Inter, svolta in tre punti e con un turno d’anticipo

Col Toro superati il rischio tattico e psicologico più le fatiche post Bayern. Come un anno fa all’8ª...
Inter, svolta in tre punti e con un turno d’anticipo© Inter via Getty Images
Andrea Ramazzotti
5 min

MILANO - Le facce ieri mattina ad Appiano Gentile erano molto diverse rispetto a giovedì e venerdì. Nonostante l'1-0 al Torino nessuno all'Inter si illude di essere fuori dal tunnel imboccato complici i ko contro le tre big (Lazio, Milan e Bayern) incontrare nelle prime sei gare ufficiali. Al tempo stesso però tra i dirigenti, Inzaghi e i giocatori c'è la convinzione di aver ottenuto, soffrendo tutti insieme, un successo «che vale sei punti» e che può rappresentare «un punto di svolta per la stagione». Perché il gruppo si è trovato sull'orlo del burrone e non è caduto di sotto. Merito delle parate di Handanovic e degli ultimi 20-25' nei quali la squadra si è forse tolta di dosso la paura. Forse...

Turn over e carattere

A posteriori è facile dire che il confronto tra lo spogliatoio e la dirigenza che c'è stato giovedì, dopo lo scivolone con il Bayern, ha dato i suoi frutti, che ha stimolato i singoli a tirare fuori carattere e voglia. E' però innegabile che una mano sia arrivata dagli elementi che erano stati tenuti fuori in Champions, in particolare da Barella, De Vrij, Dimarco e Darmian. Il turno over, insomma, ha pagato. Inzaghi sa che c'è ancora parecchio da sistemare e che il gioco non è brillante come lo scorso anno. Ai suoi comunque concede delle attenuanti: 1) a livello psicologico la partita era particolarmente delicata ed era vietato perdere o pareggiare; 2) a livello tecnico-tattico il Toro era la formazione più ostica da affrontare perché ingaggia continui duelli a tutto campo e mostra un calcio efficace, in pieno stile Juric; 3) a livello fisico il match arrivava dopo quello dispendioso contro il Bayern e più in generale dopo un mese nel quale sono già 8 gli incontri ufficiali disputati; dunque con poco tempo per allenarsi, recuperare e sistemare ciò che non va. Ecco perché stavolta l'allenatore si è concentrato più sul risultato (e sul carattere mostrato) che sulla prestazione. Ben sapendo che prima della sosta sul percorso ci saranno altre due trappole, quella di domani a Plzen e soprattutto quella di domenica a Udine. I bianconeri affronteranno l'Inter guardandola dall'alto in basso, come successo sabato al Torino. Il finale sarà lo stesso?

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Precedente positivo

Non battere i granata avrebbe messo l'Inter in una posizione di classifica difficile e invece adesso i nerazzurri hanno gli stessi punti (12 dopo 7 giornate) rispetto all'anno dello scudetto con Conte. All'ottava giornata il 4-2 proprio contro il Toro e quel successo dette la scossa. Magari, sperano i dirigenti, stavolta la svolta sarà arrivata con una giornata d'anticipo. Avere appena due punti da recuperare rispetto alle prime è considerato assai positivo perché l'inizio con il freno a mano tirato non ha cambiato la convinzione della società sul valore della rosa, competitiva in tutti i reparti: Handanovic e compagni possono e devono lottare per lo scudetto. Soprattutto quando rientrerà Lukaku e quando la condizione fisica, giudicata ancora approssimativa, sarà migliore.

Riecco i leader

La prestazione non entusiasmante di sabato, dunque, viene letta positivamente e dà fiducia perché i leader hanno risposto presenti nel momento del bisogno. Il riferimento è a Brozovic, che è cresciuto quando Linetty è dovuto uscire («Tutti insieme. Forza Inter» ha scritto il croato su Instagram ricevendo i complimenti dell'ex Perisic), a Barella, lucido nel finale per servire l'assist vincente, e soprattutto ad Handanovic, che ha salvato i suoi reagendo con orgoglio alla panchina di mercoledì. Domani toccherà di nuovo a lui, ma questo non vuol dire che Onana farà la riserva per tutta la stagione. La prestazione contro il Bayern ha fatto capire a Inzaghi che il camerunese... c'è e presto lo rivedremo dall'inizio.


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