Società patrimoni sociali inestimabili
Le società non sono solo fruitori di un servizio chiamato calcio, in alcuni quartieri rappresentano patrimoni sociali inestimabili: il padre di Massimo Testa, Vittorio, nel ‘46 fondò il Tor di Quinto con Palmiro Togliatti «e noi per statuto non facciamo pagare la scuola calcio, perché a quel tempo era finita la guerra e decisero di aiutare la povera gente... ». C’è chi sostiene progetti per i diversamente abili, chi abbatte le quote per chi è in condizione di marginalità economica, chi fa attività con gli immigrati (due casi: Liberi Nantes e Atletico Diritti) e persino chi promuove un progetto chiamato “adozione sportiva”, come fa in Sicilia Umberto Calaiò, fratello dell’ex attaccante Emanuele, per spingere le aziende a pagare una o più rette per i ragazzi in difficoltà sottoforma di sponsorizzazione. In una scuola superiore di Ponticelli, dal 2015, la Real Casarea ha creato una sezione “orientamento sportivo” nell’ambito dell’indirizzo di studio Amministrazione, Finanza e Marketing, con lo scopo di approfondire le tematiche legate al mondo del calcio. Ha una forte vocazione sociale anche la scuola calcio che Gigi Riva fondò a Cagliari nel 1976, appena appesi gli scarpini al chiodo: «Negli ultimi dieci anni le spese sono duplicate - sostiene Nicola Riva, figlio di Gigi - purtroppo navighiamo a vista, e di conseguenza le quote delle iscrizioni crescono in parallelo un po’ ovunque: nel 2013 facevamo pagare 300 euro, oggi 500».
Vivai a rischio
La spina dorsale del calcio è in sofferenza e rischia di essere cancellata da tutte le mappe. Eppure in questo humus fertile sono nati i talenti che hanno fatto la fortuna dei club e delle Nazionali, quando eravamo esportatori di talenti e le nostre big attingevano a piene mani ai vivai anziché sostenere un decreto che rende più conveniente l’acquisto all’estero. È perdendo di vista questo bacino che siamo giunti al 65% di stranieri nelle rose di A (erano il 55% nel 2019) e al 35% in Primavera (+20%), con il minutaggio degli italiani nel massimo campionato sceso dal 68% del 2005-06, la stagione che ci ha portato all’ultimo titolo mondiale, al 33% di oggi. Chissà se dal fondo si possa davvero solo risalire.