Abodi: "Usare il 'gradimento' come Juve e Udinese"
Del razzismo ha parlato poi Andrea Abodi, ministro per lo Sport: "Non è solo un problema morale, ma un problema di ordine pubblico. Oggi non ci incontriamo per prendere un caffè, ma per valutare tutte le possibili opzioni per rendere più efficace e tempestiva la nostra azione, che è un'azione corale - ha detto a margine della presentazione del progetto 'Calcio libero' al ministero della Giustizia prima del successivo summit al Viminale con il collega Matteo Piantedosi (Interni) e i vertici del calcio -. Sono convinto che ne usciremo con qualche proposta in più, al di là delle polemiche che non servono a niente. Dobbiamo dedicare tutte le nostre energie per contrastare e debellare questa piaga, e fare in modo che chi non comprende le regole con le quali si sta al gioco, esca dallo stadio". Abodi ha parlato poi degli insulti ricevuti dal portiere del Milan sul campo dell'Udinese: "Sabato è successo un fatto molto grave, purtroppo non è l'unico, ne sono successi tanti altri. La scelta di Mike Maignan di uscire dal campo ha reso tutto più clamoroso, ma non deve essere una reazione di quel tipo ad aumentare il livello della nostra attenzione sul tema del contrasto al razzismo e di tutte le forme di discriminazione". il ministro ha ricordato che "la partita non si chiude mandando i razzisti fuori dallo stadio", visto che "c'è un investimento che dobbiamo continuare a fare, a partire dalla scuola, e che produrrà effetti negli anni. Lo stadio amplifica tutto quello che si dice, ma nella penombra delle nostre città succedono tante cose che non rientrano nella cronaca. Mi auguro che quello che la cronaca sportiva offre, anche di negativo, serva a illuminare le zone della società meno illuminate". Sul tema, Abodi si è dichiarato "per la responsabilizzazione collettiva, ma per la responsabilità individuale. In questo senso, la tecnologia può essere di aiuto per individuare e sanzionare colpevoli. Non credo nella cultura del 3-0 a tavolino, a meno che la società e lo stadio non dimostrino di essere complici, e che il coro di 10 persone veda sostanzialmente indifferenti tutti gli anni. Da questo punto di vista sono d'accordo con Maignan, perché se siamo silenti diventiamo complici, dobbiamo trovare equilibri tra questi fattori". Abodi è convinto che le società calcistiche abbiano uno strumento "significativo", che non è stato "né promosso adeguatamente né utilizzato sistematicamente", ossia "togliere il gradimento della presenza di un tifoso allo stadio. L'Udinese l'ha fatto, la Juventus l'ha fatto. Al di là del Daspo, il non gradimento consente alla società di non vendere il biglietto alla persona".
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