Icardi e Wanda Nara si dicono adios

Si chiude la storia tra il calciatore e la moglie-manager: l’annuncio postato da lei su Instagram
Icardi e Wanda Nara si dicono adios© LAPRESSE
Roberto Perrone
7 min

Doveroso credere al dolore. Dopo nove anni, due figlie, Francesca e Isabella, e una famiglia allargata con i ragazzi, Valentino, Constantino e Benedicto, avuti dal precedente matrimonio di lei, qualcosa deve restare, tra le pagine e chiare e le pagine scure e non possiamo buttare tutto nel cestino del voyeurismo. Anche chi si espone in tutto e per tutto, dai figli alla (quasi) nudità, ha dei sentimenti, prova emozioni. Però questi sono gli anni dell’ebbrezza social, dove si brucia tutto in fretta e si ricomincia, il trattino successivo. Infatti Wanda Nara, annunciando la fine del rapporto con Mauro Icardi, usa le “storie” del suo profilo Instagram. Prima la malinconia: «Mi risulta molto doloroso vivere questo momento. Ma data la mia esposizione e le speculazioni mediatiche che stanno venendo fuori è preferibile lo si sappia da me. Non ho nulla da dichiarare e non voglio dare alcun tipo di dettaglio su questa separazione. Per favore vi chiedo di capire non solo per me ma anche per i nostri figli». Il trattino successivo - se avete qualche dimestichezza con Instagram, sapete di che parliamo -, eccola con uno strizzato vestito blu elettrico a interpretare una delle investigatrici di “Quién es la máscara?” (da noi “Il Cantante mascherato”). Ecco, la vicenda di Maurito & Wanda è stata così, dal primo all’ultimo momento, sempre esposta, senza rete, senza maschere.

Wanda Nara e Icardi, i Ferragnez d’Argentina

Qualcuno li ha paragonati ai Ferragnez. Fatte le debite proporzioni e concesse le ovvie differenze, il concetto è lo stesso: la vita spiattellata urbi et orbi, diventata uno show dove alla fine i protagonisti fanno cassa come a teatro. Una delle differenze con i Ferragnez è che, se è vero che anche il calcio è un grande spettacolo, è più indietro rispetto alla società. Diciamolo pure, è conservatore. Nel calcio la donna è ancora quella che sta in panchina, per intenderci. Solo che Wanda ha giocato da titolare e questo ai maschietti del circondario non è andato giù, al di là dei suoi errori e delle sue esagerazioni. Per lei Maurito ha accelerato la parabola discendente della sua carriera. Non che non avesse già dei problemi, specialmente con gli allenatori. Alla Cantera del Barcellona, dove arriva nel 2008, segna 38 gol in due anni, ma Pep Guardiola “non lo vede” e viene ceduto alla Sampdoria. Da Pep a Conte, passando per Spalletti non lo vedranno in tanti, per una ragione o per l’altra. Lui, invece, alla Sampdoria vede la moglie del suo collega e connazionale Maxi Lopez, l’esuberante Wanda Nara, poche qualità artistiche ma molta presenza, come tante protagoniste della vita patinata dei social e dei reality. Apparire è il business. E Wanda appare. Lei ha sette anni più di lui e tre figli, ma Icardi è un centravanti vecchia maniera di quelli che non hanno paura a gettarsi oltre l’ostacolo, dritto in area e nel gossip che lo accompagnerà per tutti gli anni a venire. Così comincia la loro storia d’amore di cui, in questi nove anni, abbiamo seguito ogni dettaglio in diretta fino alla separazione. Per Wanda, Maurito sfida l’establishment del football, fondamentalmente reazionario. Il fatto che abbia portato via la moglie a un compagno gli fa perdere la nazionale argentina. Tra i giudici più severi che lo condannano c’è Leo Messi. Non lo salva neanche essere di Rosario, come la Pulce. (parentesi: pare che Maxi non sia stato un santo, ma torniamo al punto uno: il calcio al maschile).
Maurito, senza paura, non solo fa di Wanda la madre delle sue figlie, ma anche la sua agente. Legittimo, ma tra moglie e marito, dice il proverbio, conviene mettere un procuratore vero. Uno che prima pensa a carriera e montepremi e poi ai sentimenti, tenendoli separati, muovendosi con cautela.

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Icardi-Wanda, tutta la storia

Nel 2013 passa all’Inter di cui diviene addirittura capitano. Dal 2017 al 2019, Wanda parla di tutto/tutti attraverso il megafono di televisioni, radio, social. Dal contratto, per cui dice di aver ricevuto delle “chiamate”, sebbene il suo “cliente” abbia appena rinnovato, a Perisic (che diventerà il nemico numero 1 di Maurito): «Non è la prima volta che si dice che Perisic gioca male. Forse ci sono anche problemi personali». Non è che Maurito ci vada leggero. Nella sua autobiografia va allo scontro con la curva nerazzurra (il caso è il litigio di Sassuolo): «Sono pronto ad affrontarli uno ad uno, chiamo cento criminali di Rosario e poi vediamo». La frase verrà tolta ma il danno è fatto. Un agente attento l’avrebbe tagliata prima. Spalletti lo degrada sul campo. Beppe Marotta, manager di lungo corso, cerca di recuperare il giocatore, ma l’allenatore, che non ha più niente da perdere, si mette in mezzo. Antonio Conte, tra i due litiganti, alla fine preferisce Perisic. Maurito and family traslocano a Parigi, pur mantenendo una casa a Milano, proprio di fronte alla nuova sede nerazzurra. Certo, dire che Ville Lumiere e Psg siano una fermata del bus che percorre il Sunset Boulevard può sembrare esagerato, ma si può vivere ai margini anche in una reggia. Maurito segna ma è periferico. Cominciano le voci di tradimenti, seguono smentite accorate e foto di famiglia, stretti, stretti. Il suo declino come giocatore ha influito su quello del rapporto? Forse no, di sicuro seguono linee parallele. Icardi si è appena trasferito al Galatasaray. La Turchia, refugium peccatorum. Maurito è a Istanbul, Wanda in Argentina a indovinare chi c’è dietro la maschera. Loro, le maschere non le hanno mai portate. Forse è questo che li ha perduti.


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