Juve-Inter, Vlahovic e Lautaro agli opposti 

Dusan, l'uomo dell'ultimo quarto d'ora. Il Toro sogna e va incontro alla storia
Juve-Inter, Vlahovic e Lautaro agli opposti 
Fabrizio Patania e Giorgio Coluccia

Che finaccia, Kolo lo ha condannato alla panchina. Entra, se va bene, nell’ultimo quarto d’ora. Chissà se Thiago, parlando di resilienza, si riferiva a Vlahovic. Per adesso Dusan ha reagito bene e in silenzio, provando a rispondere sul campo. Un gol di prepotenza all’Empoli, è entrato con discreta fame anche martedì notte in Champions, andando a caccia del pallone e raccogliendo i consensi dello Stadium. Quinta esclusione nelle ultime sei partite ufficiali per un totale di 72 minuti in campo: da indispensabile e insostituibile, unico riferimento dell’attacco, è diventato il centravanti dell’assalto disperato, l’uomo dell’ultimo quarto d’ora. L’unica presenza da titolare, post Supercoppa, di fronte al Benfica, ma solo perché Kolo Muani non era utilizzabile. Nelle precedenti due uscite, contro Milan e Bruges, Thiago lo aveva lasciato in panchina puntando su Nico falso centravanti.

Il sorpasso

Cosa succederà nel Derby d’Italia? Fatichiamo a immaginare Kolo escluso dal blocco dei titolari. Cinque gol nelle prime 3 partite, a partire dal 1994/95, non li aveva mai segnati nessuno in Serie A. Dicono e scrivono che sia più adatto di Vlahovic al gioco di Thiago, ma la tesi non è suffragata da numeri e sensazioni. Il francese sinora ha toccato pochissimi palloni e non viene incontro a giocare: è più pericoloso e dirompente appena si aprono gli spazi, quasi immarcabile in campo aperto, ma ha segnato anche da opportunista, sotto porta. Una palla e un gol al debutto di Napoli. Poi la doppietta con l’Empoli: il pari firmato alla sua maniera, scappando in profondità, e il guizzo alla Pippo Inzaghi, quando gli è rimbalzato addosso il destro di Weah. Un contropiede irresistibile e un rigore a Como. Il tap-in lo ha mancato in Champions o meglio è stato respinto da Benitez, altrimenti avrebbe fatto di nuovo centro. McKennie, sugli sviluppi della stessa azione, ha portato in vantaggio la Juve.

Strettoia

Ora si pone il quesito: Vlahovic o Kolo Muani con l’Inter? Thiago può scegliere e decidere di alternarli, ma le gerarchie sembrano chiare. In coppia li ha utilizzati soltanto in corsa (e in superiorità numerica) nell’ultima mezz’ora con l’Empoli. Impossibile possa accadere domenica. Un’altra panchina spingerebbe Dusan ancora di più fuori dal progetto. Perché Giuntoli immagina le ipotesi di lavoro per rinnovare il prestito di Kolo o trovare la formula giusta per il riscatto. Del contratto di Vlahovic, in scadenza 2026 con l’ultima annualità di stipendio da 12 milioni, non si parla più. Lo scenario è chiaro: cederlo, recuperando la somma più alta possibile, per investire sul francese. La resilienza di Dusan e certe dinamiche non escludono l’addio cruento. Tra dieci mesi DV9 sarà libero di trattare con altri club.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

La partita sarà una delle più sentite in assoluto e in automatico per il Toro significa che il terreno di caccia sarà quello ideale. Il motore in vista di Juve-Inter di domenica sera è già caldo e un gol può valere tanto, tantissimo, anche se a Lautaro Martinez ne basterebbe uno soltanto per diventare il primo giocatore straniero nella storia dell’Inter ad andare in doppia cifra di reti in sei stagioni diverse in campionato. Al momento in Serie A è a quota 9 centri e in questa speciale graduatoria è appaiato a quota 5 stagioni con Icardi e Nyers. Con un’altra rete affiancherebbe o si metterebbe in scia ai nerazzurri italiani più prolifici, visto che a 6 campionati in doppia cifra sono arrivati sia Boninsegna sia Vieri. Fino a 8 si è spinto Altobelli mentre in cima a 9 ci sono Meazza e Lorenzi. Dal canto suo Lautaro ha ancora 27 anni, può ambire a spingersi più in alto grazie a quella capacità di far male che l’ha sempre contraddistinto. Anche in questa stagione era partito con il freno a mano tirato, soffrendo in particolar modo sul piano fisico, poi ha rimesso i panni del goleador e come al solito è diventato in fretta il più prolifico di tutta la squadra essendo già a 15 gol complessivi.

Capitano del gol

Nello specifico la punta di Bahia Blanca è sempre andata in doppia cifra da quando è arrivata in Italia, a parte la prima stagione in Serie A (2018-2019). Addirittura nelle ultime tre ha sempre sfondato quota 20 in campionato, fino all’apice dei 24 centri dell’anno scorso quando abbinò la seconda stella con il titolo da capocannoniere. Per dare la caccia a un nuovo scudetto con l’Inter dovrà essere protagonista nel testa a testa con il Napoli e, in quest’ottica, il big match di Torino sarà una sfida pesante. Soprattutto per Lautaro, che la Vecchia Signora l’ha sfidata per ben 19 volte in carriera (più volte in assoluto, al pari del Milan), ma l’ha colpita soltanto in 4 occasioni tra cui il gol allo Stadium della passata stagione per decretare l’1-1 finale. A dispetto del 4-4 maturato all’andata a San Siro, domenica sera si sfideranno le due migliori difese del campionato e questo sarà un banco di prova ulteriore per gli attaccanti da entrambe le parti.

Mina vagante

Soprattutto adesso che per Inzaghi in attacco le scelte sono limitate, a causa dei problemi fisici di Thuram e Arnautovic, al Toro verrà chiesto un supplemento di straordinari. In campionato è rimasto a secco nelle ultime tre partite contro Milan e Fiorentina (due volte), ma la forma fisica è quella giusta e l’atteggiamento è stato da esempio per i compagni anche nei momenti più complicati. Lo hanno dimostrato anche i singoli episodi, come i due gol annullati per fuorigioco contro i rossoneri e la traversa colpita lunedì scorso contro i viola. In parallelo Lautaro sta continuando a scalare le gerarchie nella classifica marcatori di tutti i tempi dell’Inter, dove al momento è sesto a 144 gol e insegue la Top Five con Cevenini in quinta posizione a 158. Uno stimolo ulteriore per segnare più gol possibili e far sognare il popolo nerazzurro.

 


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Che finaccia, Kolo lo ha condannato alla panchina. Entra, se va bene, nell’ultimo quarto d’ora. Chissà se Thiago, parlando di resilienza, si riferiva a Vlahovic. Per adesso Dusan ha reagito bene e in silenzio, provando a rispondere sul campo. Un gol di prepotenza all’Empoli, è entrato con discreta fame anche martedì notte in Champions, andando a caccia del pallone e raccogliendo i consensi dello Stadium. Quinta esclusione nelle ultime sei partite ufficiali per un totale di 72 minuti in campo: da indispensabile e insostituibile, unico riferimento dell’attacco, è diventato il centravanti dell’assalto disperato, l’uomo dell’ultimo quarto d’ora. L’unica presenza da titolare, post Supercoppa, di fronte al Benfica, ma solo perché Kolo Muani non era utilizzabile. Nelle precedenti due uscite, contro Milan e Bruges, Thiago lo aveva lasciato in panchina puntando su Nico falso centravanti.

Il sorpasso

Cosa succederà nel Derby d’Italia? Fatichiamo a immaginare Kolo escluso dal blocco dei titolari. Cinque gol nelle prime 3 partite, a partire dal 1994/95, non li aveva mai segnati nessuno in Serie A. Dicono e scrivono che sia più adatto di Vlahovic al gioco di Thiago, ma la tesi non è suffragata da numeri e sensazioni. Il francese sinora ha toccato pochissimi palloni e non viene incontro a giocare: è più pericoloso e dirompente appena si aprono gli spazi, quasi immarcabile in campo aperto, ma ha segnato anche da opportunista, sotto porta. Una palla e un gol al debutto di Napoli. Poi la doppietta con l’Empoli: il pari firmato alla sua maniera, scappando in profondità, e il guizzo alla Pippo Inzaghi, quando gli è rimbalzato addosso il destro di Weah. Un contropiede irresistibile e un rigore a Como. Il tap-in lo ha mancato in Champions o meglio è stato respinto da Benitez, altrimenti avrebbe fatto di nuovo centro. McKennie, sugli sviluppi della stessa azione, ha portato in vantaggio la Juve.

Strettoia

Ora si pone il quesito: Vlahovic o Kolo Muani con l’Inter? Thiago può scegliere e decidere di alternarli, ma le gerarchie sembrano chiare. In coppia li ha utilizzati soltanto in corsa (e in superiorità numerica) nell’ultima mezz’ora con l’Empoli. Impossibile possa accadere domenica. Un’altra panchina spingerebbe Dusan ancora di più fuori dal progetto. Perché Giuntoli immagina le ipotesi di lavoro per rinnovare il prestito di Kolo o trovare la formula giusta per il riscatto. Del contratto di Vlahovic, in scadenza 2026 con l’ultima annualità di stipendio da 12 milioni, non si parla più. Lo scenario è chiaro: cederlo, recuperando la somma più alta possibile, per investire sul francese. La resilienza di Dusan e certe dinamiche non escludono l’addio cruento. Tra dieci mesi DV9 sarà libero di trattare con altri club.


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Capitano del gol

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