ROMA - "Sto trattando un talento incredibile dall'Argentina, forte forte forte, una mezza punta-attaccante. È devastante. Il nome non lo dico, altrimenti me lo soffiano". Così nel giugno 2020 Francesco Totti parlava dell'oriundo Mateo Retegui, oggi 23enne centravanti del Tigre, a cui Roberto Mancini ha deciso di affidare l'attacco dell'Italia nelle prime gare di qualificazione a Euro 2024 ottenendo in cambio due gol (il primo nel match perso a Napoli contro l'Inghilterra e il secondo in quello vinto a Malta).
L'intuizione di Totti
La corte dell'ex capitano della Roma non lasciò indifferente il bomber, che allora era di proprietà del Boca Juniors e giocava in prestito nell'Estudiantes. "È un orgoglio e un’enorme gioia che una persona importante come lui si accorga di me" disse allora Retegui, che entrò a far parte della 'scuderia' di Totti e oggi è invece rappresentato dal padre, già pronto a trattare con i diversi club italiani ed europei rimasti 'folgorati' dai primi gol azzurri del figlio. Un talento che l'ex numero 10 della Roma e della Nazionale 'vide' prima di tutti...