Morata, priorità alla Roma e a Mourinho. Ma prima Pinto deve vendere

Lo spagnolo avrà una centralità tecnica nel progetto dello Special One. Per sbloccare l’affare servono le cessioni altrimenti il gm virerà su Scamacca
Morata, priorità alla Roma e a Mourinho. Ma prima Pinto deve vendere© EPA
Jacopo Aliprandi e Roberto Maida
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ROMA - La Roma si è fermata a riflettere ma non ha smesso di pensare al grande colpo: forte di un accordo già raggiunto per un ricco contratto quadriennale, Tiago Pinto continua a studiare i movimenti di pedine necessari per portare Alvaro Morata a Trigoria. L’attaccante spagnolo vuole tornare in Italia, in una squadra che gli restituisca una centralità tecnica, e ha espresso una preferenza chiara tra Roma e Inter: meglio la Roma, dove gioca l’amico fraterno Dybala e dove allena l’allenatore che lo ha lanciato: Mourinho. Meno feeling invece con i nerazzurri per un’offerta meno allettante rispetto a quella arrivata da Trigoria. Non economica, ma sportiva: alla Roma avrebbe un ruolo chiave, sicuramente più importante rispetto a quello indicato in nerazzurro. I contatti sono costanti tra whatsapp e videochiamate. Toni scherzosi ma anche ragionati: Mourinho ha assicurato a Morata che con lui la Roma tornerà subito in Champions e potrà competere per vincere l’Euroleague. Dybala poi spera sinceramente di riabbracciare il compagno di reparto con il quale alla Juventus (anche lei sempre in corsa per lo spagnolo) costruì un affiatamento definitivo, in campo e fuori.

La proprietà giallorossa

Ma la trattativa è in fase di stallo, perché i Friedkin non hanno ancora concesso il via libera a Tiago Pinto per presentare un’offerta concreta all’Atletico Madrid che non scenderà sotto i 20 milioni. Finché non vende qualcuno, in particolare Ibañez che a Trigoria speravano di cedere all’inizio dell’estate, il gm portoghese non può spendere quasi niente. Come lo scorso anno, quando ultimò il «mercatino» con svincolati e prestiti: la Roma è l’unica società di Serie A a non avere aperto il rubinetto del denaro. I quattro rinforzi sono arrivati a parametro zero (Aouar e N’Dicka: operazioni peraltro intriganti) e in prestito gratuito (Kristensen e Llorente, entrambi presi dal Leeds). Di conto però, rispetto ad altre big, i Friedkin non hanno perso alcun titolare a parte Wijnaldum, che si è visto pochissimo nella stagione romana, e Abraham che si è gravemente infortunato.

La ricerca di un attaccante

Se Tiago Pinto non saprà accontentare Mourinho con Morata, l’unica richiesta esplicita di questa sessione trasferimenti, tornerà nella sede del West Ham per avere Gianluca Scamacca, che a Londra deve riconquistare il posto da titolare e vorrebbe tanto rilanciarsi a casa propria, cioè Roma. Su questo fronte il prestito secco non esiste ma la possibilità di un obbligo di riscatto condizionato alla qualificazione in Champions potrebbe essere presa in considerazione dagli inglesi. Solo che per Mourinho la squadra può crescere più velocemente con Morata, un numero 9 che ha frequentato il Real Madrid, il Chelsea, la Juventus e l’Atletico, senza aspettare l’esplosione di un centravanti che due stagioni fa nel Sassuolo ha segnato 16 gol (comunque uno in meno di Abraham) e che in Inghilterra non ha reso secondo le attese a causa dei problemi al ginocchio. Manca un mese e mezzo alla fine del mercato, possono ancora spuntare soluzioni nuove determinate da improvvise opportunità. Oppure idee vecchie che tornano di moda, tipo Nzola e Dia che a Mourinho piacciono tanto. Solo che hanno un handicap per questa stagione: a gennaio potrebbero (non è detto) giocare la Coppa d’Africa.


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