titolare a due mesi dal problema al flessore, e infine Rabiot, il Willy Wonka del centrocampo di Max.

Juve-Napoli, l'undici ideale

I numeri dipingono Juve-Napoli al contrario, dunque, rispetto a quanto afferma la classifica. Un’ulteriore conferma del fatto che gli azzurri, primi in Serie A per possesso palla medio a partita (32’ 51’’), per tiri (248), per calci d’angolo (93) e secondi per numero di pali e traverse (10, più sfortunato solo il Frosinone con 12), più in generale ai vertici in tutte le statistiche che riguardano gli indici di pericolosità, stanno raccogliendo decisamente meno di quanto producono. Viceversa, la Juve non spicca in nessun dato offensivo - ben 11 squadre tengono più tempo il pallone di Locatelli e compagni, oggi sesti per gol fatti e per assist e quinti per tiri effettuati - eppure avanza con un ritmo da big, a conferma dell’incredibile lavoro fatto da Allegri e dal suo staff nel massimizzare i profitti e nel ritrovare ferocia e determinazione senza perdersi in chiacchere e voli pindarici. A Torino si sono dimostrati cinici e maturi ben al di là di qualsiasi aspettativa legata persino all’età: tra le big, la “Vecchia Signora” ha in realtà la rosa più giovane, con soli 26,7 anni di media. Ma in campo non si vede. D’altro canto, non è un caso neppure la posizione ai vertici della graduatoria Opta dei calciatori del reparto difensivo: tra i primi sei bianconeri per rendimento ci sono addirittura quattro difensori, e cioè Bremer (a un passo dal rinnovo fino al 2028), Danilo, Rugani e Gatti; tra i primi dieci, il conto sale a sei perché si aggiungono Szczesny e Alex Sandro. Il 7 a 3 in favore degli azzurri nella top ten rende il confronto sbilanciato. Ragionando però ruolo per ruolo, e immaginando una formazione ideale di Juve e Napoli schierata 4-3-3, la questione improvvisamente si riequilibra: Szczesny è il migliore tra i pali, poi Di Lorenzo, Danilo, Bremer e Olivera formano la linea difensiva ideale; a centrocampo spiccano Zielinski, Lobotka e Rabiot e davanti non c’è niente di meglio che Politano, Milik e Kvara. Un undici decisamente interessante. Arrivando in fondo alla graduatoria Opta fanno rumore invece le posizioni di Meret (43°, il suo vice Gollini va molto meglio ed è 26°), di McKennie, 44°, e dei due che toccano inaspettatamente il fondo, Osimhen (penultimo) e Kean (ultimo). Il nigeriano non segna da due mesi (a sua parziale discolpa il problema fisico che gli ha fatto saltare quattro gare di fila da fine ottobre a metà novembre), l’italiano si è invece guadagnato spazio dopo la debacle di Sassuolo, ma non è ancora riuscito a incidere in zona gol. Vlahovic galleggia a metà classifica, ma sta risalendo: il serbo non può e non deve accontentarsi, anche perché tra pochi mesi vedrà lievitare il suo stipendio a 12 milioni, diventando così il più pagato del campionato. Sempre che la Juve non trovi una soluzione alternativa tra tagli e mercato, ma questa è un’altra storia.


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