Italia-Inghilterra, le pagelle degli azzurri: Spinazzola c’è, Verratti leader

Barella nervoso, Retegui va nello spazio. Jorginho trema, sbaglia e s’inabissa
Italia-Inghilterra, le pagelle degli azzurri: Spinazzola c’è, Verratti leader
Antonio Giordano
5 min

Mancini (ct) 5,5 
Butta via i primi 45’ e si porta appresso il secondo tempo, quello nel quale mette mano, interviene - e pesantemente - e ottiene pressing ed anche indizi su un progetto da rilanciare, aspettando che nasca qualche gioiellino. 

Donnarumma 6 
Paratona su Bellingham (12’), di quelle che riempiono gli occhi e non solo. Ma passa un attimo e Rice cancella il miracolo, con lo 0-1 da cinque metri, e lo costringe a rassegnarsi. 

Di Lorenzo 5,5 
Nonostante Grealish, ha le idee chiare e il vento d’uno stadio che sembra spingerlo. La mano larga, quella che manda Kane sul dischetto, è una leggerezza che pesa e diventa insopportabile, quasi lo snatura. 

Toloi 6 
Si perde un po’, viene dal movimento di Kane, dalle irruzioni di Grealish, dalla improvvisazione d’un settore che ha perso punti di riferimento e ha bisogno di altro. Ma alla distanza, sta lì, morde e reagisce assieme agli altri. 

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Acerbi 6 
Il primo che si smarrisce, lanciandosi in iniziative di competenza altrui. Si aprono voragini per quel desiderio di tentare di incidere e risolverla in qualche modo, fosse anche di forza. E invece è una prova di debolezza. Rientra in linea con la Nazionale nel secondo tempo, quello in cui c’è (pure) carattere. 

Spinazzola 6,5 
La gamba lo sorregge e per un po’ s’allunga: pare indiavolato, costringe Saka a stargli dietro e Walker a non osare. Ma non è un attimo, ha solo bisogno di rifiatare, e alla distanza continua a far male, a mettere in crisi la catena altrui.

Barella 4,5 
Rimane nella scia di un’intenzione, ch’è la sua e non sta nel copione. Ha scatti e progressioni che gli vengono suggeriti dal sistema nervoso, mentre per sfidare quella Inghilterra sarebbe indispensabile la lucidità. 

Cristante (17’ st) 6 
Dà ordine, mica solo la sua presenza, e contribuisce a sistemare una zona del campo un pochino distratta e priva di dinamismo. 

Jorginho 4,5 
Sarà colpa di Bellingham (che gli sta addosso) o dell’emozione per la sua prima volta in quello stadio che fu suo per quattro anni: ma trema, sbaglia, s’inabissa.

Tonali (24’ st) 6 
Freschezza ne ha (ovviamente) e pure qualità. Non a caso, l’Italia sembra, anzi è, assai diversa. Mancini gli chiede varie cose, l’asseconda con il dinamismo e pure con la necessaria personalità. 

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Verratti 6,5 
Almeno palleggia, sta dentro una partita che agli altri è sfuggita troppo in fretta. Cerca di arrivare a Retegui, di tagliare il campo e scuotere Berardi o alimentare Spinazzola, che va in sovrapposizione. E nella ripresa, si veste da leader, rincorrendo chiunque, ragionando, ricordando che i piedi sono di zucchero filato. 

Scamacca (49’ st) sv 
Per aggiungere una figura nell’area. 

Berardi 5 
Il fantasma di destra attende che l’Italia vada da lui. Il sacrificio, nelle coperture, è apprezzabile ma irrilevante; e là davanti, mai l’uno contro uno, che Shaw gli nega. 

Politano (17’ st) 6 
Parte a razzo, entrando di prepotenza in una sfida che sembra finita e che invece la Nazionale tenta di riaprire. Forse qualcosa Shaw paga, con quelle accelerazioni che lo mandano in confusione e poi negli spogliatoi in anticipo. 

Retegui 6,5 
Quando sembra più el Tanque Denis che Batistuta (con rispetto, sia chiaro), si toglie di dosso ogni inibizione, va nello spazio, lo conquista e sistema la rasoiata che sa di gioia. Segnare aiuta a vivere meglio e pare persino più leggero, dopo. 

Lo. Pellegrini 6 
Lui è invece l’ombra di sinistra, per 45’. In teoria, dovrebbe fungere da equilibratore; in pratica, si scorge per una giocata una. Ma il no look dell’1-2 è geniale, quello sì che è Pellegrini. 

Gnonto (24’ st) 6,5 
La scossa che serviva, su quella fascia, la mancina, per accorciare il campo e per infilarci l’imprevedibilità che puntualmente arriva. 


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