Henderson vuole la Juve: ecco a quanti milioni rinuncerà

Accordo totale con il centrocampista con un passato nel Liverpool: adesso aspetta solamente Allegri
Giorgio Marota

Jordan Henderson ha già tolto gli ultimi granelli di sabbia dalla valigia ed è pronto a imbarcarsi per Torino, ma il gate resta chiuso finché Allegri non risolverà i suoi legittimi dubbi. Del resto, il gruppo Juve oggi è come uno scrigno e «in questo momento è importante riflettere», dice Max, «perché se tocchi le cose che vanno bene puoi anche rischiare di rovinare tutto...». La ricetta della vittoria è una miscela complicata di ingredienti che prosperano solo dove c’è armonia. Chiunque, trovandosi a metà campionato in un testa a testa con l’Inter, guarderebbe al mercato come all’unica possibilità per ridurre una distanza fatta non solo di punti, ma pure di valori quantificabili in 160 milioni di differenza tra la rosa nerazzurra e quella bianconera. Le assenze forzate di Pogba (caso doping) e Fagioli (caso scommesse) suggerirebbero un innesto, ma l’equilibrio è un top player da preservare in una stagione come questa. Lo stallo attuale del mercato è legato da una parte all’indice di liquidità (se uscisse Kean, oltre a Ranocchia, i conti tornerebbero) e dall’altra ai ragionamenti in corso tra tecnico e dirigenza. L’inglese, rinforzo individuato per la mediana, aspetta solo il via libera: ha un accordo con il dt Giuntoli e gli basta una chiamata per lasciare Dammam, la capitale della provincia di al-Sharqiyya, la più ricca di petrolio dell’Arabia Saudita, dove ha trovato probabilmente solo soldi e palme da dattero. L’Al-Ettifaq allenato da Steven Gerrard è infatti ottavo, a -28 dalla capolista Al-Hilal, e l’ex capitano del Liverpool rischia di perdere il treno per Euro 2024.  


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Juve, l'affare Henderson 

In bianconero guadagnerebbe circa 2 milioni per 6 mesi, 10 in meno rispetto a quanto garantiscono gli arabi; pur di lasciare la Saudi Pro League, inoltre, Henderson sarebbe disposto a far scattare la clausola che annullerebbe la parte esentasse dello stipendio da 25 milioni. Nei suoi piani c’è il trasferimento a Torino che potrebbe anche protrarsi al 2024-25; tramite un ulteriore prestito, oppure trovando il modo di rescindere il contratto saudita. Il suo nome è emerso due settimane da un summit tra Allegri, il ds Manna e lo stesso Giuntoli. Tutti d’accordo sul valore di un calciatore da oltre 600 partite nei professionisti, ma con un impatto emotivo ancora da valutare. Di sicuro un 33enne che in Inghilterra ha vinto tutto (anche la Champions) non entra in punta di piedi dentro uno spogliatoio la cui armonia è anche figlia della spensieratezza dei giovani che lo frequentano. E se quegli equilibri dovessero incrinarsi? Allegri stravede per Nonge, Nicolussi Caviglia e Miretti e accetterebbe Henderson solamente se non diventasse un ostacolo alla teoria dei vasi comunicanti tra prima squadra e NextGen. Solo se la sua luce, insomma, non offuscasse gli astri nascenti della Continassa. E dunque, la Juve apetta il benestare di Max per chiudere il colpo.  


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Le altre piste della Juve

Giuntoli ha un’altra pista aperta, quella sulla quale decollerebbe l’affare Samardzic. L’accordo con il padre-agente, mister Mladen, è stato già raggiunto tra stipendio al ragazzo (3 milioni) e commissioni. Mancherebbe quello con l’Udinese, che prima dell’inserimento della Juve stava cercando di limare gli ultimi dettagli commerciali con il Napoli. Giuntoli sente di avere il serbo in pugno e preferirebbe congelare l’operazione fino a giugno. Per prendere Saul dall’Atletico Madrid ci vogliono invece almeno 7 milioni: tutti e subito, perché gli spagnoli non vogliono sentir parlare di prestito. L’ex Udinese Seko Fofana è un altro nome sondato: l’ivoriano dell’Al-Nassr ha ritrovato la nazionale solo da pochi mesi e se non fosse partito per la Coppa d’Africa (ieri gol all’esordio contro la Guinea Bissau) sarebbe entrato nell’orbita della Signora. 


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Jordan Henderson ha già tolto gli ultimi granelli di sabbia dalla valigia ed è pronto a imbarcarsi per Torino, ma il gate resta chiuso finché Allegri non risolverà i suoi legittimi dubbi. Del resto, il gruppo Juve oggi è come uno scrigno e «in questo momento è importante riflettere», dice Max, «perché se tocchi le cose che vanno bene puoi anche rischiare di rovinare tutto...». La ricetta della vittoria è una miscela complicata di ingredienti che prosperano solo dove c’è armonia. Chiunque, trovandosi a metà campionato in un testa a testa con l’Inter, guarderebbe al mercato come all’unica possibilità per ridurre una distanza fatta non solo di punti, ma pure di valori quantificabili in 160 milioni di differenza tra la rosa nerazzurra e quella bianconera. Le assenze forzate di Pogba (caso doping) e Fagioli (caso scommesse) suggerirebbero un innesto, ma l’equilibrio è un top player da preservare in una stagione come questa. Lo stallo attuale del mercato è legato da una parte all’indice di liquidità (se uscisse Kean, oltre a Ranocchia, i conti tornerebbero) e dall’altra ai ragionamenti in corso tra tecnico e dirigenza. L’inglese, rinforzo individuato per la mediana, aspetta solo il via libera: ha un accordo con il dt Giuntoli e gli basta una chiamata per lasciare Dammam, la capitale della provincia di al-Sharqiyya, la più ricca di petrolio dell’Arabia Saudita, dove ha trovato probabilmente solo soldi e palme da dattero. L’Al-Ettifaq allenato da Steven Gerrard è infatti ottavo, a -28 dalla capolista Al-Hilal, e l’ex capitano del Liverpool rischia di perdere il treno per Euro 2024.  


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