Spalletti ammette: «Pallotta? Ha ragione, è colpa mia»

L'allenatore della Roma alla vigilia del match contro il Palermo: «La responsabilità delle sconfitte è la mia ma abbiamo la forza per riprendere il percorso che avevamo iniziato»
Spalletti ammette: «Pallotta? Ha ragione, è colpa mia»© AS Roma via Getty Images
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ROMA - «Come si esce da questo momento negativo (tre sconfitte consecutive)? La strada è una: quella di vincere. La medicina è questa, di ridare ai calciatori quella forza che posseggono. Ci sono da valutare anche altre partite, siamo finiti con una ruota nel fango e io sono l'unico responsabile perché sono io ad avere il volante della macchina in mano, Quello che diventa fondamentale è avere sotto il cofano i cavalli giusti per uscirne. Abbiamo la forza per rimettere la macchina in carreggiata e riprendere il percorso che avevamo iniziato. Penso di avere una rosa forte, che mi permette di superare momenti difficili come questo». Così l'allenatore della Roma, Luciano Spalletti, alla vigilia del match contro il Palermo, parla del periodo difficile che sta affrontando la sua squadra. 

IL PALERMO - E sulla sfida contro i rosanero: «Ci sono cose che possono determinare nuove energie, come il presidente nuovo, ma sappiamo cosa dobbiamo fare, il nostro obiettivo è abbastanza chiaro poi dipende se ci riusciamo o no, la forza che abbiamo ci permette di giocare la partita e vincerla».

SU PALLOTTA - «Le parole di Pallotta? Voleva motivare i giocatori, difenderli da quello che stiamo attraversando, magari mettendo in discussione il mio operato ma non fa una piega, quello che succede è responsabilità mia. Se continueremo a perdere, ho fiducia nella reazione dei giocatori, nello spogliatoio si dicono delle cose e si cerca di dire la verità, ma è importante come mi guardano e lo fanno nella maniera giusta. Oggi c'è già abbastanza carne al fuoco, Pallotta ha a cuore i giocatori, quello che dice di me non conta, io vado dritto per la mia strada, nessun problema. Non ricadiamo nella mediocrità dei discorsi detti e ridetti, o si fanno discorsi costruttivi e passiamo oltre. O si costruisce e si va un discorso diverso rendendo partecipe il popolo giallorosso, ma se si comincia a dire che bisogna vincere, questa è una strada più ragionata, più tranquilla insomma, ecco. Io sono fiducioso dei miei giocatori, non cambio idea rispetto a quanto detto a dicembre, loro ci consentono di arrivare in fondo, la penso allo stesso modo».

TURN OVER - «Turn over per Fazio e Strootman? Io dico che non siamo stanchi. Funziona così: le statistiche europee degli ultimi 10 anni, dicono che se giochi a distanza di due giorni, le vittorie calano del 40% rispetto alle situazioni normali. Noi questa manovra l'abbiamo fatta 14 volte e vinto 10 partite, poi ne abbiamo perse quattro ma due fanno parte di questo ultimo periodo e questo è un dato. Mi avevano abituato bene nelle altre partite ed ero fiducioso per quello, poi ci sono le sconfitte ma è normale quello che ci è successo se vediamo queste statistiche, che guardiamo anche noi. La cosa da prevenire era quella di riuscire a smucchiare questo castelletto di partite che è successo solo a noi, solo la Roma ha avuto queste partite, potevamo giocare lunedì e lo avevo chiesto a Baldissoni. Il Lione per giocare il giovedì dopo, ha giocato il venerdì... Secondo me andare a dire ai calciatori, come ho sempre, detto che sono stanchi, allora si sta a casa ma il margine non c'è, lo sappiamo da soli. È venuto fuori che Florenzi si è rifatto male e che faccio? Dico che non ho Florenzi? Era vitale recuperarlo... Sto tutti i giorni a dire che siamo stanchi? Non parlo così. In base alla formazione che farò domani, 4 o 5 giocatori che non hanno giocato l'ultima partita ci saranno. I giovani? Non mi porta nessun vantaggio, devo vincere la partita domani, di roba c'è n'è già abbastanza, dobbiamo allenarci bene oggi. La stanchezza si vince con la responsabilità, la professionalità, la convinzione delle idee. Non metto assolutamente in discussione chi sono e come sono arrivato qui, dite quello che volete, io sono l'unico responsabile della squadra, ma ci rialzeremo perché ho i cavalli giusti».

IL CONTRATTO - «Il contratto? Se vinco rimango, se non vinco non rimango, sono coerente a quanto detto in passato. Io ho una squadra forte, li ho accettati e voluti, desiderati questi calciatori. In un momento come questo conta il risultato, che nessuno venga a dirmi il contratto del prossimo anno, chi ama, chi fa bene il professionista, non pensa al contratto ma pensa al Palermo che ti dà lo sbocco alle tue proiezioni, obiettivi. Se non fai risultati, sarai sempre limitato in quello che andrai a chiedere. Metteremo attenzione per il risultato di domani, conta solo quello, il Lione verrà conseguentemente. Mi aspetto una bella reazione da quei giocatori che metterò dentro e che ho fatto giocare poco, dentro una squadra succede questo, qualcuno sta in panchina. Se uno pensa al contratto, non è un professionista».

JUVE-MILAN - «Gli episodi arbitrali nella sfida tra Juve e Milan? Mi sarebbe piaciuto fare l'arbitro, ma sono troppo vecchio. È un ruolo importante fatto bene dai nostri professionisti, non vado a dare opinioni su quello che è accaduto, bisognerebbe studiare altro».

TOTTI E PEROTTI - «Totti al posto di Dzeko? Può riposare, Totti domani comincia dalla panchina. Perotti? La squadra ha un certo equilibro, la squadra ha fatto risultati e ora diventa indispensabile Salah e le vittorie importanti le abbiamo fatte anche senza di lui. Quando era in Coppa d'Africa le abbiamo vinte tutte».

LA JUVE - «Contatti con la Juve? Non ho firmato nessun precontratto con nessuno».

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