Napoli, un crollo inaccettabile
Questo non può essere il Napoli. Questa non può essere una squadra di Conte. Seconda sconfitta consecutiva, la quarta esterna di fila, ottava partita senza mantenere la porta inviolata con 16 gol subiti: i numeri sono la fotografia del momento difficile, il peggiore da un anno a questa parte. Il Napoli ha perso solidità, concretezza, consapevolezza dei propri mezzi. Tutte caratteristiche che hanno sempre avuto le squadre di Antonio. La notte di Eindhoven deve portare a fare riflessioni profonde sulla strada da seguire. Perché non si tratta di analizzare solo una sconfitta, ma anche di capire i problemi e soprattutto di trovare soluzioni. Le assenze sono delle attenuanti, ma non bastano a spiegare quello che sta succedendo. Perché arrendersi come ieri sera nell’ultima mezz’ora di partita è inaccettabile, per quello che rappresenta questa squadra e per come la amano i propri tifosi. Si può anche perdere ma non è possibile sciogliersi in questo modo e farsi travolgere così.
Troppi errori contro il Psv
In Olanda non ha funzionato niente. La difesa è stata un colabrodo (mai Conte aveva subito 6 gol tutti insieme da allenatore, erano 28 anni che il Napoli non ne prendeva 6 in una partita), i centrali Buongiorno e Beukema hanno sbagliato tutto quello che potevano sbagliare, così come Di Lorenzo. Il centrocampo non è esistito. De Bruyne non si è visto, Anguissa non ha inciso, Gilmour ha fatto solo disastri. Da dimenticare anche la serata di Lucca, che pure all’inizio aveva dato segnali di vivacità. L’ingenuità finale che ha portato al rosso ha però cancellato ogni lato positivo. L’unico a salvarsi è stato McTominay, autore dei due gol che lo hanno riportato finalmente a un livello accettabile. Troppo poco per evitare la sconfitta che ha assunto le dimensioni di una disfatta. Le scuse ai pochi tifosi presenti nel settore ospiti del Philips Stadion sono state la cosa migliore che ha fatto la squadra ieri in Olanda. Conte è la persona migliore per ritrovare subito il bandolo della matassa. Questa squadra ha le qualità per uscirne al più presto, ma c’è bisogno di iniziare a rimettere i pezzi al loro posto. Non è solo una questione di modulo, ma di atteggiamento, di carattere, di voglia di reagire, di cazzimma. Non c’è tempo da perdere, perché all’orizzonte ci sono tre partite in sette giorni. A iniziare dalla sfida con la lanciatissima Inter di Chivu, reduce da sette vittorie di fila fra campionato e coppa. L’anno scorso al Maradona fu una delle partite chiave nella lotta scudetto, una magia di Dimarco illuse Inzaghi, il pareggio di Billing regalò al Napoli il punto più importante della stagione. “Loro pensano di essere più forti, non questa sera, non davanti alla nostra gente”: il discorso di Conte prima di quella emozionante serata, raccontato nel film tricolore, è diventato uno dei momenti simbolo del trionfo. Stavolta lo scontro diretto arriva troppo presto per essere decisivo, ma per il Napoli assume una importanza particolare proprio per le difficoltà del momento. Conte dovrà ancora rinunciare a Lobotka e spera di recuperare uomini chiave come Hojlund e Rrahmani, perché poi dovrà fare visita al Lecce martedì e chiuderà la settimana con la sfida complicatissima al Como il 1° novembre. L’incubo di Eindhoven deve essere dimenticato al più presto, la musica deve cambiare. Se il Napoli vuole restare in pista a ballare deve cambiare disco.
