Thiago Motta e Allegri, quando il pari è dispari

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Thiago Motta e Allegri, quando il pari è dispari© ANSA
Ivan Zazzaroni
5 min
Dovendo trattare le due sfide a distanza da corsa Champions, parto inevitabilmente da Bologna-Monza e non solo per una questione di passione personale: più di gradimento, direi. Al Dall’Ara si sono viste cose sensibilmente migliori rispetto a Torino. Non a caso un collega (non bolognese) mi ha inviato questo messaggio: «Quella di Thiago è una squadra che ti spinge a tifare. Mi piace tantissimo».
Il Bologna ha infatti tenuto campo e palla per tutta la partita, ma il Monza s’è difeso con lucidità e un’attenzione che talvolta, in passato, era mancata. Per Motta lo 0-0 finale ha lo stesso peso specifico di quello di Allegri, pur se ottenuto con una prestazione di livello superiore, e finisce per favorire De Rossi, la Roma, che oggi, vincendo a Udine, si porterebbe a un solo punto. Lunedì è peraltro in programma lo scontro diretto all’Olimpico. Lucumi, Freuler, Orsolini per un’ora, ma anche Urbanski, Zirkzee e Ferguson si sono allontanati notevolmente dalla prova di Frosinone, ma come allo Stirpe sono mancati al momento di chiudere l’azione.
In precedenza il derby si era rivelato un efficacissimo spot per la spiaggia di Mondello o per il tennis, se Sinner-Tsitsipas non fosse finita (male per noi) da ore. Rari i momenti di calcio, numerose le lentezze talora insopportabili. Forse per colpa del primo caldo vero. O per qualche altro motivo che mi sfugge. La paura di perdere? Ci metto anche quella. Le accensioni di Toro-Juve sono state un paio, forse tre, nel primo tempo quando Vlahovic ha sbagliato due gol fatti e Locatelli è arrivato sbilanciato alla conclusione. La ripresa, quasi tutta del Toro, ha regalato un brivido con Sanabria che ha impegnato Szczesny deviando di testa un cross di Bellanova, controllato per un’ora con eccessivo zelo da Kostic che si è fatto totalmente mancare in fase propositiva: ha giocato da difensore aggiunto. Una volta ci ha provato anche Yildiz, subentrato a Chiesa, e ha fatto fare bella figura a Milinkovic-Savic. 
Il pareggio a danno zero accontenta più la Juve che il Toro: ad Allegri, che per la terza volta di fila ha potuto impiegare la stessa formazione, mancano ancora 6, 7 punti per avere la certezza del posto in SuperChampions. L’anno scorso, in un torneo molto simile a questo, il Milan si qualificò quinto con 70 (poi quarto, per via della squalifica della Juve, che sul campo chiuse a 72).
PS. Nella notte tra venerdì e sabato sulla scalinata della basilica di Superga, dove nel maggio di 75 anni fa si consumò la tragedia del Grande Torino, alcuni ultrà bianconeri, i Drughi, hanno appeso degli striscioni che mi han fatto tornare con la memoria a un tweet del 2014 di Andrea Agnelli. Questo il testo: “Le tragedia non si toccano. Mai. No agli striscioni e ai cori canaglia. Tutti”. L’hashtag? #RispettoPerLeTragedie. Lo stesso rispetto che ieri, a Bologna, hanno avuto i tifosi del Monza per le 7 vittime di Suviana 

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