Pinto lascia la Roma: chi può arrivare al suo posto, c'è la pista estera

Modesto dice no, Massara è in corsa: tutti i dettagli
Jacopo Aliprandi e Roberto Maida

Stavolta è una vera separazione consensuale, senza dietrologie. Tiago Pinto lascia la Roma dopo tre anni in cui «si chiude un ciclo»: resterà in carica fino al 3 febbraio, giusto il tempo di completare il mercato invernale, e poi svuoterà l’ufficio di Trigoria con 5 mesi di anticipo sulla scadenza del contratto. L’addio è indolore perché da una parte, quella del dirigente portoghese, si erano esaurite le energie per occupare un ruolo difficile; dall’altra, quella dei Friedkin, si era esaurita la pazienza di aspettare un salto di qualità che dal punto di vista operativo non è arrivato.


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Roma, chi sarà il nuovo direttore sportivo

La proprietà in un comunicato spiega che «è in corso» la valutazione del nuovo direttore sportivo. Di sicuro da almeno un mese la Ceo, Lina Souloukou, è stata incaricata di sondare il terreno per un profilo gradito, che passerà poi al vaglio della presidenza. Per il momento, insomma, Friedkin non ha sciolto le briglie al famoso algoritmo, che invece fu determinante nell’individuazione di Tiago Pinto, all’epoca in uscita dal Benfica. Se potesse decidere Souloukou, l’erede sarebbe probabilmente François Modesto: i due hanno lavorato con profitto insieme all’Olympiacos. Ma Modesto non vuole lasciare il Monza, per il momento. A Trigoria invece circola insistentemente il nome di Ricky Massara, un ex che ha lasciato ottimi amici all’interno della Roma. Però anche qui, per quanto abbiamo scoperto, non è partita alcuna trattativa. Se c’è stato un contatto, non ha avuto conseguenze tangibili. Massara, disoccupato dopo la separazione dal Milan, tornerebbe comunque volentieri. Non ha fondamento invece la voce legata alla ricomposizione del binomio con Paolo Maldini, che in Italia non accetterebbe alcuna offerta che non abbia i colori rossoneri. Per capire cosa decideranno i Friedkin quindi bisogna pazientare. Non è escluso, è anzi verosimile che  a candidatura vincente sarà di nuovo straniera.


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Pinto va via dalla Roma, cosa succede ora

In ogni caso la Roma deve riorganizzarsi presto. È già curiosa la tempistica dell’annuncio di Tiago Pinto, che ieri mattina ha radunato la squadra a Trigoria a margine dell’allenamento e ha comunicato la novità ai giocatori. Ed è paradossale che sia un direttore dimissionario a occuparsi della ricerca del difensore centrale chiesto da Mourinho. Ma le parti hanno convenuto di svelare subito la verità per poter voltare pagina il prima possibile. Il successore di Tiago Pinto non dovrà soltanto impostare il mercato della prossima stagione ma anche gestire una serie di situazioni rimaste in sospeso all’interno: il caso Smalling, ad esempio, a quattro mesi dall’ultima partita. E poi i rinnovi e i riscatti di alcuni calciatori. Non Spinazzola, che è in scadenza e potrebbe partire già entro la fine del mese. Tornando al difensore, va segnalata l’insistenza del giovane Huijsen che ha chiesto alla Juve di andare alla Roma e non al Frosinone. Per adesso non è stato accontentato. Le alternative, con problemi di budget e di lista, sono dello stesso livello: giovani e gratuite. A meno che non esca qualche giocatore, tipo Renato Sanches: un’«ossessione» per Pinto, un problema per chi verrà dopo.  

 


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Stavolta è una vera separazione consensuale, senza dietrologie. Tiago Pinto lascia la Roma dopo tre anni in cui «si chiude un ciclo»: resterà in carica fino al 3 febbraio, giusto il tempo di completare il mercato invernale, e poi svuoterà l’ufficio di Trigoria con 5 mesi di anticipo sulla scadenza del contratto. L’addio è indolore perché da una parte, quella del dirigente portoghese, si erano esaurite le energie per occupare un ruolo difficile; dall’altra, quella dei Friedkin, si era esaurita la pazienza di aspettare un salto di qualità che dal punto di vista operativo non è arrivato.


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