Caso Anna Frank, Lotito smentisce la frase: «Nessuna sceneggiata» ma spunta un audio

La Figc ha chiesto "elementi utilizzabili" alla Procura di Roma. Intanto il ministro dello Sport Lotti ha scritto all'omologa israeliana Miri Regev: «Impegno affinché il rigurgito antisemita non macchi lo sport»
Caso Anna Frank, Lotito smentisce la frase: «Nessuna sceneggiata» ma spunta un audio© ANSA
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ROMA - «Il rabbino sta a New York, er vice-rabbino ci sarà? Non valgono un ca... questi. Hai capito come stamo? E famo 'sta sceneggiata». Frasi schock «che non avrebbe mai pronunciato», così si è difeso Claudio Lotito in merito alla notizia diffusa dal "Messaggero" secondo cui il presidente della Lazio, intercettato da alcuni passeggeri, avrebbe definito «una sceneggiata» la deposizione di martedì mattina alla Sinagoga di Roma di una corona di fiori.. Poi la diffusione dell'audio da parte del "Messaggero", che ha messo in imbarazzo anche il deputato del Pd Dario Ginefra, in un primo momento "testimone" a favore di Lotito.

TESTIMONIANZA - Questa la prima testimonianza di Ginefra all'Ansa: «Lotito - racconta all'ANSA - all'atterraggio a Roma cercava disperatamente un contatto attraverso i suoi col rabbino capo di Roma che però era a New York: questo è vero, ho sentito la ricerca di un contatto. La frase 'facciamo questa sceneggiata’, invece io non l'ho sentita. Lotito è un uomo che per idee politiche, credo sportivo e altre ragioni è quanto di più distante da me: non ho motivo di prendere le sue parti, ma quel che è giusto è giusto... Mi può essere sfuggita mezza parola, ma era evidente che il presidente della Lazio - prosegue il parlamentare del Pd - cercava di trovare un'immediata risposta all'idiozia commessa da una piccola parte della tifoseria biancoceleste, e francamente da parte sua non pareva ci fosse voglia di banalizzare il gesto. Tra l'altro - conclude Ginefra - mi dà fastidio il falso perbenismo di chi tratta le persone più ruvide e spontanee come Lotito quasi fossero grottesche e poi gestisce in guanti bianchi damerini che hanno rapporti con curve condizionate da presenze criminali di stampo mafioso. Non mi piace questa doppia lettura del mondo sportivo». 

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NUOVE DICHIARAZIONI - Dopo però aver ascoltato l'audio diffuso in rete, Ginefra ha aggiunto un post scriptum: «Credo che Lotito farà bene a spiegare la frase che evidentemente non avevo sentito e capito. La Shoa non è stata una sceneggiata e non può diventarlo neanche quello che sarebbe stato il gesto di riparazione alle offese di questi delinquenti ed imbecilli. Si diventa indifendibili quando si usa la buona fede degli altri per tentare di coprire i propri errori».

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FIGC - Intanto l procuratore della Figc, Giuseppe Pecoraro, ha chiesto "elementi utilizzabili" alla Procura di Roma sul caso degli insulti antisemiti dei tifosi laziali in curva Sud all'Olimpico.. Al momento di aprire l'indagine federale sulla vicenda, lunedì scorso, Pecoraro aveva già chiesto il rapporto della Questura della Capitale. Un pronunciamento di Pecoraro sulla vicenda è previsto in "tempi brevi".

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LOTTI - Il ministro dello Sport, Luca Lotti, ha inviato una lettera all'omologa israeliana Miri Regev dopo i fatti dello Stadio Olimpico: "Desidero ribadire con fermezza il mio profondo sconcerto per l'episodio increscioso che ha visto protagonisti alcuni tifosi - si legge nel testo -. Si tratta di un fatto gravissimo che non ha giustificazioni e che ha provocato l'indignazione di tutti: delle istituzioni politiche, del mondo sportivo come della società civile. Parole di ferma condanna sono giunte anche dal nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella". Poi ha aggiunto: "Anna Frank è simbolo di un'infanzia offesa e distrutta dall'odio nazista e le testimonianze che ci ha lasciato sono per noi un dono, che abbiamo il dovere di salvaguardare e tramandare. Da parte nostra c'è stato e ci sarà sempre tutto l'impegno possibile affinché nessun rigurgito antisemita macchi ancora lo sport italiano: sono convinto che, proprio attraverso lo sport, con i suoi valori d'inclusione e socialità, si possa combattere ogni forma di intolleranza. Colgo l'occasione per ricordare il nostro incontro a Gerusalemme, alla presentazione del Giro d'Italia 2018, un'edizione speciale dedicata al ricordo di Gino Bartali, 'Giusto fra le Nazioni', il cui nome è impresso sul muro d'onore del Giardino dei Giusti, nel mausoleo della Memoria Yad Vashem". "Sono i campioni come lui a essere esempio per i giovani ed è questo lo sport che vogliamo".


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