© LAPRESSE Conte e Ranieri su tutti
Scudetto a Napoli, posto da coppa nobile per Napoli, Inter, Atalanta e Juventus; Europa League per Roma e Bologna che s’è preso pure la coppa Italia; Fiorentina in Conference; supercoppa Italia al Milan che la prossima stagione le coppe le giocherà alla play: che imbarazzo veder fuori da tutto il nostro club più internazionale...
È questa la chiusura di nove mesi altamente democratici: l’appendice mondiale voluta dal bulimico Infantino interesserà solo due squadre.
Grandi feste e bus scoperti a Bologna dove abbiamo visto Saputo fare i gavettoni ai tifosi, e Napoli dove c’è gente che da venerdì non è ancora andata a dormire.
La Juve ha salvato il bilancio, non la stagione: era partita con ben altre idee e ambizioni, spendendo tanto. Ha dovuto chiedere a Tudor di evitare il fallimento e Tudor ha assolto il compito con un aiutino di Nicolussi Caviglia. Cambierà tanto la Juve: le auguro di riuscire a mettere a frutto le esperienze accumulate. Molto dipenderà dall’umore di Elkann al quale anche la Ferrari sta dando poche soddisfazioni.
Conte ha confermato di essere il fuoriclasse del primo anno e non solo. Ranieri s’è divorato una serie di nuovi fenomeni e improvvidi narratori esaltando il valore di competenza, conoscenze e sensibilità. Non ha mostrato un calcio semplice: l’ha fatto essenziale ancorché sofisticato.
Claudio aveva ricevuto la Roma quando si trovava al dodicesimo posto, a 12 punti dalla zona Champions, e si parlava addirittura di corsa salvezza. Nelle successive 26 partite ne ha messi insieme 56, di punti, dopo aver perso prima Dybala e poi Pellegrini.
Il senior advisor dei Friedkin ha indicato in Fabregas il suo successore: non sarà semplice convincere il Como delle evidenti ricchezze. Una bella partita per Dan.
Mi piacerebbe che da questo campionato traessero qualche vantaggio Di Francesco e Baroni, due tra i più delusi, e Giampaolo: sanno allenare ma per anni si sono dovuti accontentare di prendere quello che c’era.
Il finale della Lazio è stato un film tipo Paura e delirio a Las Vegas. Una stagione alla Hunter Thompson, un romanzo di Philip Dick, distopia pura. Adesso lacrime, caos e ambiente devastato. Ingiusto così.
