Mi soffermo su Calzona perché è la più sorprendente anomalia di questa stagione: dopo quindici anni da vice di tanti e la recente, brillante esperienza slovacca, siede sulla panchina del Napoli per disgrazia ricevuta: per questo sono convinto che quando diresse il primo allenamento a Castel Volturno si chiese «ma dove sono finito?, e come stanno messi?». Il pareggio dell’andata è un risultato che consente al Barcellona di partire favorito: è un fatto che quando sfidi i catalani a casa loro non affronti un avversario normale, neppure se non sta vivendo una delle sue migliori stagioni. L’augurio è che il Napoli ritrovi improvvisamente le coordinate giuste e che la fortuna lo assista. Non è necessario che i giocatori cancellino quello che hanno vissuto da luglio a oggi: hanno tuttavia l’occasione per farlo dimenticare ai tifosi e a tutti noi con un’impresa che può valere la partecipazione al primo Mondiale per club, il torneo dei top e quindi la sublimazione di una gestione, quella di De Laurentiis, folle, talvolta incomprensibile e insopportabile, ma di indiscutibile successo. Questa è la serata ideale per trasformare un (ex) vice in un (nuovo) viceré.