La novità Milanolo

Leggi il commento del direttore del Corriere dello Sport-Stadio
La novità Milanolo© AC Milan via Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Un’orgia di date, confronti, analisi sul nulla o sulla fiducia, pronostici e frasi fatte, la più abusata da allenatori e dirigenti è, di solito, "presto o tardi le dobbiamo incontrare tutte". La giornata di ieri è stata riempita dalla presentazione/inflazione del calendario di serie A, più che altro un atto televisivo, visto che al momento dell’ufficializzazione le società erano a conoscenza degli abbinamenti da almeno due ore. Dicevo di analisi sul nulla o sulla fiducia perché non conosciamo ancora il valore ipotetico o reale delle venti squadre, alcune delle quali sono costrette al rigido rispetto delle regole del FFP, peraltro nell’estate in cui inglesi e arabi di norme e obblighi se ne strafottono. Del calendario mi hanno colpito - in negativo - solo i ventidue scontri diretti previsti nel periodo in cui sono in programma ottavi, quarti, semifinali e finali delle coppe europee. L’asimmetria dell’algoritmo della lega ogni tanto produce casini. Lascio ad altri scadenze e agende e mi soffermo sul mercato in corso.

Mi sta incuriosendo non poco la strategia del Milan di Furlani e Moncada: contiene qualcosa di rivoluzionario ma anche altamente rischioso. La sensazione che provo nel veder associati al Milan Loftus-Cheek e Luka Romero, già presi, Pulisic, Musah, Kamada, Scamacca, Fresneda, Reijnders e Chukwueze è di trovarmi di fronte a un Sassuolo “anabolizzato”, ovvero una big che punta sul trading, l’acquisto di giovani talentuosi, il cui costo supera raramente i 25 milioni, da valorizzare e eventualmente rivendere a prezzo raddoppiato dopo una o più stagioni. L’erede di Ivan Gazidis, Giorgio Furlani, 44 anni, ex Lehman Brothers, Silver Point Capital e Apollo, è un manager di notevole valore, peraltro tifosissimo del Milan (dalla nascita) e profondamente anti-interista.

Catapultato da Elliott sul pianeta Papalla, comincia soltanto ora ad assimilare dinamiche, linguaggio e equilibri del non-sistema. Per un istante può aver provato ad imitare Marotta, il vecchio Beppe ha però impiegato quarant’anni e tanta Juve per diventare quel che è. Geoffrey Moncada, 37 anni, due più di Giovanni Manna, diesse della Juve, è invece uno specialista dello scouting. I due stanno rispettando fedelmente le indicazioni di Gerry Cardinale che non deve aver considerato i rischi che un progetto del genere comporta.

Provo a essere più chiaro: a Sassuolo tutto è permesso e devo dire che Carnevali sta facendo cose eccellenti: il club non conosce la pressione mediatica, né tifosa, per cui l’amministratore può azzardare anche qualche scommessa, pur senza rinunciare alla competitività. Nessuno gli chiede lo scudetto o la zona Champions. Il Milan è altro: è una nobile del calcio mondiale, il club italiano più conosciuto all’estero, ha una tifoseria eccezionale e presentissima e l’obbligo di puntare al titolo sportivo. Apprezzo le buone intenzioni del nuovo management demaldinizzato, provo tuttavia a metterlo in guardia sui possibili effetti di una campagna anomala per un top club, ancorché attenta ai contenuti tecnici.


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