No, così non va Italia e basta con la costruzione dal basso

La Spagna. ha vinto con merito, grazie a un secondo tempo durante il quale gli azzurri hanno commesso troppi errori in fase di costruzione facendosi schiacciare dagli avversari, superiori in tutto
No, così non va Italia e basta con la costruzione dal basso© LAPRESSE
Xavier Jacobelli
3 min

No, così non va Italia. Altro che vincere la Nations League: se va bene, il 18 giugno si piazza terza. Se va bene. La sconfitta con la Spagna è meritata e netta, più netta di quanto non dica il punteggio finale. La Spagna ha giocato molto meglio, l'Italia ha ballato un solo tempo, il primo. Ha reagito allo choc iniziale causato da Pino, ha pareggiato grazie al rigore di Immobile ed è andata addirittura in vantaggio, ma il gol dell'ottimo Frattesi, fra i migliori con Acerbi, è stato giustamente annullato per fuorigioco. E non si parli di beffa, per via del guizzo del micidiale Joselu (2 presenze, 3 gol) al minuto 88, però largamente annunciato da tutta la ripresa che ha visto gli uomini di De la Fuente schiacciare la Nazionale, incapace di reggere l'urto del centrocampo iberico di alta qualità. La Nazionale non ha fatto ciò che doveva fare: verticalizzare il gioco per rompere il palleggio avversario e pungere una difesa che, le poche volte in cui è stata attaccata, è andata in difficoltà. Insopportabile e masochistico il frequente ricorso alla costruzione dal basso: o la sai fare oppure non la fai, perché altrimenti gli avversari ti castigano, com'è accaduto dopo appena 180 secondi. L'errore di Bonucci è stato marchiano. Dispiace, poiché a commetterlo è stato il quarto azzurro di sempre, quanto a numero di presenze (121). Però, c'è un tempo per tutto e questo è il tempo di lasciare spazio a difensori più in forma, più pimpanti, più reattivi. Non ha pagato la scelta di togliere Immobile e inserire l'inconsistente Chiesa (perché non Retegui?), autentico pesce fuor d'acqua, mai in partita. Male Verratti, che pure aveva l'opportunità di innervare un centrocampo in evidente debito d'ossigeno come il rinato Zaniolo, sfiancatosi sino a quando è rimasto in campo. La finale per il terzo posto con l'Olanda offra a Mancini l'occasione per cambiare passo e, soprattutto per ordinare alla squadra di piantarla con la costruzione dal basso: ogni volta che ci prova, fa venire le palpitazioni. Frattesi, dopo la doccia gelata del primo tempo, nel secondo ha visto il suo primo gol in Nazionale neutralizzato dalla grande parata di Unai Simon, eppure merita la maglia da titolare. Non altrettanto Verratti, come Bonucci non a caso protagonista di un'annata deludente e in forma scadente. La stagione è agli sgoccioli: con l'Olanda, che giochino gli azzurri più freschi e più motivati. I debiti di riconoscenza con alcuni eroi di Wembley sono stati abbondantemente saldati.


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