Guida: "Episodio in Sicilia vergognoso. Io e Maresca abbiamo deciso di non arbitrare il Napoli"

L'arbitro internazionale è intervenuto in diretta su Radio CRC toccando diversi temi: dalla violenza sui direttori di gara alle scelte personali

"I limiti territoriali? Non esistono. Fabio Maresca ed io, però, abbiamo deciso di non arbitrare il Napoli: il calcio viene vissuto diversamente dalle nostre parti. Rocchi ci ha chiesto di arbitrare il Napoli. Dal prossimo anno parlerà solo il capitano con l'arbitro: serve più rispetto". Così l'arbitro internazionale Marco Guida in collegamento su Radio CRC.

Guida: "Un caloroso abbraccio a Diego vittima di un attacco vile, vigliacco e disgustoso"

La violenza sugli arbitri: "Il tema delle violenze sugli arbitri è molto delicato, soprattutto quando si parla di ragazzi di 14-15 anni che, quotidianamente, subiscono violenze. Ci tengo a mandare un caloroso abbraccio a Diego (arbitro di 19 anni aggredito in una partita tra Under 17 in Sicilia). Un abbraccio da parte di tutta la nostra associazione nazionale e internazionale. Anche tanti colleghi dell’estero hanno espresso solidarietà verso di lui. Quello che ha vissuto è un attacco vile, vigliacco e disgustoso".

Guida e la violenza sugli arbitri: "L'arbitro non è un nemico da insultare a prescindere

Guida ha poi aggiunto: "Sono i media e i giornali che rappresentano l’arbitro come la figura del nemico da insultare a prescindere che hanno gran parte della responsabilità di chi fa in modo che questi episodi accadono. Non riesco a passarci sopra, non riesco a vedere una partita di un ragazzino in cui i genitori dei ragazzi che giocano in campo a prescindere lo insultano. Un ragazzino coetaneo dei loro figli. Sono genitore di tre figli e credo fortemente che sia un qualcosa di profondamente diseducativo per i ragazzini. Qui parliamo di ragazzini che per passione e per un senso di rispetto delle regole fanno questo lavoro e praticano questo sport per diventare un giorno arbitri di Serie A. Vengono insultati dall’inizio alla fine della partita".

"Anche io sono passato per i campi di provincia e ho preso degli insulti, però questa è un'attività che ti fortifica come uomo e poi come arbitro. Ho avuto la fortuna di non subire mai un'aggressione. Da genitore mi fa molto male sentire di ragazzi di 14 anni che vengono insultati e aggrediti.  Sono rimasto colpito dalla scena di una mamma di un ragazzo che mentre un giovane arbitro veniva aggredito gli gridava “venduto”. Questi ragazzi arbitrano per 30 euro a partita che equivale ad una pizza e lo fanno solo per passione e rispetto delle regole".

"Mettetevi nei panni di quel genitore che deve assistere all’aggressione del proprio figli che potrebbe essere un loro coetaneo. Il messaggio deve arrivare da tutto il mondo del calcio. Dall’anno prossimo sarà solo ed esclusivamente il capitano a poter parlare con il giudice di gara. Si sentirà responsabilizzato dei comportamenti della propria squadra. Quello che è accaduto sabato è un accaduto che deve far riflettere tutto il mondo del calcio".


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Guida: "Non ci sono limiti territoriali, io e Maresca abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli"

Sull'eliminazione limiti territoriali: "Ci tengo ad essere trasparente sulla questione. Non c’è nessun retropensiero, il nostro designatore arbitrale Gianluca Rocchi può scegliere il miglior arbitro per la miglior partita. Noi siamo persone per bene. Io e Fabio Maresca possiamo arbitrare tranquillamente a Napoli ed è molto probabile che avvenga. Sia io che Fabio abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli poiché il calcio viene vissuto in maniera diversa da altre città come Milano, anche se abbiamo avuto la proposta. Non ci sono linee territoriali, abbiamo fatto solo quello che riteniamo fosse più opportuno. Io vivo la città di Napoli e abito in provincia. Ho tre figli e mia moglie ha un’attività. È una scelta personale. La mattina devo andare a prendere i miei figli e voglio stare tranquillo. Il calcio da noi viene vissuto come molta emotività".


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Guida: "Quando ho commesso degli errori non ero sicuro nel passeggiare per strada"

Guida ha concluso spiegando: "Quando ho commesso degli errori non era così sicuro passeggiare per strada così come andare a fare la spesa. Pensare di sbagliare ad assegnare un calcio di rigore e di non poter uscire due  giorni di casa per svolgere le mie attività sportive non mi fa sentire sereno. L’AIA ci ha dato piena libertà di poter arbitrare qualsiasi squadra in qualsiasi momento. Finale di Champions a Monaco? No, è impossibile perché sono fermo da un bel po’ per un infortunio. Nei prossimi anni potrebbe essere un’idea".

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"I limiti territoriali? Non esistono. Fabio Maresca ed io, però, abbiamo deciso di non arbitrare il Napoli: il calcio viene vissuto diversamente dalle nostre parti. Rocchi ci ha chiesto di arbitrare il Napoli. Dal prossimo anno parlerà solo il capitano con l'arbitro: serve più rispetto". Così l'arbitro internazionale Marco Guida in collegamento su Radio CRC.

Guida: "Un caloroso abbraccio a Diego vittima di un attacco vile, vigliacco e disgustoso"

La violenza sugli arbitri: "Il tema delle violenze sugli arbitri è molto delicato, soprattutto quando si parla di ragazzi di 14-15 anni che, quotidianamente, subiscono violenze. Ci tengo a mandare un caloroso abbraccio a Diego (arbitro di 19 anni aggredito in una partita tra Under 17 in Sicilia). Un abbraccio da parte di tutta la nostra associazione nazionale e internazionale. Anche tanti colleghi dell’estero hanno espresso solidarietà verso di lui. Quello che ha vissuto è un attacco vile, vigliacco e disgustoso".

Guida e la violenza sugli arbitri: "L'arbitro non è un nemico da insultare a prescindere

Guida ha poi aggiunto: "Sono i media e i giornali che rappresentano l’arbitro come la figura del nemico da insultare a prescindere che hanno gran parte della responsabilità di chi fa in modo che questi episodi accadono. Non riesco a passarci sopra, non riesco a vedere una partita di un ragazzino in cui i genitori dei ragazzi che giocano in campo a prescindere lo insultano. Un ragazzino coetaneo dei loro figli. Sono genitore di tre figli e credo fortemente che sia un qualcosa di profondamente diseducativo per i ragazzini. Qui parliamo di ragazzini che per passione e per un senso di rispetto delle regole fanno questo lavoro e praticano questo sport per diventare un giorno arbitri di Serie A. Vengono insultati dall’inizio alla fine della partita".

"Anche io sono passato per i campi di provincia e ho preso degli insulti, però questa è un'attività che ti fortifica come uomo e poi come arbitro. Ho avuto la fortuna di non subire mai un'aggressione. Da genitore mi fa molto male sentire di ragazzi di 14 anni che vengono insultati e aggrediti.  Sono rimasto colpito dalla scena di una mamma di un ragazzo che mentre un giovane arbitro veniva aggredito gli gridava “venduto”. Questi ragazzi arbitrano per 30 euro a partita che equivale ad una pizza e lo fanno solo per passione e rispetto delle regole".

"Mettetevi nei panni di quel genitore che deve assistere all’aggressione del proprio figli che potrebbe essere un loro coetaneo. Il messaggio deve arrivare da tutto il mondo del calcio. Dall’anno prossimo sarà solo ed esclusivamente il capitano a poter parlare con il giudice di gara. Si sentirà responsabilizzato dei comportamenti della propria squadra. Quello che è accaduto sabato è un accaduto che deve far riflettere tutto il mondo del calcio".


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