Fiorentina, a Istanbul sarà già spareggio

Fiorentina, a Istanbul sarà già spareggio© Getty Images
Alberto Polverosi
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Se il Riga è considerato la squadra nettamente più debole del girone, dobbiamo rifare un po’ di conti. Per un tempo intero la Fiorentina è andata a sbatterci contro. E quando ha pensato di averla finalmente superata, è stata riagguantata. Male, molto male per Italiano e la sua squadra. Sbagliato l’atteggiamento iniziale, sbagliata la conduzione della gara, sbagliate certe scelte tipo quella di tenere in campo fin quasi alla fine il giocatore più incomprensibile della Serie A, Ikoné. Certo, la Fiorentina avrebbe avuto la possibilità di segnare (palo di Barak, un paio di occasioni di Cabral), ma già nel primo tempo la palla-gol più clamorosa è stata dei lettoni, con Ilic davanti a Gollini protagonista di una parata decisiva. Se qualcuno pensava a una squadra sprovveduta tatticamente, si sbagliava eccome. Se poi la immaginava in gita premio fra gli splendori di Firenze, altro errore di valutazione. Al 285° posto nella classifica Uefa, la squadra della Lettonia ha saputo farsi rispettare fino a chiudere il primo tempo sullo 0-0 e portare il pareggio fino a un’ora di gara. E ad agguantare il pareggio dopo aver preso il gol di Barak.

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Preparata bene a parole, male nei fatti. Italiano aveva chiesto convinzione e ferocia, ma la prima mezz’ora è stata un pianto. Senza ritmo, senza cattiveria, possesso di palla lento, giocatori come Ikoné e Cabral fuori partita, svagati e inspiegabilmente frastornati. Queste sono partite che la Fiorentina dovrà presto imparare a giocare in un modo completamente opposto. Deve andare in campo e chiarire subito, con il ritmo, la rabbia, la tecnica (e la ferocia...), che i più deboli non avranno scampo. Invece ha cincischiato, giocando con superficialità: tanto prima o poi il gol arriva. Certo, come no. Quella prima mezz’ora vuota ha permesso al Rfs Riga di prendere confidenza con un avversario più forte, si è difeso e, quando è stato possibile, è ripartito. La fame di rotazione di Italiano si era fermata stavolta a sei cambi, alcuni dei quali necessari (infortunato Milenkovic, squalificato Igor), una rotazione massiccia ma stavolta sostenibile (sei sostituzioni non sono nove) anche perché in mezzo era stato confermato il giocatore che muove tutta la squadra, Amrabat. Il problema era nella testa della squadra e nei piedi storti dei suoi tiratori: trentadue conclusioni, un gol. Numeri impossibili.

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Se ancora non c’è da preoccuparsi, almeno una riflessione va fatta. Anche perché dopo aver segnato con Barak, invece di insistere, di aumentare il ritmo, di infierire (dopo gli scontri diretti, la differenza reti e i gol segnati negli scontri diretti, conterà anche la differenza-reti), la Fiorentina ha rallentato ancora e ha perso le distanze fra i reparti, allungandosi troppo. Così ha preso gol. In questa stagione non ci potrà essere in nessun modo una continuità di rendimento, per la Fiorentina così come per le altre impegnate in Coppa, ma giovedì prossimo è in programma il viaggio a Istanbul, che è andato a stravincere a Edimburgo contro gli Hearts, sarà già spareggio e la Fiorentina, per colpa sua, parte dietro.


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