Yacine Adli è prima di tutto una bella persona, dicono quelli che l’hanno conosciuto a tutto tondo e soprattutto fuori dal campo a Milano (e presto è verosimile che l’opinione si ripeta a Firenze: basta aspettare qualche mese e qualche frequentazione in più). Ama gli scacchi, suona il violino per averlo studiato in conservatorio, un libro è spesso se non sempre suo compagno di viaggio, legge, s’informa, vive la realtà che lo circonda per capire il mondo e come gira, da anni ha dato vita a un’organizzazione no-profit che aiuta a sviluppare il tessuto sociale di Villejuif, piccolo comune alle porte di Parigi, dove torna appena può per innaffiare le radici e rinsaldare quei legami che ne hanno già fatto un punto di riferimento della comunità franco-algerina. Ma qui da sottolineare è che gioca bene a calcio, Adli, tremendamente bene nel prototipo quasi ideale (il modello perfetto non esiste) del centrocampista: così ora se lo gode la Fiorentina e magari a Milano si mordono le mani.
Adli, intuizione Fiorentina
Perché al club di Commisso sono bastati 1,5 milioni per portarlo via ai rossoneri nel prestito oneroso concordato a fine agosto, anche se poi ce ne vorrà un’altra decina per esercitare il diritto di riscatto a giugno (e nel contratto c’è una clausola a garantire il 10 per cento al Milan sull’incasso dell’eventuale rivendita futura): però, questo è un altro discorso e adesso tutto parte dall’intuizione avuta dai dirigenti viola di mettere a disposizione di Palladino un mediano nel senso antico del ruolo quando ci fosse stato bisogno di un mediano, e di un regista nel senso moderno del ruolo quando viceversa fosse servito un regista. In un unico calciatore che sapesse fare le due fasi con la giusta dose di determinazione in un caso e con l’altrettanto contributo di qualità nell’altro: Yacine Adli, insomma, e tre mesi di Fiorentina sono stati sufficienti per ripagare l’intuizione.
Rendimento e riscatto
Quanto ci ha messo questo ragazzone che sa sorridere e digrignare i denti, che se ha il pallone tra i piedi allora il violino non è più l’unico strumento suonato. Questo ragazzone cresciuto nel Psg con debutto (e stop) in Ligue 1 il 19 maggio 2018 a nemmeno 18 anni, e valorizzato invece dal Bordeaux (104 presenze e 6 gol in quattro stagioni girondine), che evidentemente cercava un ambiente che credesse fortemente in lui (com’è stato ed è, ad esempio, per Kean) per tornare ad essere il talento visto e inseguito da mezza Europa al tempo. Ad accoglierlo sono state la Fiorentina e Firenze. Il direttore generale Ferrari, intervenendo a Dazn prima della gara di Como, ha dichiarato che è presto per parlare di riscatti e non si riferiva specificamente ad Adli, bensì a tutti i calciatori del gruppo attuale che sono arrivati a Firenze in prestito (da Bove e Cataldi, passando per Colpani, Gosens e lo stesso Adli, oltre ovviamente a Gudmundsson che è la punta di questo iceberg), però i tre gol segnati (due in campionato con primo al Milan, guarda un po’ se il destino non si diverte) hanno già indirizzato i pensieri dentro al Viola Park che al momento opportuno prenderanno un corso preciso. E che Yacine Adli sia una bella persona non è nemmeno fatto secondario per non farselo scappare.