De Rossi studia la sua Roma: tutte le novità per l'esordio

Daniele deve subito far fronte all’emergenza e pensa al 4-3-3 con Dybala, Lukaku ed El Shaarawy. Sta conoscendo i giocatori con colloqui individuali
Jacopo Aliprandi

È entrato nel centro sportivo martedì, ne uscirà probabilmente solo per viaggiare con la squadra verso l’Olimpico, domani pomeriggio. Daniele De Rossi si è rinchiuso dentro il Fulvio Bernardini per prepararsi al meglio al suo esordio sulla panchina della Roma nella sfida contro il Verona: tre giorni e tre notti di lavoro insieme al suo staff, il chiodo fisso nella testa di cercare immediatamente di partire con il piede giusto nonostante l’emergenza che non può sparire soltanto con il cambio allenatore. Se fino a quattro giorni fa Mourinho non aveva giocatori e centrocampisti a disposizione, quattro giorni dopo la situazione è inevitabilmente la stessa anche per De Rossi. Daniele però domani non avrà neanche gli squalificati Mancini e Cristante, di conseguenza con tutta probabilità proverà a cambiare modulo passando al 4-3-3 (o 4-2-3-1). Una mossa forzata, dopo aver visto gli errori (e orrori) di Kristensen a Milano da centrale adattato, un cambio che De Rossi sta cercando di inculcare nella testa dei suoi in questi pochi giorni a disposizione. E poi chissà, se le cose dovessero andare bene con il nuovo modulo, il tecnico potrebbe fare di necessità una virtù.


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Roma, gli allenamenti di De Rossi

Di fatto De Rossi sta lavorando sodo in questi giorni, si sta facendo conoscere e sta insegnando ai giocatori i suoi metodi di allenamento. Molto presente in mezzo al campo, molto attivo anche nel dare consigli e suggerimenti alla squadra che sta studiando anche con colloqui individuali cominciati il giorno stesso del suo arrivo. Sta chiedendo intensità ai suoi, non tanto nella corsa - perché la squadra è stanca e acciaccata - ma nella trasmissione del pallone: «Veloce, veloce, veloce! Se siete stanchi rallentate le gambe ma muovete rapidamente il pallone». Parla ancora come uno di loro DDR, del resto ha pochi anni di differenza con i più “anziani” del gruppo e ancora un fisico da giocatore: «Come ai vecchi tempi eh? Sempre i più giovani vanno in mezzo», ha scherzato durante il torello. E sempre nell’esercizio: «Aspetta a smistare il pallone, finché non viene l’avversario non gioco così lo faccio correre. Sembra una cazzata ma non è così». Diretto verso i giocatori, che molti chiama per nome, ma anche molto spigliato in questi primi allenamenti conoscitivi. Vuole decisioni veloci con il pallone tra i piedi, così come le verticalizzazioni verso gli attaccanti, anche con i lanci lunghi. «Lavoriamo sul contromovimento dopo lo scarico, dovete avere gli occhi dietro la testa. Guardo qua e poi guardo là. E usate le sponde».


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Roma, la LuPa insieme ad Elsha

Lunghe riunioni tattiche, sia per la fase difensiva sia per cercare di scuotere un attacco che nelle ultime partite non è stato in grado di affondare il colpo in maniera decisiva. Uno su tutti, Romelu Lukaku che nelle ultime undici partite di campionato ha segnato soltanto tre gol. Complice la sua stanchezza e una condizione atletica non perfetta nell’ultimo periodo, complice la solita emergenza in mezzo al campo, complici quei famosi quinti che non sono riusciti a servirgli un pallone buono in area di rigore. Adesso De Rossi spera che affiancandogli da una parte El Shaarawy, dall’altra Dybala (con maggiore licenza di accentrarsi, e molto spesso partirà quasi dietro a Lukaku per poi muoversi e dare fantasia alla manovra) possa aiutarlo ad avere maggiori occasioni da gol. Con il supporto di un centrocampo forzato: Bove, Paredes e Pellegrini. Di fatto gli unici a disposizione oltre ai Primavera. E le fasce? Avranno il compito di sostenere la manovra, non esserne quindi protagonisti. Una formazione rimaneggiata, certo, ma che gli darà le dovute indicazioni anche per i prossimi impegni. Testa bassa e pedalare, De Rossi non pensa ad altro. Oggi alle 10 il neotecnico si presenterà in conferenza stampa, domani tornerà all’Olimpico dopo cinque anni dalla sua ultima partita contro il Parma, il 26 maggio 2019. Sono trascorsi 1700 giorni, a Daniele sembrerà come fosse ieri.


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È entrato nel centro sportivo martedì, ne uscirà probabilmente solo per viaggiare con la squadra verso l’Olimpico, domani pomeriggio. Daniele De Rossi si è rinchiuso dentro il Fulvio Bernardini per prepararsi al meglio al suo esordio sulla panchina della Roma nella sfida contro il Verona: tre giorni e tre notti di lavoro insieme al suo staff, il chiodo fisso nella testa di cercare immediatamente di partire con il piede giusto nonostante l’emergenza che non può sparire soltanto con il cambio allenatore. Se fino a quattro giorni fa Mourinho non aveva giocatori e centrocampisti a disposizione, quattro giorni dopo la situazione è inevitabilmente la stessa anche per De Rossi. Daniele però domani non avrà neanche gli squalificati Mancini e Cristante, di conseguenza con tutta probabilità proverà a cambiare modulo passando al 4-3-3 (o 4-2-3-1). Una mossa forzata, dopo aver visto gli errori (e orrori) di Kristensen a Milano da centrale adattato, un cambio che De Rossi sta cercando di inculcare nella testa dei suoi in questi pochi giorni a disposizione. E poi chissà, se le cose dovessero andare bene con il nuovo modulo, il tecnico potrebbe fare di necessità una virtù.


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