Spalletti fa bella l'Italia: il riscatto e la vittoria con il talento Frattesi

Il trionfo dopo il pari di Skopje. Al Meazza una buona gara degli azzurri e la conferma di un gioiello: doppietta dell’interista e squadra in netta crescita
Fabrizio Patania
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MILANO - L’Italia s’è desta. La doppietta di Frattesi per l’aggancio al secondo posto con una partita in meno rispetto all’Ucraina e alla Macedonia, allontanando l’incubo di un altro playoff e riscoprendo il piacere dell’azzurro, come dice Spalletti. L’Europeo in Germania è ancora distante, ma si tratta di un bel passo avanti. Era una notte da dentro o fuori, ci siamo divertiti. Lucio a San Siro ha riacceso la Nazionale. Idea di gioco riconoscibile e accattivante, aggressività e palleggio: si poteva chiudere il conto in anticipo, senza tenere in bilico il risultato sino alla fine, ma le cifre dimostrano una superiorità netta. Due gol, sei occasioni limpide, una traversa, 21 tiri a 9, 64 attacchi e il 91% di precisione nei passaggi, segno inequivocabile di palleggio e di qualità tecniche, esibite nella prima mezz’ora (sublime) e anche a tratti nel secondo tempo.

Doppietta

L’Ucraina avvolta dalle bandiere e dalla solidarietà, ma l’Italia ha indovinato l’impatto, giocando bene e divertendosi, come non vedevamo dall’Europeo di Wembley. Freschezza, velocità di pensiero e di trasmissione, uno o due tocchi, triangoli in cui si infilava a ripetizione una scheggia imprendibile come Frattesi. Muovere la palla e sgranare la linea difensiva dell’Ucraina, questo aveva raccomandato il ct e il piano, almeno per mezz’ora, è stato eseguito alla perfezione, scatenando gli applausi di San Siro. Un altro passo, un’altra testa e anche un altro campo, un tappeto di biliardo, rispetto a Skopje. Solo Zaniolo, di nuovo in condizione, alzava la palla e lo sguardo per cercare il cambio di gioco su Zaccagni, pronto a puntare l’uomo e scattare come una molla. Ispirato Locatelli, nonostante il disturbo di Sudakov. Barella garantiva l’equilibrio, Scalvini troneggiava su Dovbyk, Bastoni lo copriva. Raspadori ha sbagliato due gol facili, ma in appoggio sono venute fuori le sue capacità di play offensivo, abilissimo nel leggere le linee di passaggio e favorire gli inserimenti. Un falso 9 a cui Spalletti pensava da almeno una settimana e che il recupero di Zaccagni gli aveva permesso di impiegare: era la punta funzionale per il tipo di partita, giustificando l’esclusione di Immobile, a cui nessuno pensava, ma la vera scossa è arrivata dal centrocampo, perché Frattesi è l’attaccante aggiunto, il centravanti invisibile che si era scatenato in Nations a giugno. Un messaggio per Inzaghi, ancora restio a concedergli spazio. Personalità, coraggio, senso della porta. Il primo gol lo ha realizzato con una sassata dopo aver raccolto l’invito di Zaccagni: Sudakov è scivolato, il laziale era lì, abituato alla pressione predicata da Sarri. Il raddoppio di Frattesi (convalidato dal Var) è nato dalla percussione di Zaniolo e dal rimpallo di Raspadori: l’interista se l’è aggiustata e ha infilato in diagonale Bushchan.

Resistenza

Gli azzurri, sopra di due gol, hanno rallentato. Non era possibile reggere quei ritmi. Gigio, l’unico fischiato da San Siro, si è allungato bene sulla puntata di Dovbyk, ma non è riuscito a evitare il tap in di Yarmolenko, servito (involontariamente) da Dimarco. Altri due gol falliti da Zaccagni e da Raspadori (bravo Bushchan), ma gli azzurri qualche rischio se lo sono preso dopo l’intervallo. Si allungavano faticando a ricomporre il “blocco squadra” in fase difensiva. Spalletti ha restituito energie alla corsia sinistra con Biraghi e Gnonto, Locatelli ha timbrato la traversa, poi sono entrati Retegui e Orsolini. Ci siamo rianimati e ricompattati. Cristante, l’ultimo cambio conservativo, per arrivare in fondo. Ora la Germania è più vicina.


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