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I nerazzurri vincono 4-3 ai supplementari contro i blaugrana e si qualificano per la finale dopo una partita pazzesca

MILANO - L&#39;Inter vince 4-3 contro il Barcellona ai supplementari e vola in finale di Champions League. Quello di San Siro &egrave; stato un match incredibile, ancor pi&ugrave; del 3-3 in Catalogna: i nerazzurri sono andati in vantaggio di due reti, poi la rimonta e il sorpasso dei catalani, infine la rete di Acerbi che ha portato la gara ai supplementari, decisiva la rete di <a href="/giocatore/calcio/davide-frattesi/235453">Frattesi</a> che fa esplodere la festa interista.

<a href="https://next.corrieredellosport.it/live/partita/inter-barcellona-2512161/dettaglio">INTER-BARCELLONA 4-3, TABELLINO E STATISTICHE</a>

Al fischio finale è esplosa la festa a San Siro, ma ci sono state tante cose che le telecamere non hanno mostrato: eccole

INVIATA A MILANO - Difficile scegliere l&#39;istantanea pi&ugrave; bella di<a href="https://next.corrieredellosport.it/news/calcio/champions-league/2025/05/06-140471865/inter-barcellona_diretta_champions_league_segui_la_semifinale_di_ritorno"> Inter-Barcellona 4-3.</a> Simone Inzaghi che corre dai suoi figli: quelli di sangue, Tommaso, Lorenzo e Andrea, e si porta in campo i pi&ugrave; piccoli, mano nella mano. Oppure quelli nerazzurri, che lo tirano per la giacca gi&agrave; abbondantemente provata dalla pioggia. Lautaro che, ironico e felice, anche se stremato, lancia San Siro salutando tutto e tutti, pure chi gli ha provato a fare qualche battuta sull&#39;arbitro, provocandolo. Spagnolo, non italiano: il capitano dell&#39;Inter fa &quot;ciao ciao&quot; e via, nella pancia dello stadio, felice con il suo zainetto (griffatissimo), celeste. E poi, ancora: Calhanoglu e Arnautovic che escono con la cassa e la musica a tutto volume, Szczesny che saluta qualche amico della Roma e della Torino che furono, i grandissimi talenti del Barcellona che quando sfilano in zona mista hanno acora gli occhi lucidi. Gi&agrave;, le lacrime: si sono mischiate tanto alla pioggia, nella notte epica di San Siro. Sono state quelle della famiglia Frattesi, di Dimarco che si fa di corsa gli scalini sugli spalti per andare dai suoi, dei tifosi comuni che hanno scelto di restare anche sul 3-2 per il Bar&ccedil;a. E meno male per loro che lo hanno fatto. &quot;Che vi siete persi&quot;, direbbe qualcuno. Ci sono i grandi, in zona mista, che cantano e ballano, e pure i piccoli, come il figlio di Mkhitaryan, stupendo nella sua maglia nerazzurra mentre saltella insieme al pap&agrave;. Saltella pure Barella e la stanchezza no, non si sente. &quot;Ma domani - si lascia sfuggire qualcuno dello staff nerazzurro - saranno giustamente &quot;cotti&quot;. Va bene cos&igrave;&quot;.

<h2>Yamal, le lacrime e la cuffia rosa: cosa &egrave; successo</h2>

Poi c&#39;&egrave; lui, Lamine Yamal. A neppure 18 anni, <a href="https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/champions-league/2025/05/06-140470817/retroscena_yamal_cosa_ha_fatto_in_hotel_la_notte_prima_di_inter-barcellona">con tutti gli occhi del mondo addosso</a>, ha vissuto una notte sulle montagne russe. Perch&eacute; se alla tua et&agrave; hai sul piede la palla del 4-2 che ti spedirebbe in finale, la sbagli, la sfortuna ti dice no, colpisci il palo e, dopo aver disegnato calcio, non solo sei costretto a subire il pareggio, ma pure il gol vittoria,&nbsp; allora s&igrave;, le tue lacrime in campo sono sacrosante. Yamal abbandona il prato del Meazza con una maglia nerazzurra in volto e Thuram che lo consola, quando lascia lo stadio, tra gli ultimi, ha il cappuccio in testa e lo sgaurdo basso. Tra le orecchie, ma sopra il cappuccio, due cuffie rosa. Spiccano, rispetto al grigio della tuta e dell&#39;umore del fenomeno spagnolo. Oggi, che sognava la finale di Champions, sicuramente tutto gli appare buio. Ma il futuro &egrave; suo. Con un talento cos&igrave;, se continuer&agrave; a coltivarlo, forse avr&agrave; la bacheca piena di Champions League. Ma non adesso, non stavolta. Non stanotte e neppure quelle che verranno fino al 31 maggio.

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