Juve, Giuntoli blinda la difesa: pronto l'annuncio di altri due rinnovi

La strategia della società bianconera è chiara: dopo i primi due annunci, vuole blindare ulteriormente il reparto arretrato
Giorgio Marota
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Fondamenta solide alla base, come da manuale bianconero. La Signora ha puntellato la difesa, ritornando squadra di cemento armato capace giocare in fase di non possesso nel classico “fazzoletto di campo”. Quando la palla ce l’hanno gli altri, gli uomini di Allegri restano incollati tra loro in 15-20 metri, con grande sacrificio degli attaccanti, costringendo così gli avversari ad allargare il gioco sulle fasce e a perdere pericolosità; lo hanno fatto nell’ultima gara con il Cagliari, lo rifaranno nel derby d’Italia contro l’Inter anche per limitare gli inserimenti delle mezzali di Inzaghi. 

La strategia della Juventus per la difesa

Un gol preso in 700 minuti, tra l’altro su palla inattiva (Dossena), è il risultato più evidente di un lavoro che parte da lontano. Nello specifico da due componenti: le operazioni tattiche di Allegri, che senza coppe può sfruttare la settimana lunga di allenamenti per migliorare la squadra, e la dimensione della fiducia e dei rapporti personali, che hanno reso il gruppo «granitico come una famiglia» per dirla con le parole di Max. A lavorare su questo secondo fronte è soprattutto il nuovo architetto di Madame, Cristiano Giuntoli, che fin dal suo arrivo si è occupato dei rinnovi. Dopo la firma di Gatti fino al 2028, nelle prossime settimane allungheranno il loro accordo gli altri due terzi del reparto, Bremer e Rugani, completando così un percorso che la nuova società aveva avviato a marzo con Danilo (fino al 2025). Bremer ha un accordo fino al 2027 e uno stipendio da 5 milioni: nelle intenzioni del club, c’è il prolungamento di un’ulteriore stagione a condizioni economiche simili, in modo da gestire l’ammortamento e alleggerire i costi sul lungo periodo. In 12 partite Bremer è sempre stato schierato dall’inizio, saltando solo una manciata di minuti nel finale di Atalanta-Juve per un problema fisico, tra l’altro superato brillantemente. 

Qual è la situazione per il rinnovo di Rugani?

Diverso il discorso di Rugani, che ha il contratto in scadenza a giugno. Gli uomini mercato Giuntoli e Manna hanno avviato i contatti con l’entourage del ragazzo già in estate, cioè prima che scalasse le gerarchie fino a diventare un elemento indispensabile per Allegri anche a causa degli infortuni di Alex Sandro e Danilo. Rugani ha aspettato l’occasione giusta, non ha mai protestato per le tante panchine e si è fatto trovare pronto nel momento del bisogno (6 partite con lui, un solo gol subito nella gara in cui lui tra l’altro ha segnato). Allegri è il primo sponsor del centrale di Lucca in ottica rinnovo, ma la dirigenza sembra avere a prescindere le idee chiare: Rugani è legatissimo all’ambiente (a Torino ha vinto 5 scudetti, più uno da Primavera aggregato) e non intende ascoltare altre offerte. Tra dicembre e gennaio firmerà un biennale o un triennale. 

Juventus, focus sui rinnovi di contratto

Non può essere dunque un caso che la maggior parte delle trattative interne si stanno concentrando nel reparto difensivo, oggi un’eccellenza in Europa. Nei campionati di prima fascia, solamente il Nizza di Farioli è riuscito a tenere la porta inviolata per un numero maggiore di partite: ben 9, contro le 8 di Juve e... Inter. Al centro del derby d’Italia ci sono proprio le retroguardie, italiane per 2/3 (Gatti e Rugani da una parte, Darmian e Acerbi dall’altra) e capaci di offrire un contributo importante pure in zona gol; la Juve, ad esempio, ha mandato a segno cinque difensori (Bremer, Cambiaso, Danilo, Gatti e Rugani) e nessun altro club ha fatto meglio. I rinnovi di Bremer e Rugani seguiranno quelli di Gatti e di altri due: Locatelli e Fagioli, anche loro fino al 2028. Il primo, simbolo del Dna bianconero, è divenuto ormai imprescindibile per il gioco di Allegri, mentre il secondo ha ricevuto un importante attestato di stima proprio pochi giorni dopo la squalifica di 7 mesi per le scommesse, con un rinnovo che si è già trasformato nel seme per una rinascita umana prima che sportiva.  

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