Sousa e Napoli, c’è il nodo clausola da pagare alla Salernitana

De Laurentiis ha una settimana per pagare alla Salernitana la cifra necessaria a liberare l’allenatore. Le alternative sono Galtier, in attesa di una buonuscita dal Psg, e Garcia
Sousa e Napoli, c’è il nodo clausola da pagare alla Salernitana© ANSA
Antonio Giordano
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NAPOLI - Deformazione professionale: un tridente è per sempre, ormai, che si giochi o si progetti, che si attacchi in campo o che si tenti di farlo fuori, tra le pieghe d’un mercato che ha difese chiuse, muri di gomma oppure uomini blindati e (teoricamente) inavvicinabili. Il tridente, eh sì, sta lì: ormai è su quello che conviene ragionare, dopo aver strappato le figurine dall’album dei 40 (presunti) concorrenti; e la selezione naturale - a meno delle cosiddette clamorose e pure improbabili sorprese - non induce a spingersi oltre. A destra (o a sinistra o dove pare), c’è Paulo Sousa, l’imprevedibile, la sorpresona tirata fuori dall’hangar di Ciampino venerdì scorso, il «cugino» della porta accanto per il quale Adl ha rotto un patto e un pasticciotto con se stesso («io non porto via allenatori ad altri club») e che, vada come vada, sgretolerà uno stile, insidiare il tecnico di un’altra società, che a Salerno ha lasciato un po’ stupiti, forse infastiditi, semmai anche un po’ arrabbiati. Ma questo è il calcio, questa è la vita e dunque Paulo Sousa rimane ancora un possibile designato alla pesantissima eredità di Luciano Spalletti, Sua Genialità: che non faccia il 4-3-3 per natura (altra granitica certezza che si è sfaldata) è diventato un motivo di riflessione; che bisognerebbe liberarlo pagandogli la clausola entro martedì prossimo, una settimana (un milione netto, uno e otto a bilancio), farebbe crollare il terzo caposaldo del pensiero di Adl; che convenga aspettare è strategia. E pazienza se poi il manager, Hugo Cajuda, dipinga il mondo a modo suo, come deve, per tutelare un allenatore che può andare al Napoli o anche no, che quindi potrebbe restare a Salerno o anche no, perché un po’ se la sono presa: «Ho ricevuto molte richieste per Paulo da diversi paesi, questo è normale, ma nessuna offerta ufficiale. Quindi, niente da comunicare. Se un giorno dovesse succedere, lo comunicherei immediatamente a Iervolino e a De Sanctis». Il tridente è straniero, viene da universi vicini, sa di italiano per trasmissione diretta, da frequentazioni del passato come quelle di Christophe Galtier, da calciatore al Monza alla fine degli anni ‘90, fresco campione di Francia con il Psg, già «scudettato» con il Lille, un papà per Victor Osimhen, lanciato a suon di gol, e prossimo a concludere la sua esperienza al Parco dei Principi con una buona uscita da sei milioni di euro: non male neanche per Aurelio De Laurentiis, che può dunque cavalcare questa vecchia idea, accarezzata per un attimo due anni fa, prima di decidere definitivamente che la Storia avrebbe potuto scriverla Luciano Spalletti, come poi è seriamente accaduto.

I francesi

E Galtier il tridente l’ha fatto, certo Mbappé-Neymar-Messi, e poi Osi lo conosce e questo finisce per diventare materiale da curriculum vitae: un trenta percento gli rimane, con quotazione in ascesa, come direbbero alla Borsa, dove pure Rudi Garcia resiste, eccome, anzi lievita. E fa niente che non abbia mai abusato del 4-3-3 nel corso della sua vita da girovago, però ha le phisique du role, si è allenato alle tensioni a Roma (ma anche a Marsiglia, si direbbe), è piaciuto subito, d’impatto, con quella sua faccia da attore consumato. Ma non è finita fin quando non sarà finita, Adl non ha fretta e nel cilindro, vai a capirlo cosa si nasconde. 


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