Pagina 2 | Morata, le nuove frasi su Alice Campello e il pensiero per Dybala: "Lui è diverso…"

Dal ritorno in Italia la scorsa estate all'addio al Milan a gennaio, per sposare il progetto tecnico del Galatasaray e vivere una nuova esperienza insieme ad Alice Campello e ai suoi figli. Alvaro Morata non ha nessuna intenzione di fermarsi, nonostante l'infortunio che lo tiene attualmente ai box in Turchia. Lo spagnolo, che ha deciso di rimanere nel giro della Nazionale dopo la vittoria dell'Europeo, vuole portare a casa il titolo nazionale in Super Lig, ma non ha certo dimenticato la Serie A e gli amici di sempre. Su tutti, Paulo Dybala.

Morata e il rapporto con Alice Campello

Alvaro Morata ad Istanbul per una nuova tappa della sua carriera, dopo aver messo alle spalle la breve parentesi vissuta con la maglia del Milan. Un lontano ricordo anche la rottura con Alice Campello, ora al suo fianco in Turchia: "Sono molto felice - ha sottolineato l'ex Juve, nel corso di una lunga intervista concessa al quotidiano spagnolo Marca -. Tutto nella vita ha uno scopo: migliorare, appianare le piccole divergenze. Ci amiamo molto e non è successo niente di importante che ci abbia portato a prendere questa decisione. Sono piccole cose che mi hanno aiutato a dare valore, a saper distinguere ciò che voglio da ciò che non voglio e a voler stare con la mia famiglia per tutta la vita". E sulla scelta di giocare in Turchia, ha aggiunto: "È facile esprimere un'opinione, ma se tutto va bene, la prossima stagione giocherò in Champions League e questa è una cosa importante per me. Volevo continuare a competere ai massimi livelli europei, il che non è facile. Voglio vincere la quinta stella qui, il campionato numero 25. Se mi diverto ancora? Sì, nel mio caso, mi diverte. A volte forse meno. Col tempo ho capito che non posso combattere perché quelle non sono le mie circostanze. Ciò che voglio è essere felice e godermi gli ultimi anni della mia carriera, cercando di dare il massimo".

Morata: "I miei figli? Spero non soffrano come me"

Morata ha poi parlato della crescita dei suoi figli e della possibilità che emergano anche loro nel mondo del calcio: "Spero di poter insegnare loro, soprattutto, a non soffrire tanto quanto ho sofferto io e a non porsi tanti limiti e barriere, - ha dichiarato il canterano del Real Madrid - come ho fatto io nel corso della mia carriera, pensando al giudizio esterno, ad accontentare tutti. Non solo potrò aiutare i miei figli, ma anche, quando andrò in pensione, aiutare i giovani giocatori che hanno tutta la carriera davanti a sé. Alla fine, persone come me che sono inciampate ottanta volte nella loro carriera a causa di decisioni o altre cose. Ho esperienza e contatti con molti club e potrò usarli quando andrò in pensione perché voglio aiutare i giocatori e i compagni di squadra nella loro carriera".


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Morata spiega l'addio al Milan

Dall'addio all'Atletico Madrid al ritorno in Italia, fino alla separazione anticipata con il Milan, complice l'esonero di Paulo Fonseca: "In quel momento, - ha detto Morata, facendo un primo riferimento ai Colchoneros - questo era ciò che il mio corpo e la mia mente chiedevano. Ci sono momenti in cui le decisioni vengono prese al momento giusto, più o meno corrette, ma alla fine credo che se mi guardo indietro mi rendo conto che i tifosi erano riusciti, in una certa misura, a capirmi e dopo l'Europeo la gente in Spagna non mi vedeva più allo stesso modo. Sono andato al Milan per via dell'allenatore (Fonseca), - ha raccontato - che ha dimostrato di amarmi molto, ma dopo pochi mesi un progetto che sembrava una cosa si trasforma in un'altra per colpa del calcio stesso. Alla fine non mi sentivo tanto a mio agio perché ero andato lì per stare con Fonseca".

L'amicizia con Dybala

Stima ed affetto per Paulo Dybala, ex compagno e amico fraterno, restano immutati, andando oltre la distanza: "È un tipo di giocatore diverso, un livello diverso. Dybala, Isco... Sono diversi - ha precisato Morata a Marca -. Sono dieci anni che gioco con lui e a volte fa qualcosa che nemmeno tu, che lo conosci, sei capace di fare, come un assist impossibile che non ti aspetti. Paulo è mio amico, il padrino di mia figlia, gli auguro tutto il meglio perché gli voglio tanto bene".

 


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Morata spiega l'addio al Milan

Dall'addio all'Atletico Madrid al ritorno in Italia, fino alla separazione anticipata con il Milan, complice l'esonero di Paulo Fonseca: "In quel momento, - ha detto Morata, facendo un primo riferimento ai Colchoneros - questo era ciò che il mio corpo e la mia mente chiedevano. Ci sono momenti in cui le decisioni vengono prese al momento giusto, più o meno corrette, ma alla fine credo che se mi guardo indietro mi rendo conto che i tifosi erano riusciti, in una certa misura, a capirmi e dopo l'Europeo la gente in Spagna non mi vedeva più allo stesso modo. Sono andato al Milan per via dell'allenatore (Fonseca), - ha raccontato - che ha dimostrato di amarmi molto, ma dopo pochi mesi un progetto che sembrava una cosa si trasforma in un'altra per colpa del calcio stesso. Alla fine non mi sentivo tanto a mio agio perché ero andato lì per stare con Fonseca".

L'amicizia con Dybala

Stima ed affetto per Paulo Dybala, ex compagno e amico fraterno, restano immutati, andando oltre la distanza: "È un tipo di giocatore diverso, un livello diverso. Dybala, Isco... Sono diversi - ha precisato Morata a Marca -. Sono dieci anni che gioco con lui e a volte fa qualcosa che nemmeno tu, che lo conosci, sei capace di fare, come un assist impossibile che non ti aspetti. Paulo è mio amico, il padrino di mia figlia, gli auguro tutto il meglio perché gli voglio tanto bene".

 


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