Razzismo, vertice al Viminale dopo il caso Maignan: chi c'era e cosa si è deciso

I presidenti Gravina (Figc) e Casini (Lega Serie A) hanno incontrato i ministri Abodi (Sport) e Piantedosi (Interni): tutti i dettagli

ROMA - Dopo il caso di razzismo che a Udine ha coinvolto il portiere milanista Maignan si sono mosse le istutuzioni, con un incontro al Viminale che ha visto protagonisti i vertici di Lega Serie A e Figc e i ministri degli Interni e dello Sport. "Ogni volta che c'è un episodio che va condannato è un'occasione per verificare se il sistema normativo funziona e viene attuato tempestivamente - ha detto al termine del summit Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A -. Il caso di Udine conferma che è una società virtuosa, con un impianto all'avanguardia, ha permesso di intervenire con tempestività, identificare i colpevoli e punire le responsabilità individuali, che deve essere l'obiettivo principale. Verrà attivato un gruppo di lavoro per capire come intervenire e portare tutti gli impianti di Serie A agli standard di Udine. Inasprimento delle pene? Il Daspo determina quasi sempre la pena più severa e sarà compito del gruppo di lavoro approfondire questo tema".


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Gravina: "Credo nel Daspo e nel recupero"

Queste invece le parole di Gabriele Gravina, numero uno della Figc: "Incontro positivo. Abbiamo delineato alcune idee e riflessioni che possono migliorare la qualità infrastrutturale, mi riferisco in particolare all'ipotesi d'inserimento del riconoscimento facciale. Abbiamo poi ribadito che le nostre norme sancite nell'articolo 62 delle Noif sono le più severe a livello internazionale - ha aggiunto il presidente federale -. Il principio enunciato da Infantino (sconfitta a tavolino, ndr) è già previsto dalle nostre norme. Più complicato è poi applicarlo". Parlando poi della possibilità di inasprire il Daspo ha concluso: "Io sono molto favorevole soprattutto all'idea del recupero. Il Daspo è sicuramente uno strumento che sta dando i suoi frutti. Quindi inasprirlo non so a cosa possa servire. A me piace più l'idea del Daspo, ma che sia accompagnato da un processo di recupero, di riabilitazione". Così poi Gravina sul ricorso dell'Udinese dopo la chiusura dello stadio: "Non spetta a me entrare nel merito delle valutazioni oggettive che l'Udinese nel suo ricorso porterà avanti. Ma c'è un elemento fondamentale sul quale davvero tutti dobbiamo essere impegnati. Qui non è più un problema di uno, tre, cinque, dieci come è il caso di Udine. Qui è un problema in cui dobbiamo agire con grande positività". E ancora: "Quello che noi chiediamo alle nostre società è sensibilizzare verso un atteggiamento positivo di tutto il resto della tifoseria. Quindi è importante far scattare sia le attenuanti sia le esimenti con un atteggiamento positivo da parte di tutto lo stadio. Devo dire che purtroppo a Udine quando è rientrato Mignan i fischi hanno accompagnato e hanno condiviso qualcosa che era meglio condannare".


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Abodi: "Usare il 'gradimento' come Juve e Udinese"

Del razzismo ha parlato poi Andrea Abodi, ministro per lo Sport: "Non è solo un problema morale, ma un problema di ordine pubblico. Oggi non ci incontriamo per prendere un caffè, ma per valutare tutte le possibili opzioni per rendere più efficace e tempestiva la nostra azione, che è un'azione corale - ha detto a margine della presentazione del progetto 'Calcio libero' al ministero della Giustizia prima del successivo summit al Viminale con il collega Matteo Piantedosi (Interni) e i vertici del calcio -. Sono convinto che ne usciremo con qualche proposta in più, al di là delle polemiche che non servono a niente. Dobbiamo dedicare tutte le nostre energie per contrastare e debellare questa piaga, e fare in modo che chi non comprende le regole con le quali si sta al gioco, esca dallo stadio". Abodi ha parlato poi degli insulti ricevuti dal portiere del Milan sul campo dell'Udinese: "Sabato è successo un fatto molto grave, purtroppo non è l'unico, ne sono successi tanti altri. La scelta di Mike Maignan di uscire dal campo ha reso tutto più clamoroso, ma non deve essere una reazione di quel tipo ad aumentare il livello della nostra attenzione sul tema del contrasto al razzismo e di tutte le forme di discriminazione". il ministro ha ricordato che "la partita non si chiude mandando i razzisti fuori dallo stadio", visto che "c'è un investimento che dobbiamo continuare a fare, a partire dalla scuola, e che produrrà effetti negli anni. Lo stadio amplifica tutto quello che si dice, ma nella penombra delle nostre città succedono tante cose che non rientrano nella cronaca. Mi auguro che quello che la cronaca sportiva offre, anche di negativo, serva a illuminare le zone della società meno illuminate". Sul tema, Abodi si è dichiarato "per la responsabilizzazione collettiva, ma per la responsabilità individuale. In questo senso, la tecnologia può essere di aiuto per individuare e sanzionare colpevoli. Non credo nella cultura del 3-0 a tavolino, a meno che la società e lo stadio non dimostrino di essere complici, e che il coro di 10 persone veda sostanzialmente indifferenti tutti gli anni. Da questo punto di vista sono d'accordo con Maignan, perché se siamo silenti diventiamo complici, dobbiamo trovare equilibri tra questi fattori". Abodi è convinto che le società calcistiche abbiano uno strumento "significativo", che non è stato "né promosso adeguatamente né utilizzato sistematicamente", ossia "togliere il gradimento della presenza di un tifoso allo stadio. L'Udinese l'ha fatto, la Juventus l'ha fatto. Al di là del Daspo, il non gradimento consente alla società di non vendere il biglietto alla persona".


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ROMA - Dopo il caso di razzismo che a Udine ha coinvolto il portiere milanista Maignan si sono mosse le istutuzioni, con un incontro al Viminale che ha visto protagonisti i vertici di Lega Serie A e Figc e i ministri degli Interni e dello Sport. "Ogni volta che c'è un episodio che va condannato è un'occasione per verificare se il sistema normativo funziona e viene attuato tempestivamente - ha detto al termine del summit Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A -. Il caso di Udine conferma che è una società virtuosa, con un impianto all'avanguardia, ha permesso di intervenire con tempestività, identificare i colpevoli e punire le responsabilità individuali, che deve essere l'obiettivo principale. Verrà attivato un gruppo di lavoro per capire come intervenire e portare tutti gli impianti di Serie A agli standard di Udine. Inasprimento delle pene? Il Daspo determina quasi sempre la pena più severa e sarà compito del gruppo di lavoro approfondire questo tema".


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