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Osimhen e il Manchester United: sorpresa De Laurentiis al summit

A Castel Volturno prende forma il mercato: il giocatore e il suo agente (“ponte” con i Red Devils) a colloquio con il presidente e il ds Giuntoli. Si riparte dai 100 milioni offerti a gennaio dal Newcastle

INVIATO A CASTEL VOLTURNO - In un angolo lontano, nella Pineta che aiuta a confondersi, c’è un mercato che comincia a decollare con discrezione e quando un signore dal fisico “rassicurante” compare a Castel Volturno, il sospetto che stia per (ri)nascere una storia appassionante, un feuilleton per l’estate che verrà, va gonfiandosi dentro ad un pallone. Victor Osimhen è la stella nascente di questo macro-universo che insegue eroi a getto continuo e Roberto Calenda, il manager di Osimhen che si ferma per un bel po’ a chiacchierare con Cristiano Giuntoli, è il ponte che congiunge Napoli con la “sponda” United di Manchester, l’autorevole candidata a riempire le settimane dell’immediato futuro. 

De Laurentiis al summit a sorpresa

Il romanzo non dev’essere alle prime pagine, perché nel tardo pomeriggio assolato entrano poi in scena i protagonisti principali della vicenda, Aurelio De Laurentiis e Victor Osimhen, che si avviano negli uffici, raggiungono Giuntoli e Calenda ed attrezzano un summit o qualcosa che gli somiglia, dinnanzi ad un tavolo che dev’essere imbandito a festa: e a quel punto, i cento milioni che il Newcastle offrì a gennaio diventano la base di partenza per un’asta a cui parteciperà anche l’Arsenal, ma il Manchester United è davanti. Il fascino dei Red Devils soff oca, ma ora va verifi cata la volontà di Erik ten Hag, l’allenatore olandese a cui è stata affidata la rifondazione d’un club che non può permettersi di vivere alla periferia della Champions League: però qualcosa si sta muovendo, eccome, e il faccia a faccia all’ora del tè introduce nel mistero. 

Mercato Napoli, i sogni di Osimhen

Manchester United o Arsenal sono, gerarchicamente, i sogni che Osimhen sta coltivando, consapevole che tra un po’, quando si entrerà nel torrido clima del mercato, qualcosa potrà accadere e forse succederà, perché in questo calcio - dinnanzi a certe off erte - è vietato resistere. Il Napoli ha un carteggio sugli attaccanti che sarà indispensabile a ridisegnare gli scenari e la probabile conferma di Mertens spinge a disegnare una squadra con varie opzioni: il centravanti, nel senso classico, che attrae è Gianluca Scamacca (23) del Sassuolo, bottega assai cara dove però c’è pure Giacomo Raspadori (22), talento che incanta e induce a riflessioni. Ma nel girovagare per l’Europa, e pur avendo già preso Kvaratskhelia, l’area scouting sta interpretando la natura ampia di Luis Sinisterra (23 quasi), un esterno di sinistra eventualmente utile anche a destra, colombiano del Feyenoord che sa sbrigarsela persino da prima punta. C’è un ventaglio d’ipotesi da valutare ma su Giovanni Simeone (27 a luglio) c’è poco da aggiungere: il Napoli sa quello che serve e quanto basta per ritenerlo assai gradito.

Napoli, rivoluzione silenziosa

Ma in questa rivoluzione silenziosa, andranno riempiti altri vuoti che finiranno per spalancarsi: in difesa, a sinistra, Olivera del Getafe va a colmare una lacuna durata tanto, persino troppo, e l’addio di Ghoulam consente di attivare quel meccanismo «uno entra e uno esce» necessario e anzi indispensabile per arginare in qualche modo i costi. Ma poi servirà un centrale difensivo, intervento inevitabile per l’addio di Tuanzebe, investito per sei mesi del ruolo di “quarto” e in realtà preso per fronteggiare il divorzio inaspettato e intempestivo con Manolas. Il centrale da sistemare al fianco di Rrahmani, di Juan Jesus (confermato, sta per rinnovare e il suo agente è sempre Calenda) e di Koulibaly (che rimane un’incognita) dev’essere giovane, fisico, rassicurante, possibilmente già introdotto nel campionato italiano, qualcuno che somigli, insomma, a Leo Skiri Østigård (22), norvegese che il Genoa ha ottenuto in prestito dal Brighton, società con la quale Giuntoli ha rapporti consolidati.

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