Inter, ora Inzaghi ha la linea più completa

Leggi il commento sul mercato dei nerazzurri
Alberto Polverosi
4 min

L’Inter cresce, anzi, fiorisce. Aspetta un portiere e un attaccante, aspetta due titolari, così prima di dare un’opinione compiuta c’è bisogno di capire quali saranno le scelte di Marotta. Tuttavia le operazioni con cui ha cambiato il centrocampo sono convincenti. Fuori Gagliardini e Brozovic, dentro Frattesi e Samardzic. Se ci limitiamo all’anagrafe, escono un giocatore di 29 anni e uno di 31 (a novembre) ed entrano uno di 24 e l’altro di 21: sono 15 anni in meno. Questo breve dato può proiettare un’idea sul futuro dell’Inter, ma è solo il primo elemento e non certo il più rilevante. Il secondo è statistico. Negli ultimi due campionati in nerazzurro Brozovic ha segnato 5 gol e Gagliardini due; negli ultimi due col Sassuolo Frattesi ne ha fatti 11 e con l’Udinese Samardzic è arrivato a 7: sono 11 gol in più in due campionati.

Inter, una mediana di qualità

Ma la vera e decisiva differenza fra il centrocampo della stagione scorsa e quello della stagione prossima è nella qualità e nella disponibilità. Gagliardini non era mai stato parte fondamentale del reparto centrale, Brozovic lo era fino a due anni fa, poi l’anno scorso già prima del Mondiale aveva perso il ruolo di regista per l’intuizione di Inzaghi: quel posto sarebbe andato a un centrocampista più tecnico come Calhanoglu. Che l’ha interpretato bene fin dall’inizio. Avendo in casa una giovane riserva, per il ruolo di play, come Asllani (cresciuto dopo un anno di apprendistato a San Siro), la partenza di Brozovic sarebbe stata indolore. Anzi. I 18 milioni degli arabi sono stati preziosi per concludere alcune operazioni.

Samardzic è pronto a fare la differenza

Frattesi aumenta, possiamo dire raddoppia, il dinamismo del centrocampo interista. Quando saranno lui e Barella e fare le mezze ali, Inzaghi avrà i cursori più forti ed efficaci del campionato, due che segnano gol... ciechi, nessuno li vede arrivare in area e loro colpiscono. La prima differenza è questa. La seconda è nella qualità di Samardzic che, volendo (ma Simone vorrà?), potrà diventare il centrocampista più avanzato dell’Inter, un trequartista che nella mente di Marotta sarebbe stato, l’anno scorso, un certo Dybala. Sul piano tecnico sono diversi, l’argentino è più attaccante del tedesco, ma la fantasia, l’intuizione, il colpo di genio e il tiro da fuori li avvicinano. Dal 3-5-2 al 3-4-1-2, volendo ovviamente.

Centrocampo più forte di quello del Napoli?

È un centrocampo ricco, di notevole valore e pieno di qualità diverse, a cominciare da quelle di Mkhitaryan che non ha nessuna intenzione di cedere il posto ai nuovi arrivati. È un centrocampo da scudetto, su questo non ci sono dubbi. Porta gol, gioco, fantasia e può aprire all’Inter nuovi scenari da un punto di vista tattico. È più forte di quello del Napoli? Bella lotta. Il trio Lobotka-Anguissa-Zielinski (più Elmas e un po’ meno Ndombele) ha trascinato la squadra allo scudetto insieme a Osimhen e Kvaratskhelia, ma per fare i conti con l’Inter anche Garcia ha bisogno di un altro centrocampista. È più forte di quello della Lazio (in attesa di sapere chi sarà il sostituto di Milinkovic), di quello della Roma e della Juventus (in attesa di capire se e quanto potrà contare su Pogba), forse anche di quello del Milan che ha perso un pilastro come Tonali ed ha ora bisogno di verifiche prima di capirne lo spessore. Di sicuro sarà un’altra Inter, con doppio dinamismo e un’iniezione di tecnica. Aspettiamo il portiere e l’attaccante e poi capiremo se quanto per ora si può solo immaginare, e cioè che la distanza dal Napoli si sia quanto meno ridotta, è davvero realtà.


© RIPRODUZIONE RISERVATA