Juve, Chiesa è tornato oro: la valutazione e il pensiero sul rinnovo

Scatti, dribbling, gol: che show all’esordio! Dopo Udine, riecco il mercato
Alberto Ghiacci
4 min

Il vizio è sempre lo stesso: ogni tanto va a cercare la fascia più esterna, quasi la linea laterale. Reminiscenze, probabilmente, dei tempi viola in cui a un certo punto faceva il quinto a tutta fascia, prima di diventare esterno d’attacco perfetto per un tridente e - oggi - vera e propria seconda punta. Prendere o lasciare, caro Chiesa. Perché dopo lo show del debutto di Udine, proprio dove lo stesso Federico aveva chiuso con gol anche la scorsa stagione, Allegri è stato chiaro: «Per me è attaccante da 15 gol, da esterno si isola troppo e diventa pericoloso soltanto in ripartenza». Ma le ripartenze erano il pane della vecchia Juve. Oggi alla Continassa si coltivano idee più fresche, quelle che in campo potrebbero sempre più spesso tradursi in quanto si è visto nei primi 45 minuti in Friuli. Qualcosa di simile, per esempio, a quanto accade da anni in casa del Sassuolo, dove giocava Locatelli (odierno regista bianconero) e dove c’era Magnanelli, oggi nuovo tattico a disposizione della Juve e di Allegri. A tal proposito è lo stesso Chiesa a chiarire: «Con l’arrivo di Magnanelli stiamo provando nuove tattiche. E ormai dobbiamo giocare proprio così, aggredendo alti come richiede il calcio moderno». 

Lo sprint di Federico Chiesa

E infatti quelli del calcio moderno si sono accorti presto di Chiesa, campione d’Europa con l’Italia e pronto a tuffarsi nel ciclo azzurro targato Spalletti. Anche questa estate, anche adesso, l’attaccante della Juve ha addosso gli occhi di diversi grandi club, soprattutto inglesi. Gli stessi club che qualche settimana fa si erano fermati ai sondaggi sentendosi rispondere «50 milioni» nel momento in cui avevano chiesto il prezzo. Ma il prezzo fissato dal dt bianconero Giuntoli e dai conti del club è giusto. La conferma è arrivata domenica sera, quando in due minuti Chiesa ha stappato la partita su assist di Vlahovic e in chiusura di primo tempo - con l’ennesimo scatto - ha piazzato il tacco da cui è nato il cross di Cambiaso per il 3-0 di Rabiot. Da maggio scorso, insieme a Berardi, Chiesa è il giocatore italiano che ha preso parte a più gol in A (5, tre reti e due assist). E evidentemente quando di fronte ha l’Udinese si scatena: gli ha segnato per la terza volta affibbiandogli per ora il record del suo avversario “preferito”.

Chiesa, il feeling con Allegri e l'attesa per il rinnovo

Ora Chiesa, a 25 anni, è maturo e tranquillo. E con lui la Juve si sente coperta nell’assalto al campionato. Le intenzioni di cessione non sono del tutto tramontate, perché se arrivasse un’offerta “indecente” la Juve potrebbe sempre pensare di ultimare la sistematona ai conti lasciati dalla vecchia gestione. Ma intanto cresce il nuovo feeling con Allegri e per riparlare di futuro ci sarà tempo. Da qui a Natale l’obiettivo è quello di dare il massimo senza pensare ad altro. Poi arriverà il tempo di mettersi a sedere e parlare della scadenza 2025 e di un contratto che oggi garantisce a Chiesa circa 11 milioni tra netto (quasi 6) e contributi. Ingaggio da giocatore importante e in effetti Chiesa, soprattutto in questa di questa, lo è. Avanti verso la seconda di campionato, domenica contro il Bologna. Chiesa è pronto a ripartire dalla prestazione di Udine. Dove l’unico neo è stato il rimprovero a Miretti, reo di non avergli passato il pallone in una ripartenza. Se supera anche questi atteggiamenti, Chiesa torna il gioiello che era prima dell’infortunio. Un attaccante che fa la differenza, per la Juve e per l’Italia.


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