Bologna, tutti in piedi

Leggi il commento del Direttore del Corriere dello Sport - Stadio
Ivan Zazzaroni
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Guardavo ammirato e pensavo tra me e me: è già trascorsa un’ora di calcio senza pause e questi continuano a raddoppiare e spesso triplicare sul portatore, mostrando una facilità di recupero alto del pallone che fa paura, sotto questo aspetto mi ricordano il miglior Napoli di Sarri. Corrono, giocano, rincorrono e ripartono appoggiandosi quasi sempre a Zirkzee, che ha i piedi e la visione del trequartista, ma non ancora la freddezza del centravanti. Possiede il gusto della giocata sofisticata, del colpo, che ogni tanto alterna alla bellezza della semplicità.

Settantesimo: il tempo scorreva e il Bologna ancora non frenava, teneva alto il ritmo e naturalmente creava occasioni. Con un calcio attualissimo, intenso, un calcio da Premier. Soltanto intorno al settantacinquesimo la Fiorentina ha provato a sfruttare i pochi vuoti dell’avversario, anche il gioco delle sostituzioni non ha modificato gli equilibri della gara. Questa, in fondo, è l’essenza della partita, che comunque merita il pieno apprezzamento dell’appassionato.

Dopo quasi due terzi di campionato trovo tuttavia più opportuno giudicare la dimensione del Bologna che nelle prime 24 giornate ha perso solo quattro volte, una al Dall’Ara (col Milan alla prima) migliorandosi di 7 punti rispetto al 2023. In particolare la fase difensiva ha registrato un progresso notevole nei numeri: 11 gol in meno. Continuando a viaggiare a 1,75 di media, Motta è in grado di chiudere a 66, un punteggio che vale la Champions.

La Fiorentina mi è piaciuta molto di più in altre occasioni: da inizio gennaio sta mostrando il suo volto più ordinario, per questo il successo pieno di domenica non può che essere considerato occasionale. Ieri ha sofferto la superiorità del Bologna in mezzo e, specie nel primo tempo, sugli esterni. Immagino che Italiano, al quale piace aprire il campo, abbia seguito con un filo di rimpianto Orsolini che, quando è in condizione, come in questa fase, nel ruolo è secondo solo a Berardi in serie A.

Il quarto posto del Bologna condiviso con l’Atalanta, che deve recuperare una partita, è il giusto premio al lavoro di Motta e Sartori. Quest’ultimo lasciò Bergamo per forti contrasti con Gasperini (i due non si prendevano più pur continuando a far belle cose) e adesso si ritrova con un allenatore che proprio da Gasperini ha ereditato qualche spigolo e alcuni principi di gioco.

PS. Su Ferguson credo di aver scritto tutto il bene possibile. È il prototipo delle scelte di Sartori: essenziale, funzionale, multitasking. Lo trovi sempre dove vorresti che fosse. E poi ha quella faccia da calciatore british degli anni Settanta che riporta al calcio più romantico.


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