Dybala, dopo le pere al Feyenoord la risposta all'amico del Bayer Leverkusen

L'attaccante della Roma ha risposto per le rime all'accusa di Palacios di aver messo il pullman davanti alla porta in semifinale di Europa League
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Dopo le quattro pere postate al Feyenoord, Dybala ha risposto per le rime anche al suo compagno di nazionale Exequiel Palacios, ma rivale con il Bayer Leverkusen in Europa League. In un’intervista alla giornalista della Tv Publica Sofi Martinez Mateos la Joya ha risposto così all’accusa di aver messo il pullman davanti alla porta in semifinale: “Hanno avuto 180 minuti per segnare - ha detto l’attaccante sfoderando un bel sorriso - ma non hanno fatto nemmeno un gol, nemmeno uno annullato. Non possono parlare, sfacciati, non hanno fatto neanche un gol! Però, dai, rispetto, gli mando un abbraccio”.

Dybala, il backstage e l'intervista

L’intervista è stata registrata a casa di Dybala e il backstage ha svelato qualche segreto. Le telecamere sono andate a curiosare in una libreria e hanno catturato un bel dettaglio. Accanto a un libro sul suo idolo Messi, con il titolo “Eternos”, c’era Diventare Mourinho” di Ivan Zazzaroni. Il legame tra Dybala e Mourinho è sempre stato strettissimo. Lo Special One è andato a consolarlo quando era in lacrime dopo la sconfitta in finale di Europa League contro il Siviglia. Domani andrà in scena l’ultimo appuntamento all’Olimpico, nella sfida casalinga contro lo Spezia: Dybala vuole giocare per salutare i tifosi, e loro ovviamente chiederanno a gran voce a lui e a Mourinho (che seguirà la partita da una stanzetta perché squalificato) di rimanere. Sarà un altro spettacolo, l’ennesimo sold out della stagione.

Il messaggio per Dybala

L’intervista non è ancora andata in onda, ma la giornalista argentina ne ha dato un piccolo assaggio sul suo profilo instagram, in cui ha anche dedicato un messaggio a Dybala:

E A ROMA, DYBALA!

"Intelligente, riconoscente e soprattutto caloroso. Credo, o mi è sembrato da quando ero lì, che Paulo sia un ragazzo semplice e buono. Con l'accento cordobano, con lo sguardo che ancora ricorda di suo padre nello specchietto retrovisore dell'auto mentre andava o tornava dagli allenamenti, con la sua mamma incondizionata e i suoi fratelli che lo hanno spinto a seguire il suo sogno di giocare a calcio. Non è arrivato alla Coppa del Mondo come avrebbe voluto, nonostante abbia fatto di tutto per riuscirci. Non ha giocato quanto avrebbe voluto, una sensazione che ha compensato con l'energia del gruppo. Questo mi ha sorpreso. Come se il "tutto" lo mettesse in condizione di contribuire, ma da un altro lato, e questo lo mettesse a suo agio. Ci ha aspettato con cose da mangiare, con la sua famiglia, i suoi cani e un'energia di cui noi, con un’ora di sonno, avevamo bisogno. Me ne sono andata stupita di quanto sia un uomo fantastico. Sono stata grata a Oriana per avermi dato la mano di cui avevo bisogno per fare questo articolo, e anche perché la sua presenza e la sua atmosfera hanno reso la visita molto più felice. GRAZIE!!!"

 


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