Rossi, nuovo cinema Valentino: "Se avesse iniziato prima..."

Pirro lo promuove: «Arrivare non era scontato. Ora sulle Hypercar potrebbe addirittura fare meglio»
Rossi, nuovo cinema Valentino: "Se avesse iniziato prima..."© ANSA
Christian Caramia
4 min

Un gradino alla volta, ma puntando sempre più in alto. È questa la metodologia con cui Valentino Rossi ha costruito la sua leggenda, prima nel Motomondiale, adesso nei campionati GT, nascosta dietro il suo lato fanciullesco e giocoso che continua ad attirare migliaia di tifosi in tutti gli autodromi del mondo.

Rossi, il feeling con le quattro ruote nasce da lontano

Proprio come è accaduto a Misano domenica scorsa, quando il Dottore ha conquistato il primo successo della sua carriera nel GT World Challenge Europe dopo una stagione e mezza di apprendistato, prima di pronunciare una frase che la dice lunga sulla soddisfazione provata per l’impresa compiuta: «Adesso gli altri piloti non mi considerano più un motociclista». Sì, perché se all’inizio della sua avventura nel GTWCE, Valentino veniva guardato con diffidenza dai suoi nuovi colleghi, adesso è diventato «uno di loro», un pilota che sa vincere anche in auto e può puntare a scalare il prossimo gradino della sua infinita carriera: debuttare nel WEC, il Mondiale endurance, magari a partire dal 2024. I più attenti ricorderanno però che il feeling di Rossi con le quattro ruote non nasce certo oggi, ma ha origini ben più profonde. Già nel 2002 Valentino fece il suo debutto nel mondiale rally, prima di aggiudicarsi quattro edizioni del Monza Rally Show. Nel mezzo, diversi test con la Ferrari, con la reale possibilità - poi sfumata per sua volontà - di sbarcare in F.1, e alcune apparizioni nelle gare di durata. Proprio in una di quelle occasioni, nella 6 Ore di Vallelunga del 2009, Rossi ebbe l’occasione di misurarsi con una leggenda del calibro di Emanuele Pirro, ex F.1, cinque vittorie nella 24 Ore di Le Mans, che adesso ricopre il ruolo di responsabile del programma McLaren dedicato ai giovani piloti.

«La vittoria conquistata da Valentino a Misano è una storia bellissima, perché avvenuta davanti a tanti tifosi, sul circuito dove lui ha scritto pagine del romanzo del motociclismo» ci racconta Pirro quando gli chiediamo di commentare il successo di Rossi al “Marco Simoncelli”.

Pirro, la vittoria di Rossi nel GT World Challenge Europe dopo solo un anno e mezzo di esperienza, la sorprende? «No, visto il talento di cui Valentino è dotato, ma non bisogna dimenticare che Rossi ha già un passato tra le quattro ruote, il suo non è stato un debutto vero e proprio. Certo, affrontare una stagione a tempo pieno è un impegno più gravoso rispetto ad apparizioni sporadiche».

Secondo lei, quali difficoltà ha dovuto affrontare prima di arrivare a grandi livelli anche tra le auto?
«Quando il passaggio da una disciplina all’altra avviene in età avanzata come nel suo caso, per un pilota diventa più complicato adattarsi. Arrivare a vincere in un campionato altamente competitivo come il GTWC ha richiesto uno sforzo importante da parte sua, non avendo il bagaglio di esperienza di cui un pilota che corre da sempre con le GT è dotato. Ma ci è riuscito».

In passato Valentino era stato vicino al passaggio in F.1. Avrebbe potuto ben figurare anche lì?
«Ho sempre pensato che se Rossi avesse deciso di iniziare prima la sua carriera tra le auto fino ad arrivare alla F.1, avrebbe fatto grandi cose».

Il prossimo step è puntare alle Hypercar. Incontrerà difficoltà maggiori rispetto alle GT?
«Non è detto che accada. Le GT sono vetture complesse, con aiuti elettronici ma dal comportamento più prevedibile. Le Hypercar sono auto nate per le corse, più reattive: in una vettura del genere, potrebbe anche trovarsi maggiormente a suo agio».


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